Pubblicato il 12/10/2016, 15:34 | Scritto da Tiziana Leone

Paolo Sorrentino: Ho raccontato una Chiesa fatta di uomini reali

Paolo Sorrentino: “Le serie tv devono essere di per sé autosufficienti”

Cardinali pronti a tutto, in nome del potere, eminenze dalle spiccate attitudini omosessuali, suore che indossano magliette con la scritta «I’m virgin. But this is only a t-shirt», preti confessori disposti a svelare i peccati del Vaticano in cambio di un ruolo più importante, il Vaticano abitato da «uomini senz’anima» e la Chiesa che è femmina, perché lo dice la parola stessa. Nella sua serie The Young Pope il premio Oscar Paolo Sorrentino (guarda qui) non ha risparmiato al clero nulla. «In questo Paese il clero è stato sempre rappresentato nella sua infallibilità o nella sua malvagità. La mia idea era di raccontarlo per quello che è, fatto di uomini con le loro capacità, i loro limiti, le loro paure. Questo non credo sia mai stato fatto prima». Nel suo cast ha voluto, oltre a Jude Law, impeccabile protagonista, Diane Keaton, Silvio Orlando, Scott Sheperd, Cecile de France, Javier Camara, Ludivine Sagnier, Toni Bertorelli e James Cromwell.

Intrighi, giochi di potere, paure, dubbi, fino a un finale che darà al pubblico abbastanza soddisfazione, ma forse non tutta. «Le serie devono essere di per sé autosufficienti – insiste Sorrentino –. Non possono fare come le soap opera che rimandano la soluzione a una data da destinarsi. Però sono tante le storie che possono avere un’ulteriore apertura». Al di là di The Young Pope, Sorrentino sta conoscendo una seconda «giovinezza televisiva» grazie al ruolo di giurato nel Rischiatutto di Fabio Fazio e all’imitazione di Maurizio Crozza.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Paolo Sorrentino)