Pubblicato il 08/11/2016, 15:34 | Scritto da Andrea Amato

Mediaset-Vivendi: la malafede di Bolloré, che spera nell’inefficienza italiana

Mediaset-Vivendi: la malafede di Bolloré, che spera nell’inefficienza italiana
Oggi doveva tenersi la prima udienza sul mancato acquisto di Premium da parte dei francesi, già rinviata di due settimane. TvZoom sta dalla parte del Biscione e vi spieghiamo il perché.

Bolloré confida nelle lungaggini della giustizia italiana per ricattare Berlusconi

Oggi, martedì 8 novembre, sarebbe dovuta svolgersi la prima udienza dell’affaire Mediaset-Vivendi, sul mancato acquisto da parte dei francesi di Premium, come da accordi già firmati in primavera, rinviata di due settimane per i problemi personali di un avvocato di Bolloré. Il Biscione e Fininvest, giustamente, hanno chiesto di rispettare il contratto (firmato ad aprile) e di risarcire i danni subiti in Borsa, dopo l’annuncio del dietrofront di luglio. Da italiano, francamente, faccio il tifo per l’azienda dei Berlusconi, anche perché in tutta evidenza Vincent Bolloré l’ha fatta davvero sporca. Lo squalo francese, dopo aver messo nero su bianco l’impegno di acquisire il 100% della pay tv di Cologno Monzese, con uno scambio azionario tra Mediaset e Vivendi del 3,5% dei pacchetti azionari, ha fatto marcia indietro, sostenendo che i conti di Premium non erano come se li aspettava. Ora, nel 2016, con le mega società di consulenza che hanno fatto la due diligence su un’azienda quotata in Borsa, come può il tycoon transalpino davvero raccontarci questa barzelletta?

Che Premium sia un polmone spompato lo sanno anche i bambini, altrimenti Piersilvio Berlusconi se la terrebbe ben stretta, dopo tutta la fatica che ha fatto per lanciarla. Infatti, l’operazione di merger non era certo incentrata “sull’ottimo affare” della pay tv di Cologno, ma su un piano paneuropeo per contrastare Sky, che prevedeva sinergia con la francese Canal+ e con la spagnola Digital+. A giochi fatti, però, i francesi hanno preteso di ridurre il prezzo già pattuito, ricattando di fatto Mediaset. Già, perché la mossa azzardata del filibustiere Bolloré, purtroppo, ha radici ben profonde nell’inefficienza italiana. In Vivendi sanno bene che la giustizia di casa nostra potrebbe metterci anche dieci anni per dirimere questa controversia e sa altrettanto bene che i Berlusconi non possono permettersi un lasso di tempo così grande per mantenere viva Premium, piena di debiti, che non cresce di abbonati e a un anno dalla scadenza dell’unica vera killer application: i diritti di Champions League, che non potranno mai più permettersi di acquisire. Insomma, la speranza è che la giustizia italiana compia un atto patriottico, accelerando i tempi e costringendo gli arroganti francesi di Vivendi a rispettare gli accordi. Speriamo…

 

Twitter@andreaaamato

 

(Nelle foto le sedi di Mediaset e Vivendi)