Pubblicato il 13/12/2016, 18:30 | Scritto da Gabriele Gambini
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Alla ricerca della verità: il rebranding di Crime+Investigation e le novità di History

Alla ricerca della verità: il rebranding di Crime+Investigation e le novità di History
Restyling grafico e contenutistico per i canali del gruppo A+E Networks Italy che partecipano al Noir in Festival 2016: ecco una carrellata di titoli in arrivo per il 2017, tra novità e gradite conferme.

L’investigazione come espediente per raccontare le evoluzioni della società, non solo con storie di delitti o rapimenti, ma anche di cybercrime, stalking, abusi, dipendenze

«La verità? Che cos’è la verità?», chiedeva Ponzio Pilato a un illustre imputato destinato a rimanere nella Storia dell’uomo e, per chi ci crede, ad andare oltre. Di acqua sotto i ponti ne è passata, la domanda resta valida, affascina filosofi e scienziati quando si vuol volare alto, ma anche umanissimi investigatori di ogni risma quando sono alle prese con la terrena soluzione di un giallo. Ficcando le mani in quel pozzo nero senza fondo che è il crime. E La ricerca della verità è il claim su cui si fonda il restyling di Crime+Investigation Hd (canale 118 Sky), canale del gruppo A+E Networks Italy. Nuova veste grafica, nuovi contenuti, in bilanciamento tra titoli internazionali (tutti d’oltreoceano, nella speranza però che non monopolizzino l’immaginario televisivo europeo, ma siano da stimolo) e prodotti locali/originali, a partire dal 2017. «L’investigazione come espediente per raccontare le evoluzioni della società», spiega Sherin Salvetti, general Manager A+E Networks Italy, «è un’idea che si rifletterà nella nuova programmazione: non solo delitti o rapimenti, anche cybercrime, stalking, abusi, dipendenze». La modalità di racconto è presto detta: il taglio cinematografico di scuola statunitense, su cui si sono orientati anche Netflix e Discovery. Saldando un ponte tra fiction e cronaca. Rendendo la prima verosimile, la seconda raccontabile. Mixandole assieme. «Paura, eh?», direbbe Carlo Lucarelli (il suo Profondo Nero è tra i titoli confermatissimi assieme a Yara e all’interessante Camorriste, nella seconda stagione ha registrato 229mila spettatori medi e più di 1,3 milioni di contatti unici). Oppure, «Paura», senza il punto interrogativo, direbbe l’altrettanto confermato Nicolai Lilin, le cui pillole introduttive al documentario I miei 60 giorni all’inferno hanno richiamato la nutrita fanbase under 35 dello scrittore originario della Transnistria tra gli spettatori stabili del canale.

Dal 22 gennaio sarà on air Sulle tracce del serial killer (The Killing Season), presentata in Italia al Noir in Festival di Milano 2016. Prodotta da Alex Gibney (Going Clear: Scientology e la prigione della fede; Mea Maxima Culpa, recentemente trasmesso con successo sulla rete), realizzata dai filmaker Josh Zeman e Rachel Miller, è suddivisa in otto puntate e spiega come sono avvenuti alcuni dei più recenti omicidi negli USA compiuti da serial killer tuttora ignoti. Dal serial killer di Long Island, responsabile dell’uccisione di almeno 10 ragazze, allo strangolatore dell’Est, fino all’assassino di Daytona Beach. L’impianto ricalca le grandi serie alla True Detective, si avvale di testimonianze originali in presa diretta, promette di lasciare nello spettatore non poche inquietudini esistenziali. Come quelle solleticate da Chi ha ucciso la piccola JonBenet? (domenica 25 dicembre alle 22.55), storia dell’assassinio, rimasto insoluto, della piccola “miss” JonBenet Ramsey, sei anni. Un caso che ha monopolizzato l’attenzione dell’America tutta. E ancora: Crowdsolve, che esplora la raccolta, l’analisi e l’uso delle informazioni provenienti dal web e dai social network per risolvere casi giudiziari; El Chapo: il boss dei narcos (domenica 8 gennaio alle 22.55) biografia dell’ultimo imperatore del narcotraffico. Fino a un tema proposto ciclicamente sulle pagine dei giornali, quello delle sette. Dal 19 febbraio, ecco La mia fuga da Scientology (negli Stati Uniti ha totalizzato un riscontro tv di 2 milioni di spettatori), racconto con testimonianze dirette di uno dei fenomeni più mainstream e controversi della spiritualità 2.0: il gruppo pseudo-religioso inventato da Ron Hubbard.

In attesa delle novità per il 2017, sul fronte History HD (canale 407 Sky), da venerdì 16 dicembre alle 21.00, sarà on air Radici. Tratta dall’omonimo romanzo del giornalista e scrittore Alex Haley (diventato famoso per aver collaborato alla stesura dell’autobiografia di Malcom X), la produzione ha un cast rilevante: Forest Whitaker, Anna Paquin, James Purefroy tra i tanti nomi. Quattro serate, di due ore ciascuna, che ripercorrono la vita di Kunta Kinte, guerriero africano venduto come schiavo negli Stati Uniti. Un percorso di carattere storico, sull’epoca dello schiavismo in America e sul ritrovamento, nomen omen, di quelle radici che saldano la tradizione dei popoli a un territorio. E siamo sempre lì, anche l’individuazione delle “radici” di un popolo fa parte della complessa indagine sulla “verità” espressa attraverso una ricerca. O, se preferite, attraverso un’investigazione.

 

Gabriele Gambini

 

(Nell’immagine, un momento di Sulle tracce del serial killer)