Pubblicato il 28/09/2016, 19:35 | Scritto da Gabriele Gambini

Benedetta Mazza: Fariba è tosta da gestire, i #coniugi sono arroganti

Benedetta Mazza: “Abbiamo legato molto con i #socialisti e con gli #emiliani. Ne è nata una bella amicizia”



Pechino Express miete le prime vittime. Saltano le teste delle #naturali, al secolo Benedetta Mazza e Raffaella Modugno, ed è un peccato, perché abbinate a cotanta fisicità (senza ritocchi, questo spiega il loro hashtag), erano un bel vedere. Ma il darwinismo sociale dell’adventure game di Magnolia non perdona. Se aggiungiamo poi che le due ragazze si sono spupazzate la zavorra della “caravella” Fariba per un’intera giornata di gara – Fariba, ex #lepersiane nella scorsa edizione, Fariba, una forza della natura difficile da gestire anche per chi si proclama “naturale”, Fariba, una caravella che avrebbe dato del filo da torcere persino a Cristoforo Colombo – c’è materiale per una buona intervista. Che TvZoom ha realizzato con Benedetta Mazza.

L’arrivo delle tre caravelle ha aggiunto pepe alla gara. A voi è toccata Fariba.

Una personalità decisa. Ha subito cercato di imporsi. Voleva dimostrare a tutti i costi di poterci aiutare, forte della sua esperienza nell’edizione precedente del programma. La sua smania di prendere in mano la situazione ha creato qualche squilibrio all’interno del team. La giornata passata con lei è stata piuttosto impegnativa.

Un terzetto con caratteristiche diverse.

Io non sono una che urla o fa scene. Posso essere scambiata per una concorrente che non si espone, ma fa parte del mio modo di essere. Raffaella è più vulcanica di me, più incline alla battaglia verbale. Fariba scavalca le montagne, ma è tosta da digerire. Ciascuna ha portato in dote delle prerogative.

Pechino, invece, che cosa ha portato, nel carniere dei suoi ricordi?

Il fatto di essere catapultata fuori dal tempo. Il senso di libertà incredibile dettato dal vivere il momento, hic et nunc. Una sensazione pazzesca che, per un occidentale abituato alle comodità cittadine, è difficilmente replicabile. Pechino Express è una gara che si sovrappone, per il tempo in cui ne sei risucchiato, alla tua stessa vita. Ti fa cambiare le priorità.

Rispetto a quanto appare in tv, come cambia il punto di vista di un concorrente, dopo aver vissuto il percorso in prima persona?

La differenza la fa il montaggio. Per esigenze pratiche alcune scene sono tagliate e tante piccole gag che avvengono durante il percorso, non sono mostrate. Pechino è molto di più di quel che si vede in tv. Soprattutto in sede emotiva. Non è il Grande Fratello, dove si ha a disposizione un confessionale per sfogare la tensione del momento. L’emotività viene interiorizzata e si trasforma in battute, dialoghi divertenti, ritmi forsennati.

Per voi l’avventura è finita presto.

Mi sarebbe piaciuto continuare. Abbiamo scelto di porci per come siamo realmente, senza assecondare logiche di esibizionismo televisivo. Forse avremmo dovuto fare un po’ più di show. Ma il motivo per cui siamo state eliminate è stato la sfortuna, soprattutto coi passaggi in auto, autentica discriminante del successo di tappa.

Ci sono coppie che si prestano alla logica narrativa della tv. I #coniugi risultano antipatici a molti.

Vivevano un’incredibile ansia da prestazione. Al limite del fanatismo. Tra i due, anche se potrebbe non sembrare, la più forte è lei. A volte, si ponevano in modo arrogante verso gli altri. La loro condotta di gara non ha riscosso la mia approvazione. Per esempio, io non avrei mai pensato di scavalcare qualche coppia concorrente rubando dei passaggi. Non dico che noi siamo state delle sante, ma il loro modo di intendere il gioco non era il nostro.

Con chi invece avete legato?

Con i #socialisti e con gli #emiliani. Ne è nata una bella amicizia. Sono ragazzi come noi, vedono il mondo col nostro stesso punto di vista. Siamo simili.

E Lory Del Santo e Tina Cipollari, autentiche starlette del programma?

Lory è una donna autentica. Conosce i giovani e sa stare con loro. Con Tina non abbiamo avuto molte occasioni di interagire, ma penso che giochi parecchio sul suo essere un “personaggio”. A volte, esagerando un po’ nella costruzione di sé.

Pechino è terminato. Che cosa vorrebbe iniziasse ora?

Mi piacerebbe avere spazio per una conduzione o per un ruolo da inviata. La tv è un mestiere che si impara facendolo, accumulando esperienze con intelligenza e misura. Vorrei ottenere una visibilità professionale in virtù di meriti concreti, graduali, e non di esibizionismo del momento. Il successo ottenuto in breve tempo può essere bruciato in un tempo altrettanto rapido.

Una considerazione obbligata sul vostro hashtag, le #naturali. Davvero non prende in considerazione la chirurgia estetica per il futuro?

Non sono contraria ai ritocchi tout court, l’essenziale è che non siano utilizzati per omologare tutti a un unico trend estetico. Oggi la chirurgia non ha età, vi ricorrono anche ragazze giovanissime, spesso quando non ne hanno bisogno, per rincorrere il sogno di essere ciò che non sono. La pacifica convivenza con la propria immagine è fondamentale. Nel mio caso, sono formosa, non magrissima, cerco di mantenermi in forma, talvolta invidio delle mie amiche che sono autentici scriccioli a cui ogni vestito calza a pennello. Ma non ne faccio un dramma.

A proposito dell’essere formosa. Come giudica la categoria curvy a Miss Italia, argomento che la riguarda da vicino?

Da ex partecipante al concorso, credo sia utile per veicolare un concetto in Italia non ancora ben radicato. Quello della formosità sana, sullo stile sudamericano. Curvy non significa grassa in senso patologico. Significa mostrare come ci si possa mantenere in forma e apparire belle senza omologarsi a un’unica taglia valida per tutte le ragazze.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Raffaella Modugno e Benedetta Mazza)