Pubblicato il 24/12/2016, 14:32 | Scritto da La Redazione

Aldo Grasso: l’ironia nel raccontare i figli di papà in Riccanza

Aldo Grasso: l’ironia nel raccontare i figli di papà in Riccanza
Uno spaccato sui classici “figli di papà” che alla loro giovane età dispongono di un cospicuo conto in banca, curano maniacalmente il corpo, hanno case ovunque.

Riccanza, un occhio ironico su ragazzi dediti allo sperpero

Rassegna stampa: Corriere della sera, di Aldo Grasso.

Uno spaccato sui classici “figli di papà” che alla loro giovane età dispongono di un cospicuo conto in banca, curano maniacalmente il corpo, hanno case ovunque.

Chi pensa che il denaro sia solo lo sterco del diavolo, chi è portato all’indignazione, chi detesta la ricchezza non guardi questo programma. Che racconta di sette ragazzi nati con la camicia, capaci solamente di vivere nel lusso, di ostentarlo, di farne una ragione di vita. Il docu-reality in 14 puntate si chiama Riccanza (il suffisso –anza forma sostantivi femminili astratti che indicano condizione, modo di essere, stato come abbondanza, vacanza, riluttanza…) e descrive la vita dispendiosa di giovani parvenu (Mtv, le puntate sono anche visibili sul sito). Sono figli di imprenditori, industriali e manager, i classici «figli di papà» che alla loro giovane età dispongono di un cospicuo conto in banca, curano maniacalmente il corpo, hanno case ovunque. A prima vista, sembrano un po’ «pistola», per usare un’espressione del ministro Poletti.

Per ora, non hanno fatto nulla per meritarsi «il Dio Denaro», anzi sono più dediti allo sperpero che all’accumulo. Ma la giusta chiave di lettura di Riccanza, per non cadere nel moralismo da quattro soldi, per non alimentare il coro contro la «pornografia della ricchezza» che si è elevato quando Rai 2 ha trasmesso un programma analogo, Giovani Ricchi (Rich Kids), ci è suggerita da una frase di Ennio Flaiano tratta dal Taccuino del marziano: «Chi nasce si preoccupi anzitutto di non nascere in una famiglia povera, o numerosa. La povertà sofferta durante l’infanzia o l’adolescenza, conduce l’uomo intelligente alla letteratura, alla politica, alle rivendicazioni sessuali. Scegliere una famiglia ricca e pretendere un’educazione basata sul principio che la ricchezza compra e giustifica tutto». Riccanza va visto con occhio ironico, se ne trae persino un perfetto ritratto antropologico, l’altra faccia della lagna continua, del precariato, della morigeratezza dei costumi. In rete, i Rich Kids vengono massacrati, fatalmente.

 

(Nella foto il cast di Riccanza)