Pubblicato il 23/12/2016, 15:31 | Scritto da La Redazione

Dal Corriere al Fatto, da Wired a Vanity: tutti promuovono Dance Dance Dance

Dal Corriere al Fatto, da Wired a Vanity: tutti promuovono Dance Dance Dance
Per il critico Aldo Grasso il talent show è la versione moderna di “Ballando con le stelle”, mentre per Domenico Naso “Fox vince la sfida”. Ecco come i critici hanno accolto il programma di FoxLife.

Dance dance dance, così FoxLife “rischia” con un programma sul ballo

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, di Domenico Naso.

Andrea Delogu e Diego Passoni conducono il format appena sbarcato sul canale Sky. Un programma piacevole, fresco, dal linguaggio contemporaneo, che sfrutta l’impossibilità di andare in diretta (con coreografie e scenografie del genere sarebbe impossibile) utilizzando l’ormai insostituibile arma del montaggio.

Se esistesse il premio per il più grande rischio televisivo del 2016, lo assegneremmo senza dubbio alcuno a Fox e Toro Produzioni, che hanno portato su FoxLife un programma così ambizioso che persino una rete generalista avrebbe avuto più di qualche dubbio. Il programma in questione si chiama Dance Dance Dance, è l’adattamento italiano di un format olandese di quel genio di John De Mol e a una prima occhiata superficiale potrebbe sembrare la versione “giovane” di Ballando con le stelle: sei coppie famose si cimentano in una gara di ballo, sottoponendosi al giudizio di tre giudici. Tutto uguale, no? No, perché paso doble o jive, valzer o merengue possono andare bene per il target incartapecorito di RaiUno, non certo per quello di FoxLife. I concorrenti di Dance Dance Dance devono replicare quasi alla perfezione famose coreografie di concerti, film e videoclip, con un’ampia selezione di hits ultrapop degli ultimi anni. Una efficace calamita per il pubblico più giovane, dunque, ma se non bastasse la selezione musicale, ecco arrivare in soccorso la realtà aumentata, con una serie di effetti speciali e grafici che rendono il palco una sorta di scatola magica che fa godere gli occhi del telespettatore.

Alla conduzione sono stati chiamati Andrea Delogu (ormai volto di punta di FoxLife) e Diego Passoni (reduce dall’esperienza di Pechino Express). La prima puntata è andata in onda ieri sera e un primo bilancio riguarda proprio la conduzione: scelta eccellente, visto che i due si amalgamano molto bene, si divertono e si vede, amano quell’immaginario pop che devono raccontare e soprattutto hanno l’entusiasmo di chi non si sente ancora arrivato, di chi ci mette passione. Andrea Delogu chiude così un anno ricchissimo di soddisfazioni, con spazi e presenze importanti in tanti programmi, su tante reti. Per Diego Passoni, invece, Dance Dance Dance è l’occasione che meritava da tanto, troppo tempo, e che non gli era stata mai data. La sta giocando bene, anche perché è bravo assai e non è certo un mistero.

Il cast è paraculo e sempre attento ai più giovani: Clara Alonso e Diego Dominguez direttamente da Violetta, i fashion blogger Chiara Nasti e Roberto De Rosa, il rugbista Mirco Bergamasco e la moglie Ati, gli attori Raniero Monaco di Lapio e Beatrice Olla, i tuffatori Tania Cagnotto e Giovanni Tocci e, infine, la vera star del programma Claudia Gerini, accompagnata dal collega attore Max Vado. In giuria, Vanessa IncontradaLuca Tommassini e il coreografo e ballerino olandese Timor Steffens, già giudice e direttore artistico delle versioni olandese e inglese. Agli ingredienti dosati alla perfezione, poi, aggiungete la regia di un cavallo di razza come Duccio Forzano e la direzione creativa di Laccio, uno dei migliori coreografi italiani della nuova generazione. Il risultato è un programma piacevole, fresco, dal linguaggio contemporaneo, che sfrutta l’impossibilità di andare in diretta (con coreografie e scenografie del genere sarebbe impossibile) utilizzando l’ormai insostituibile arma del montaggio. Tra Clara Alonso-Beyonce e Claudia Gerini-Christina Aguilera, passando per il leggendario balletto di Dirty Dancing e Beat It di Michael Jackson, la voglia di dimenarsi sul divano di casa era impossibile da soffocare e non restava altro da fare se non cedere al demone del ballo.

Forse la puntata di un’ora è troppo breve e sarebbe stato meglio raddoppiare, ma evidentemente Fox e Toro avevano timore di annoiare un pubblico come quello di Fox Life che non è il classico pubblico da tv generalista, pronto a maratone di tre o quattro ore davanti allo schermo televisivo. Tutto il resto, però, funziona assai, trasformando quello che poteva sembrare persino un incosciente azzardo in una scommessa vinta. Francamente non c’è niente da bocciare tra quello che abbiamo visto nella prima puntata. Tutto può essere migliorato, sia chiaro, ma se il buongiorno si vede dal mattino, l’investimento coraggioso (anche in termini economici) può diventare un grande successo. Sul fronte degli ascolti, a Fox si aspettano quantomeno di eguagliare i risultati di altre produzioni originali di FoxLife come Il contadino cerca moglie (280mila spettatori al momento della prima messa in onda e circa 550-600mila sul totale settimanale): obiettivo ampiamente alla portata di una delle sorprese più piacevoli di questi ultimi scampoli di 2016.

 

Dance dance dance, una versione moderna di Ballando

Rassegna stampa: Corriere della sera, di Aldo Grasso.

Il talent di FoxLife fa ballare Cagnotto, Gerini e il rugbista Bergamasco. Rispetto al “Ballando” formato Rai? Il programma è più raffinato, ma anche più freddo.

