Pubblicato il 01/10/2016, 16:07 | Scritto da La Redazione

Silvio Orlando: “La paura, il caldo, Jude e Diane. Ecco il backstage del Giovane Papa”

La serie andrà in onda dal 21 ottobre su Sky Atlantic

 

Rassegna Stampa: Repubblica, pagina 62, di Arianna Finos

 

“La paura, il caldo, Jude e Diane

Ecco il backstage del Giovane Papa”

 

ROMA – SILVIO ORLANDO l’anti papa. Il grande antagonista del Young pope Jude Law di Paolo Sorrentino è il potente segretario di Stato Cardinal Angelo Voiello. Intrigante e simpatico. Innamorato della procace Venere di Willendorff e del tridente d’attacco del Napoli. Gestisce con mano ferrea capitali e segreti vaticani, ma è capace di insospettabili affiati d’amore. Una grande prova per Orlando, a giudicare dalle prime due puntate viste a Venezia della serie Sky Hbo in onda dal 21 ottobre su Atlantic. L’attore napoletano, 59 anni, si racconta con autoironia: «Ho fatto questo mestiere per essere amato. Poi però bisogna smuovere la terra ai gerani: sorprendere».

E la sua prima volta con Sorrentino.

«Paolo non mi aveva chiamato mai. In La grande bellezza ci sono tutti, anche mia moglie, Maria Laura Rondanini. Tutti tranne me. Pensavo: “Ci sarà un problema? Cosa mi vuole dire?”».

Invece, la convocazione.

«Mi arriva a casa la sceneggiatura. Il ruolo è potente, ma l’audizione verte sul primo incontro. tra Voiello e il papa: venti pagine in inglese».

Se l’è cavata?

«Tutt’altro. È sempre stato un cruccio: non mi sono mai innamorato di una straniera, sono pigro… Avevo dieci giorni, ho acchiappato dei coach, mi ha aiutato Bob Citrani. Alla fme Paolo mi ha detto: “Il personaggio è tuo”».

Chi è il Cardinal Voiello?

«È la Chiesa. Dici: “È corrotta”, poi due giorni dopo ti penti quando viene sequestrato il gesuita Dall’Oglio in Siria. E pensi “io in un lebbrosario non ci entrerei”. Allora qual è la Chiesa, quella degli scandali ,pedofili o quella dei Dall’Oglio? E’ tutto qui il mistero che tiene in piedi la “baracca”, come dice Voiello. Un impasto di sublime e vergognoso. In attesa degli illuminati, c’è bisogno di qualcuno che lavori nelle tenebre. Voiello tiene insieme l’apparato, lo difende dal mondo esterno».

Oggi c’è papa Francesco.

«Quelli come lui danno schiaffoni. Fa parte della manutenzione della vocazione, che altrimenti diventa mestiere».

Voiello e il papa americano sono anime antitetiche.

«Io sono un continuista, in teoria anche progressista. Uno che avverte il pericolo che possa esplodere tutto. Cosa fai se lo Spirito Santo non interviene nel conclave e c’è l’errore? In passato si risolveva anche brutalmente. Ma ora? Voiello è un uomo di stato che agisce con ogni mezzo».

Capace però d’insospettabile umanità.

«Quella è la mente di Paolo, che ti sorprende sempre. Scopri che quest’uomo grottesco e sgradevole passa il suo tempo libero con un ragazzo con un problema profondo, è il suo unico vero amico. Quando scoprirete la storia vi verranno i brividi, come è successo a me».

Ha studiato da prelato?

«Vivo in un istituto religioso in via di Monserrato. Spero che dopo questo film non mi diano lo sfratto. Si chiama Collegio inglese perché ci sono i ragazzini che studiano per diventare preti in Inghilterra. Da otto anni sono circondato da queste anime».

Cos’ha capito?

«Ho l’affaccio nel cortile, davanti a questi corridoi, queste ombre. La solitudine è l’elemento più forte. E Dio, che probabilmente non lavora H24, certe volte si riposa anche lui. Allora si è davvero soli. E ognuno si arrangia come può».

Cattolico?

«Cattolico così, come il 99 per cento degli italiani».

Com’è stato lavorare con Jude Law?

«Jude è un figo della madonna, ha messo a dura prova la mia eterosessualità. Ho pensato: ma non è che mi sono perso qualcosa? È un attore straordinario, un compagno di lavoro sempre sorridente malgrado gli otto mesi di caldo, lavoro duro, vestiti pesanti. Non poteva nemmeno sedersi per non sgualcire il costume, eppure mai uno scatto di nervi. Io mi mettevo in ginocchio con le sarte: “Oggi ci sono 37 gradi, ditemi che non si lavora…”».

Momenti critici sul set?

«Nella mia paranoia dell’inglese immaginavo tutta la troupe con le cuffiette ad ascoltare i miei errori d’inglese. Non so come sullo schermo non traspaia il panico. Avevo il terrore di un crollo nervoso. Di essere il virus che infetta un corpo meraviglioso. Mi immaginavo piangere sommessamente con Diane Keaton, che mi consolava “Silvio su, sei bravo, non fare così”. Povera donna, da Woody Allen, Warren Beatty, Al Pacino, Jack Nicholson, è finita in questa love story improbabile con Voiello, l’uomo col porro».

Del Sorrentino di Crozza che dice?

«L’altro ieri pensavo: “La serie avrà successo quando Crozza se ne occuperà”.

Si è fatto trovare preparato. Sono contento che Paolo l’abbia presa bene. Crozza ti svuota dall’interno, tira fuori un particolare e lo trasforma in boomerang. Attendo la parodia di Voiello, sarebbe il trionfo».

 

(Nella foto, Silvio Orlando)