Pubblicato il 02/11/2016, 19:33 | Scritto da Gabriele Gambini

Pechino Express, i #coniugi: Noi come Jane Birkin e Serge Gainsbourg

Pechino Express, i #coniugi: Noi come Jane Birkin e Serge Gainsbourg
Parlano Clizia Incorvaia e Francesco Sarcina: il rapporto con Lory Del Santo, la sfida con gli altri concorrenti dell'adventure game di Rai2, i progetti per il futuro, tra musica e tv.

I #coniugi: “Ci aspettavamo la decisione degli #innamorati, ma non siamo dispiaciuti per l’eliminazione, perché ci siamo goduti il viaggio più della competizione”

«Ogni giorno, ad ogni ora, c’è una nuova realtà, che vive in funzione delle tue emozioni, e che questa carne che hai prima o poi sparirà», cantava qualche anno fa Francesco Sarcina in uno dei suoi pezzi più evocativi. Celebrando un carpe diem oraziano che oggi è sintesi inconscia dell’esperienza vissuta con la moglie Clizia Incorvaia a Pechino Express. Nell’adventure game di Magnolia sono stati divisivi, appassionati, molto rock’n’roll. «Sandra e Raimondo 2.0», precisano. Ingredienti giusti per fare spettacolo. Tuttavia «Nella puntata di lunedì scorso abbiamo deciso di goderci il viaggio, abbassandone la portata competitiva. Nessuna recriminazione sulla nostra uscita». Neanche nei confronti degli #innamorati, con una Lory Del Santo calata nella parte dell’avversario acerrimo: l’acquolina in bocca studiata ad arte mentre pronunciava il nome dei #coniugi come concorrenti da eliminare le ha fatto pregustare quella che, agli occhi del pubblico, è sembrata una rivalsa sulle scintille scoccate tra le due coppie sin dalla prima puntata.

È così? Gli #innamorati hanno cercato una vendetta nei vostri confronti, indicandovi come gli avversari più temibili da eliminare?

Clizia: Vendetta, che parola grossa! Di certo Lory Del Santo era molto agguerrita, voleva a tutti i costi proseguire. Noi invece siamo felici di aver festeggiato un’uscita quasi trionfale. Ci siamo goduti il viaggio nell’ultima puntata, consapevoli che uscire sarebbe stata la scelta più adeguata. Celebrata dalla musica di mio marito nel mini concerto improvvisato con i ragazzi messicani, e dalla presenza di Roberto Giacobbo.

Francesco: La scelta di Lory era facilmente prevedibile. Quando ci ha visto sul patibolo, ha avuto gioco facile. Ma il termine “vendetta” vale solo per chi vive quest’esperienza con la tensione spasmodica di vincere a tutti i costi. Nel nostro caso non è stato così. Già dalla quarta puntata avevamo smesso di pensare alla vittoria. Ci sentivamo stanchi fisicamente e ci mancavano i nostri figli.

In precedenti interviste, gli #emiliani e le #naturali vi avevano indicato come la coppia più pericolosa. Per certi versi anche come i meno simpatici. In particolar modo, Clizia, lei era considerata la mente machiavellica del duo.

Clizia: Li ringrazio, perché “machiavellica” non me l’aveva mai detto nessuno (ride, ndr). Detto questo, non credo che la mia mente possa influenzare un uomo deciso e consapevole come Francesco, segno zodiacale Scorpione. I fan sui social ci hanno scritto che, in realtà, eravamo noi la coppia bistrattata in più di un’occasione. E, come si dice: vox populi, vox dei.

Francesco: Senza entrare nel merito, ho osservato che chi vive Pechino Express solo come tensione competitiva, si attacca a ogni cavillo per dar sfogo a insoddisfazioni personali. Mi sento lontano da tutto questo. Ho una carriera che parla per me, con la quale ho toccato le vette dell’Olimpo e gli abissi degli inferi. Sono soddisfatto di tutte le scelte fatte. C’è stato un momento in cui nella gara siamo stati competitivi, ma fa parte del gioco. Agli #emiliani dico: siete giovani, state costruendo un vostro percorso coerente, col tempo assaporerete gioie e delusioni, rendendovi conto che non vale la pena attaccarsi ai dettagli di un game show.

Vi piace essere definiti come i nuovi Sandra e Raimondo?

Clizia: Le migliori idee nascono dal confronto. Con Francesco c’è un dialogo serrato, a volte ci scontriamo, e questo rende vivo il nostro spirito di coppia. Sandra e Raimondo mi piace, come raffronto. Ma preferisco pensare a Jane Birkin e Serge Gainsbourg. Più passionali, più rock’n’roll.

Francesco: Pechino Express è un programma che vive di montaggio. Alcune scelte sono pensate per dare una caratterizzazione televisiva a ciascun personaggio. Nel nostro caso, essendo due caratteri fumantini, mostrare un lato burrascoso al pubblico alimentava il racconto. Io sono passato per un individuo un po’ maschilista e despota, ma non è così. Benché le donne siano creature meravigliose, ma sappiano essere assai complicate (ride, ndr).

