Pubblicato il 15/10/2016, 16:07 | Scritto da La Redazione

I Medici, più divi che storia nell’epopea italoamericana

I Medici, più divi che storia nell’epopea italoamericana
Un dramma familiare, un giallo investigativo, un thriller politico, un'epopea dal ritmo incalzante. Ma chi cerca la storia per come è veramente accaduta, in questa fiction non ce la trova. Così su La Stampa.

Arriva su Rai 1 la coproduzione internazionale

 

Rassegna Stampa: La Stampa, pagina 30, di Michela Tamburrino

 

Arriva su Rai 1 la coproduzione internazionale
I Medici, più divi che Storia nell’epopea italoamericana

Un dramma familiare, un giallo investigativo, un thriller politico, un’epopea dal ritmo incalzante. Ma chi cerca la storia per come è veramente accaduta, in questa fiction non ce la trova. Ecco I Medici, la serie che andrà in onda in prima mondiale da martedì prossimo su Raiuno, una coproduzione internazionale fortemente voluta dalla Lux Vide e da Rai Fiction, con un cast da kolossal, reso ancora più brillante da Dustin Hoffman nei panni consunti di Giovanni de’ Medici e da Richard Madden in quelli del lungimirante figlio Cosimo. Divi precipitati in un contesto minuzioso nella cura estetica del dettaglio, tutto girato dove i fatti avvennero: Firenze, il Battistero, Pienza, la Val d’Orcia e la campagna Toscana con qualche aiuto tecnico sono tornate quattrocentesche. Luci sapientemente dosate perché è l’ombra dall’accezione multipla personaggio che si nasconde, persona che si disvela che si
vuole esaltare. Gli abiti, antracite, blu, e un verde plumbeo a evocare i banchieri londinesi avvolti nella nebbia d’intenti. Che di storia ce ne sia poca attorno alla famiglia che contribuì a creare il Rinascimento italiano e una nuova prospettiva di vita anche per chi alla nascita non ne aveva alcuna, è un fatto dichiarato dallo stesso sceneggiatore Frank Spotnitz, che con Nicholas Meyer ha creato il prodotto diretto da Sergio Mimica-Gezzan: «Non abbiamo voluto fare un biopic ma una storia dal taglio forte, restituendo fin nel look l’idea dei Medici e di quanto li circondava. Guardavamo più alla complessità della natura umana che al concatenarsi cronologico degli eventi. Attraverso i diversi caratteri abbiamo ricostruito l’anima di un momento storico senza pari. La meticolosità filologica l’abbiamo tradita. Io ho studiato ma poi ho messo in piedi una fiction prendendomi mille libertà e non me ne scuso. Davanti agli occhi avevo due film, Il padrino e Amadeus. Soprattutto quest’ultimo di licenze drammatiche se ne è prese tante e resta un film perfetto. E poi allontanarsi dalla storia era indispensabile, perché poco è chiaro del XV secolo e di quella famiglia di banchieri. Vedendo il nostro prodotto ci sarà chi avrà voglia di capire meglio da dove noi siamo partiti». E un bel salto di qualità è stato impresso anche da Dustin Hoffman, che per giorni ha letto e riletto, parlato e rimuginato, fino a fare di Giovanni, giura il regista, «l’interpretazione perfetta di Giovanni de’ Medici». Mentre il divo del Trono di Spade Richard Madden, presente solo al gran ricevimento a Palazzo Vecchio di Firenze, dove in serata sono arrivati anche il premier Renzi e i ministri Boschi e Franceschini, dice che dal suo personaggio ha imparato la prospettiva temporale, il disegno generale delle cose, che a 30 anni non viene spontaneo. Momento alto, la canzone di Skin, Renaissance, splendidamente interpretata. Tra gli attori italiani un bravissimo Guido Caprino, il braccio armato di Cosimo, Alessandro Prezioni, Brunelleschi, Sarah Felderbaum, la schiava Maddalena e Miriam Leone. Altro pregio della famiglia de’ Medici, sottolineato in fiction, fu quello di aver traghettato il mestiere del banchiere fuori dalla fama dell’usura, facendolo diventare un lavoro moderno. Certo non contemporaneo, questo sì, molto più assimilabile all’antica vulgata.

(Nella foto, un momento de I Medici)