Ideato da John De Mol (creatore del Grande Fratello e di The Voice), il talent show Dance Dance Dance è una versione più raffinata e moderna di Ballando con le stelle: sei coppie di personaggi famosi si sfidano nella reinterpretazione delle più raffinate coreografie tratte da videoclip, musical o film (FoxLife, canale 114 di Sky, mercoledì, 21.10). «Non un semplice programma sulla danza – così viene presentato -, ma una competizione che unisce performance, reality e innovazione tecnologica». A condurre ci sono Andrea Delogu (ormai la infilano dappertutto) e Diego Passoni; a giudicare i ballerini siedono in giuria Vanessa Incontrada (un po’ di tv generalista ci vuole), Luca Tommassini e Timor Steffens (coreografo e ballerino di fama internazionale). Tania Cagnotto, in coppia con il tuffatore Giovanni Tocci, si riprende tutte le sere in discoteca che non ha mai consumato per seguire gli allenamenti. Claudia Gerini si lancia con molto impegno e professionalità in Candyman in compagnia di Massimiliano Vado (lo abbiamo visto recitare in Distretto di polizia).

Il rugbista Mirco Bergamasco, in versione Michael Jackson, ha diviso il palco con la moglie Ati Safavi (non proprio un mostro di simpatia). C’erano anche Chiara Nasti e Roberto De Rosa che hanno tentato di interpretare Beyoncé in Bootylicious delle Destiny’s Child. Lei è stata definita fashion blogger e lui influencer. Già un buon motivo per farli fuori, speriamo. Mettendo a confronto Ballando con le stelle con Dance Dance Dance si ha l’esatta idea della differenza tra tv generalista e tv mirata. Se il talent di John De Mol è più raffinato è anche vero che è più freddo, più specialistico e le coppie vip non riescono a colmare la distanza che le separa dal grande pubblico. E comunque, come puro dato di cronaca, come consuntivo dell’anno che se ne va, il gusto predominante della televisione moderna è sempre più queer.

 

Dance Dance Dance: Fox dà una lezione (non solo di ballo) alla Rai

Rassegna stampa: Wired, di Jessica Camargo Molano.

Un classico programma da tv generalista sbarca sul satellite in una versione più veloce e frizzante. Il risultato è convincente e potrebbe attrarre un’ampia fascia di pubblico

Nonostante Fox avesse pompato all’inverosimile il lancio del suo nuovo prodotto Dance Dance Dance (adattamento di un format creato da John De Mol, l’ideatore del Grande Fratello e di The Voice), il mio sentimento verso il nuovo show era chiaro: ecco, l’ennesimo programma sul ballo. E infatti Dance Dance Dance, in onda ogni mercoledì in prima serata su Fox e Fox Life, ha tutti gli elementi dei noti programmi alla Milly Carlucci del sabato sera di Rai 1: un cast di vip che deve imparare a ballare, gli immancabili maestri di danza e gli ormai onnipresenti giudici. Non mancano neanche le clip prima di ogni esibizione che mostrano gli allenamenti delle star e i commenti dietro le quinte ai voti dei giudici.

Eppure Dance Dance Dance si è dimostrato un programma fresco e vivace ed è la prova che, mescolando in modo diverso gli stessi elementi, il risultato cambia. Il primo punto a favore del format della Fox è la durata: alle 22.30 il programma era già chiuso, un orario in cui di solito a Ballando Con le Stelle Milly Carlucci sta ancora scendendo le scale. La brevità del format ha favorito anche i due debuttanti, i conduttori Andrea Delogu e Diego Passoni, che, visti i ritmi del programma, non hanno avuto momenti di vuoto da colmare e hanno potuto interpretare al meglio un discreto copione. Il programma della Fox cerca di presentarsi con un look giovane, moderno e high tech e così addio alle palette dei giudici che vengono sostituite da un bancone tecnologico con lo stesso profilo della consolle di comando della Morte Nera, e  spazio all’uso del digitale nelle scenografie grazie alla presenza di 3 maxischermi che circondano il palcoscenico.

 

Dance, dance, dance: la danza che piace

Rassegna stampa: Vanity Fair, di Claudia Casiraghi         .

Moderno, divertente, leggero. Il nuovo programma di Fox e FoxLife ha dato prova di essere lo show di cui la televisione aveva bisogno per raccontare il ballo. Il merito è da dividersi tra i concorrenti e i giudici. Competitivi i primi, competenti i secondi. Per Luca Tommassini, un altro centro.

Si potrebbe tacciare chi scrive di avere una passione smodata per ciò che gravita attorno a musical e balletti. Svolazzi, paillettes e ammennicoli di scena. Tuttavia, per quanto veritiera potrebbe rivelarsi, l’accusa non basterebbe a intaccare la bellezza di Dance, dance, dance. Che, nel panorama di una televisione vestita a tema natalizio, ha portato ben più della proverbiale aria fresca. Lo show, la cui prima puntata ha debuttato su Fox e FoxLife mercoledì sera, è il punto apicale di un processo che il tempo ha visto trascinarsi pigramente. Milly Carlucci, pioniere del genere, è stata colei che per prima ha chiamato in pista attori e cantanti, sportivi in cerca di sfide ed ex talenti cui la pensione ha portato grande noia. Carlo Conti, poi, ha «inventato» l’espediente delle imitazioni, costringendo la suddetta rosa di concorrenti a calarsi in una dimensione variopinta, pervasa di giochi e nasi posticci, trucchi pesanti e abiti sbrilluccicanti. Per quanto abbiano potuto, però, le parrucche della Rai, con quel loro odore di naftalina, sono state protagoniste di show vecchiotti, in cui tutto – dalla prossemica all’estetica – ha gridato agli anni passati.

 

(Nella foto il cast di Dance Dance Dance)