Pubblicato il 24/11/2016, 11:32 | Scritto da La Redazione
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Sciopero giornalisti a La7: Vogliamo il premio di produzione

Sciopero giornalisti a La7: Vogliamo il premio di produzione
Un’agitazione monstre nella redazione della rete di Urbano Cairo, che non solo cresce in ascolti, ma anche in raccolta pubblicitaria.

Grossi guai per Urbano Cairo: terremoto a La7

Rassegna stampa: Libero.

Sciopero monstre a La7.

L’assemblea dei giornalisti ha proclamato all’unanimità lo stato di agitazione e ha affidato al comitato di redazione tre giornate di sciopero. «La redazione de La7 – si legge nella nota – chiede all’azienda l’apertura immediata di un confronto sugli organici, il chiarimento delle ricadute dell’operazione Rcs, sotto ogni profilo, un piano industriale che preveda investimenti a cominciare da quelli sulla redazione, risorsa imprescindibile per aumentare l’offerta de La7 su tutte le piattaforme e la definizione di un premio di produzione». Secondo i redattori della rete di Urbano Cairo, infatti, «gli ascolti in forte aumento (a settembre +17,2 per cento nella giornata, dato ribadito nelle settimane successive) e la raccolta pubblicitaria in crescita (+ 2%, in controtendenza rispetto al panorama generale) confermano, dopo i primi nove mesi del 2016, che La7, trainata dal Tg di Enrico Mentana e dall’informazione, è la risorsa più rilevante per Cairo Communication, anche dopo l’acquisizione di Rcs».

Nella nota si fa notare inoltre che dei 118 milioni di euro incassati dalla concessionaria pubblicitaria del gruppo, da gennaio a settembre di quest’anno, oltre 97 milioni arrivano dalla vendita degli spot di La7 e La7d, «eppure ai giornalisti delle redazioni, i meno retribuiti del gruppo, non è riconosciuto un premio di produzione collettivo, come invece accade, giustamente, per i dipendenti non giornalisti dell’emittente». Tra le cose giudicate «inaccettabili», ci sono le «difficoltà operative crescenti, a cominciare dalla condizione ormai insostenibile delle sedi sotto il profilo dell’agibilità e della sicurezza, il mancato rimpiazzo di ben cinque colleghi andati in pensione e di quelli in malattia da lungo periodo».

 

(Nella foto Urbano Cairo)