Pubblicato il 07/10/2016, 15:04 | Scritto da Francesco Sarchi

Usa: Netflix si dà al reality e mette in produzione 20 show

Anche Sylvester Stallone come produttore

Come riportato da più siti stranieri, Hollywood Reporter, Business Insider e Yahoo! Finance, il Direttore dei contenuti di Netflix, Ted Sarandos, alla Royal Television Society lo scorso 26 settembre ha rilasciato dichiarzioni che hanno tutta l’aria di essere una dimostrazione di forza sul mercato televisivo mondiale. «Abbiamo parecchi show non ancora annunciati in serbo», ha detto lo Chief Content Officer, precisando che il numero dovrebbe superare la ventina e che la compagnia vorrebbe concentrarsi sulla produzione di reality show che prevedano la competizione fra i concorrenti e ne è un esempio lampante Ultimate Beastmaster, progetto che ha coinvolto anche Sylvester Stallone nel ruolo di produttore esecutivo e che prevede la partecipazione di 108 concorrenti da tutto il mondo impegnati in prove di forza fisica e di superamento di ostacoli.  Netflix punta a espandere sempre più le proprie produzioni originali, per differenziarsi dai competitors e arricchire la propria offerta per i propri abbonati, diventando un brand d’eccellenza per quanto riguarda l’intrattenimento e ne sono una prova, sempre a parere di Sarandos, le 30 produzioni Netflix, i 35 programmi per bambini e i 60 documentari a catalogo. Il manager ha anche ricordato ai giornalisti come quest’anno siano stati ben 17 i loro show candidati agli Emmy Awards, per un totale di 54 nomination.

In Italia la critica che è stata maggiormente rivolta a Netflix è sempre stata la mancanza di prodotti nostrani e lo stesso Ted Sarandos ha ammesso che i prodotti di lingua inglese “viaggiano brillantemente” a livello globale, ma che l’impegno è quello di produrre più show anche a livello locale nei Paesi in cui il servizio è disponibile, con l’intento di distribuire tali produzioni anche negli Stati Uniti perché, per esempio, ci sono Paesi come il Giappone che richiedono produzioni proprie, tanto da consumare circa il 70% di programmi prodotti nei confini nipponici. Un altro esempio dell’intenzione di Netflix di avvicinarsi ai propri abbonati di lingua non anglosassone è l’aggiunta di sottotitoli e doppiaggi in turco e polacco. Ma non tutti vedono di buon occhio queste mire espansionistiche: il presidente di FX, John Landgraf, ha dichiarato il mese scorso che l’aumento quantitativo degli show televisivi implicherà, per forza di cose, un calo qualitativo degli stessi, che la sua emittente ha 17 show e che può tenerne al massimo 20 o 21. «Potete darmi tutti i soldi del mondo, ma state certi che non riuscirò mai a supervisionare 71 show nello stesso modo in cui riesco a farlo con i nostri», sono state le parole di Landgraf che, appunto, si è detto molto scettico sull’aumento a dismisura degli show televisivi.

Francesco Sarchi

(Nella foto Sylvester Stallone, produttore di Ultimate Beastmaster)