Pubblicato il 18/01/2017, 14:32 | Scritto da La Redazione
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Checco Zalone salva il cinema italiano

Checco Zalone salva il cinema italiano
I dati presentati dai produttori: incassi 2016 in aumento dovuti a “Quo Vado?”. Disastro natalizio: persi 6 milioni di spettatori. E domina Hollywood. Così Paolo Mereghetti sul “Corriere della sera”.

Il cinema italiano soffre. Ci salva Checco Zalone

Rassegna stampa: Corriere della sera, di Paolo Mereghetti.

I dati presentati dai produttori: incassi 2016 in aumento dovuti a “Quo Vado?”. Disastro natalizio: persi 6 milioni di spettatori. E domina Hollywood.

San Zalone ha fatto un altro miracolo: con i suoi 65 milioni e 365 mila euro d’incasso (e i 9 milioni 368 mila biglietti venduti) Quo Vado? non solo ha salvato l’onore del cinema italiano ma ha anche permesso di chiudere in positivo le statistiche dell’anno cinematografico appena concluso. Grazie al suo risultato (che da solo vale l’8,89 del mercato totale) il 2016 si è chiuso con 105 milioni e 385 mila biglietti venduti (+6,06 per cento rispetto all’anno precedente) e 661 milioni 844 mila euro d’incasso (+3,86). Questi i dati Cinetel, che monitora il 93 per cento circa del mercato italiano, presentati ieri mattina all’Anica dal neopresidente Francesco Rutelli, dal direttore generale Cinema del ministero Nicola Borrelli e dai rappresentati degli esercenti, dei distributori e dei produttori.

Tutti a parlare di «dati assolutamente positivi» anche se negli interventi si capiva la preoccupazione per una stagione che dopo l’autarchica impennata iniziale (il secondo incasso assoluto è quello di Perfetti sconosciuti di Genovese: 17 milioni e 370 mila) ha dovuto registrare non solo il previsto predominio americano, che ha fatto registrare il 55 per cento di presenze e di incassi (meno 5 per cento rispetto all’anno precedente, sempre grazie a San Zalone), ma soprattutto una preoccupantissima contrazione generale delle presenze al cinema. Secondo i conti dell’Associazione che riunisce i multiplex, il periodo natalizio, solitamente tra i più redditizi dell’anno, ha fatto registrare una perdita secca di 6 milioni di spettatori rispetto all’anno precedente: -38 per cento di incassi e -35 di presenze, anche se i dati si riferiscono a un periodo che scavalla già nel nuovo anno, dal 16 dicembre al 6 gennaio. In effetti, è stato a partire da aprile che la bilancia del cinema ha cominciato ad andare sotto zero rispetto all’anno precedente, con una punta a settembre (-10,32%) e una addirittura a dicembre (-8,71%), mettendo in evidenza una fragilità su cui bisogna correre ai ripari.

In molti hanno puntato il dito contro una stagionalità che d’estate desertifica le sale, ma anche contro l’eccessiva offerta di titoli (554 i film usciti nell’anno, uno e mezzo al giorno, di cui ben 208 italiani) e la mancanza di una vera strategia industriale nei rapporti del pubblico e delle sue esigenze. Spesso tragicamente messe da parte per favorire il narcisismo di autori e produttori o le ambizioni dei distributori, e che in questo modo finiscono per soffocare anche le strategie degli esercenti. Per questo tutti aspettano come la manna dal cielo l’operatività della nuova legge di sistema, i cui decreti attuativi sono in fase di definizione al ministero. A loro si chiedono incentivi fiscali per favorire le uscite estive (e convincere i distributori americani a non togliere i blockbuster dall’estate), per ampliare l’offerta e l’ammodernamento delle sale ma anche per risolvere quei problemi «nascosti» (disparità di trattamento tra grandi e piccoli circuiti, posizioni dominanti di alcuni distributori regionali, politiche di vendita dei diritti alle televisioni) che impediscono al cinema di crescere in Italia come all’estero.

 

(Nella foto Checco Zalone)