Pubblicato il 30/11/2016, 13:33 | Scritto da La Redazione

Aldo Grasso: Selfie con Simona Ventura, casi umani, trash e finte missioni sociali

Selfie è un programma di Maria De Filippi, con la regia di Roberto Cenci.

Rassegna stampa: Corriere della sera, di Aldo Grasso.

Dietro al programma c’è Maria De Filippi. Abbassando la qualità delle sue trasmissioni alla fine non contribuisce anche lei a questo clima di cinismo diffuso?

Se uno si azzardasse a parlar male di un programma così, mi riferisco a Selfie – Le cose cambiano, verrebbe subito investito da una gragnuola di improperi: snob, intellettuale, opinionista, incapace di ascoltare la «pancia» del Paese (corollario: se uno non sa ascoltare la pancia c’è in lui qualcosa di razzista e classista, tipico di chi non capisce e dà a ciò che non capisce letture banali). Ebbene, azzardo: Selfie, condotto da Simona Ventura e diretto da Roberto Cenci (già questi sono segnali molto importanti, non si sa chi dei due è peggio) è un brutto programma (Canale 5, lunedì, 21.33). O meglio: è il solito programma di Maria De Filippi, dove si mescolano casi umani, trashate senza pudore, finte missioni sociali («Noi siamo un programma di servizio», urla la Ventura), Tine Cipollari a ripetizione e litigi combinati ad arte. Sia chiaro: la De Filippi è bravissima a fare questi programmi: lei deve fare ascolti non opere pie, ma mi chiedo se a furia di abbassarsi e di abbassare la qualità delle sue trasmissioni (sto parlando di livelli linguistici) alla fine non contribuisca anche lei a questo clima di cinismo diffuso, a questo primato salvifico della «gente».

Comunque, per tornare sul tecnico, Selfie è un factual (la tv che cambia la vita alla ordinary people) a cui è stato aggiunto, come contorno, l’universo defilippiano (i personaggi creati da lei o da lei rigenerati). Una ragazza vuole rifarsi il seno, un’altra necessita di un’operazione al polpaccio, un’altra ancora ha il seno asimmetrico, una signora vuole diventare una del Settecento per lasciare un ricordo ai figli, un tizio di Verona vuol diventare come Carlo Conti… I giudici acconsentono, si oppongono, fingono di questionare tra di loro. Insomma, cose così. Simona si ostina a ripetere i suoi slogan («diamoci dentro a cambiare le cose, prima che le cose cambino noi») senza sapere che i tempi cambiano, ma non le persone.

 

(Nella foto Simona Ventura)