Il momento più difficile del percorso?

Clizia: Le piramidi Tikal. 40 gradi all’ombra con un’umidità pazzesca. Francesco alle prese con la prova delle pannocchie e io con le risposte al gioco a quiz schivando i ceffoni. La cioccolata col peperoncino, il poema Maya da imparare. La fatica fisica.

Francesco: Quando incontravamo dei bambini. Il pensiero andava subito alle nostre creature in Italia, che non potevamo vedere. Io sono un papà costretto spesso ad allontanarsi da casa per lavoro, vivo i momenti accanto a loro con grande intensità.

Viceversa, quello più appagante.

Clizia: La nostra ultima puntata. Francesco che improvvisa una jam session coi ragazzi del luogo. Gli incontri con le popolazioni lungo la strada. Sono rimasta in contatto con la sciamana Dora, credo molto nel potere retributivo delle energie vitali e penso che Dio non giochi a dadi con l’universo, parafrasando Einstein. Le donne sudamericane poi, hanno una grande forza emozionale. Sono simili a noi donne siciliane.

Francesco: I momenti di difficoltà, se visti da un altro punto di vista, sono stati anche quelli di grande forza. Mi hanno fatto rendere conto del valore emozionale della sofferenza, della vita come metafora di un viaggio, a prescindere dai successi o dagli insuccessi. I popoli incontrati erano entusiasti di tutto ciò che li circondava, sapevano vivere con poco.

In sincerità: chi meriterebbe la vittoria?

Clizia: Tina Cipollari merita di arrivare fino in fondo. Ha saputo essere competitiva, ma, a differenza di Lory Del Santo, era in grado di godersi l’esperienza in tutte le sue sfaccettature. E poi, era dotata di una fortuna sfacciata nel trovare i passaggi e nell’azzeccare le mosse, tappa dopo tappa. Ha quel tipo di fortuna che fa parte di una vita vincente, come diceva Woody Allen in MatchPoint.

Francesco: Sul piano del valore fisico e mentale, dico i #socialisti. Ma anche gli #emiliani, benché siano usciti. Bisogna dare spazio ai giovani. Beninteso, ai giovani capaci di lasciare messaggi originali e consapevoli, affrancandosi dalla fuffa superficiale tipica dell’era social. Cubeddu è un caro amico, anche lui meriterebbe, nonostante lo strano amalgama con Silvia Farina.

Avete accettato subito la partecipazione al programma?

Clizia: A me divertiva il fatto di trasformarla in un viaggio di nozze sui generis, dato che non avevamo fatto una luna di miele vera e propria. Difficilmente Francesco e io riusciamo a ritagliarci dello spazio tutto per noi, tra i tanti impegni. Lui all’inizio era restìo, perché è un rocker, un animale libero, lontano da condizionamenti mediatici.

Francesco: Non era la prima proposta di partecipazione a un game show. Ma conosco bene la tv, avendola frequentata spesso da musicista. Ogni scelta deve essere soppesata. In questo caso, pur essendo una mossa azzardata, è stato molto divertente. Benché per strada io preferisca essere riconosciuto come Sarcina il musicista, piuttosto che come Sarcina di Amici o di Pechino.

Francesco, significa che il pubblico ha la memoria corta?

Francesco: Significa che l’era social rende tutto più frenetico e accorcia la memoria dei fruitori. Oggi il privato vince sul pubblico, anzi, il privato diventa pubblico, e ciò può destabilizzare il messaggio di un artista, che vuole raccontarsi attraverso la propria arte e non attraverso il proprio quotidiano.

Che ne pensa del rapporto tra musica e tv e dei formati talent?

Francesco: Ho fatto il musicista per non ripetere meccanicamente dei cliché. Oggi lo show business è fatto di tanti cliché, ma c’è spazio per individuare talenti anche attraverso il mezzo tv. Per quanto mi riguarda, a breve uscirà il mio nuovo singolo, autoprodotto, mentre aspetto notizie per la partecipazione a un evento musicale italiano molto importante. Sogno una musica che si liberi da etichette precofezionate come “indie” o “pop” o “underground”, spesso rifugi stereotipati per incanalare delle urgenze, e torni a parlare nelle piazze, nei locali. Non solo sul web.

Clizia, che cosa la attende nell’immediato futuro? Ha mai pensato di fare tv accanto a suo marito in una nuova veste?

Clizia: A gennaio ci saranno delle novità (Clizia ha anche un blog, il Punto C, in cui si occupa di moda destinata a un target di giovani mamme, ndr) che potrebbero rivelarsi interessanti. Quando alla tv con Francesco, per ora quest’esperienza è stata ricca. Ma come conduttori alla Sandra e Raimondo, o alla Jane e Serge, mi ci vedrei benissimo!

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto i #coniugi)