Pubblicato il 26/10/2016, 11:32 | Scritto da La Redazione
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Ilaria Dallatana: Difficile innovare. Vorrei rivedere Arbore su Rai 2

Ilaria Dallatana: Difficile innovare. Vorrei rivedere Arbore su Rai 2
Il direttore della seconda rete Rai parla della sua strategia per migliorare gli ascolti: “Non è escluso di spostare ‘Sunday Tabloid’ in seconda serata, mentre ‘Nemo’ può crescere”. Primi contatti con il conduttore di ‘Quelli della notte’: “È come un giovane pieno di entusiasmo”. Così Marco Castoro su “Il Messaggero”.

Ilaria Dallatana: “Vorrei rivedere Arbore su Rai 2”

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 30, di Marco Castoro.

Il direttore della seconda rete Rai parla della sua strategia per migliorare gli ascolti: “Non è escluso di spostare ‘Sunday Tabloid’ in seconda serata, mentre ‘Nemo’ può crescere”

Fare innovazione in Rai è davvero difficile. Quasi tutti i programmi nuovi stanno soffrendo il mal di ascolti. E il direttore di Rai 2, la rete che ha nel dna gli esperimenti, è finita sotto pressione per format innovativi come Nemo e soprattutto il talk Sunday Tabloid alla domenica. Ora però parte la seconda parte della sfida. Qualche accorgimento e soprattutto il tentativo di riportare su Rai 2 Renzo Arbore, che per la Dallatana è un “giovane” che parla ai giovani.

Ilaria Dallatana, è pentita di aver messo in palinsesto tante novità?

«Assolutamente no. Non ho cambiato moltissimo. Ho consolidato il daytime, dando più tempo al programma della Balivo, che resta un gioiellino anche in prospettiva. In prima serata di nuovo ci sono due programmi: questa sorta di joint venture con Michele Santoro, che tornerà a dicembre, e Nemo, la trasmissione più innovativa in assoluto».

Ma il ritorno di Santoro l’ha deciso lei o è stata messa davanti al fatto compiuto?

«Era uno dei nomi su cui mi piaceva declinare l’informazione. Tuttavia già prima del mio arrivo lui aveva stabilito, un contatto in azienda e proponeva nuove idee».

Gli ascolti di Nemo non hanno soddisfatto le aspettative. Perché?

«Puntavo a un 5%. È vero che siamo un punto sotto, però quando sperimenti una cosa nuova e rompi i cardini classici non è mai facile, anche perché Nemo non è un talk, i filmati non vengono lanciati come fanno le Iene. Sono fiduciosa. I conduttori funzionano bene. Due anime diverse, Valentina Petrini è l’aspetto ideologico, Enrico Lucci anticonformista e spiazzante. Forse hanno più bisogno di spazio sul palco. La fascia tra i 25 e i 44 anni è quella in testa agli ascolti di Nemo. Ottimo, anche perché non va dimenticato che il target leader nei programmi d’informazione è la over 60. Tuttavia il programma deve trovare il suo pubblico. Lo stiamo migliorando con delle piccole varianti».

E del talk Sunday Tabloid è pentita dell’orario?

«Forse sì. La collocazione è complicata, ma sono contenta di prodotto, squadra e filmati. Spostarlo in seconda serata? Non è escluso. Ci stiamo ragionando. Ma quella domenicale è una fascia ghiotta».

Il conduttore di Virus, Nicola Porro, rifiutò quell’orario e di recente ha sparato a zero sulla Rai…

«Per seminare così tanti veleni evidentemente Porro non è contento di quello che fa ora».

Comunque il compito di Rai 2 resta o no quello di innovare?

«Questa spinta all’innovazione è stata una richiesta chiara ed esplicita della direzione generale che io ho interpretato come essenziale per sopravvivere. La Rai può avere problemi nella velocità di mettere in atto le cose, in quanto siamo soggetti a uno statuto che crea un sacco di impedimenti. Tra tutte le tv di Stato siamo i più burocratizzati e questa è una cosa che la Rai subisce. Le difficoltà si incontrano perché si deve garantire il tipo di copertura di ascolti e con le novità si rischia. Non sempre si fa subito breccia e quindi devi sostenere l’onda d’urto che ti viene da fuori e non da dentro. Accontentare tante teste diverse non è semplice. Ma se non butti dentro qualcosa di nuovo sei morto».

Giorgio Gori lo sente spesso?

«Purtroppo lo sento poco, ahimè. Lo vorrei sentire molto di più. Di recente ci ho fatto un weekend, ma i suoi consigli li prenderei molto volentieri. Mi manca tanto perché ci ho lavorato 20 anni gomito a gomito. In verità trovo offensivo che qualcuno dica che chiamo Gori spesso. Solo chi non mi conosce può dire certe cose».

Il rapporto con Campo Dall’Orto?

«Con il dg si lavora bene, ti lascia molta libertà».

Sulla sua scrivania ci sono dvd e libri di Renzo Arbore. Come mai?

«Nutro da sempre una certa passione per Arbore».

Le piacerebbe lavorare con lui?

«A chi non piacerebbe? Lo trovo un professionista di straordinaria capacità ed entusiasmo. È giovane e ti fa sentire giovane. Stiamo pensando a delle cose che in realtà neanche lui sa. Sono ancora nella mia testa».

Allora perché non lo chiama?

«Veramente l’ho già incontrato».

 

(Nella foto Ilaria Dallatana)