Pubblicato il 24/09/2016, 16:01 | Scritto da Gabriele Gambini

Maria Express, parla TrashItaliano: Vorrei avere Gemma Galgani nella prossima edizione

Maria Express, parla TrashItaliano: Vorrei avere Gemma Galgani nella prossima edizione
Il suo progetto spopola sul web e si propone di unire l'universo di "Pechino Express" a quello di Maria De Filippi. Abbiamo incontrato Marco D'Annolfi, noto su Twitter col profilo "Trashitaliano" e abbiamo conversato con lui di tv e rete.

“In questa stagione televisiva, mi aspetto molto da Amici, dal nuovo programma di Simona Ventura, e dal palinsesto di Real Time”.

C’è Pechino Express, che su Rai 2 ogni lunedì sera snocciola sgomitate on the road, raccontando l’epopea di svariate coppie di concorrenti dipersi tra Colombia, Guatemala e Messico. Poi, sul web, c’è Maria Express. Di Pechino è uno spin-off dichiarato, e negli intenti non abbassa affatto la portata ludico-avventurosa, anzi. Anche in questo caso ci sono coppie ben assortite (pescate nel mare magnum degli youtuber più popolari) che si pestano i calli tentando di raggiungere un obiettivo che non è solo un premio: è affabulazione psichica per cultori dell’entertainment tv. In soldoni: Maria Express prevede una sfida in cui le coppie di youtuber di cui sopra (c’è anche Michele Bravi, ex X-Factor), partendo da Castel Sant’Angelo in Roma -dimora di papi, non Enrico – devono raggiungere i leggendari Elios Studio -dimora di Maria De Filippi – in località Settecamini, sudando settecamicie. Nessuna possibilità di usare mezzi pubblici (ma trattandosi di Roma, c’è chi dice che potrebbe essere un vantaggio), solo 2 euro di budget. È consentito l’autostop, ma non l’utilizzo di telefonini o ipad. Lo spettacolo fa molto ridere, è orchestrato dalla mente di Trashitaliano, al secolo Marco D’Annolfi, entità social divenuta leggendaria grazie a gif e commenti sul mondo della tv. In particolare sulle sortite di Tina Cipollari e dei protagonisti di Uomini e Donne. Con il sostegno di Showreel, Maria Express è alla seconda edizione. Domenica 25 settembre ci sarà la finale in anteprima sul profilo twitter di Trashitaliano, con la De Filippi che premierà i vincitori.

Abbiamo intercettato D’Annolfi-Trashitaliano, ci siamo fatti raccontare i dettagli della sua idea, cercando di capire come il termine “trash” – ossessione portante del suo protagonismo social – possa essere elevato a propositivo corollario scacciapensieri della tv e della rete.

La struttura di Maria Express è dichiaratamente ispirata a quella di Pechino.

Pechino ha fornito l’ispirazione. Abbiamo pensato di crearne una versione dedicata al mondo del web allestendo un cast di personaggi che sul web sono nati e grazie al quale si sono fatti conoscere. Molti li conoscevo, sono amici, li ho scelti perché la loro popolarità in rete garantiva quella visibilità necessaria a un progetto che non nasce come format tv.

Poi c’è il tocco magico della presenza di Maria De Filippi, che aleggia su tutto il percorso.

Maria è adorata in rete, i suoi programmi scatenano alcuni tra i più interessanti e divertenti commenti di tutto l’entertainment televisivo, anche dal mio profilo twitter.

Roma fa da sfondo al percorso dei concorrenti. Perché proprio Roma?

Da un lato, per comodità, è la città che conosco meglio e che ben si sposa all’idea di raggiungere gli Elios Studio come tappa finale. In realtà, per questa seconda edizione, avevamo pensato anche a Milano. Oppure a Pavia, città dove è nata Maria. Terremo in considerazione le ipotesi per le prossime edizioni.

Il vostro è un progetto web, con collegamento diretto all’universo tv. Un modo per creare una linea di demarcazione tra i due device o per unirli?

Non vedo divisione tra i due mondi. Restano cose diverse, gli stessi protagonisti di Maria Express sono personaggi della rete e non della tv, ma il progetto contribuisce a fondere i due elementi. Basti pensare agli ingredienti di base: l’ispirazione su Pechino, la presenza di Maria De Filippi come riferimento principale, l’utilizzo dei commenti social per raccontare ciò che avviene nel piccolo schermo.

Come a Pechino, anche qui i concorrenti devono affrontare prove lungo il percorso. Alcune di esse vi hanno divertito in modo particolare?

Tutte le prove hanno un gusto insensato e surreale che diverte molto. Soprattutto quando i concorrenti interagiscono con persone esterne. Per esempio, quando hanno dovuto cercare un cinese che traducesse delle frasi/indizio sul percorso da seguire. Non si sa mai come gli estranei possano reagire in contesti simili. Ciò favorisce una portata realistica al racconto. Mostra il mondo, in particolare la realtà di Roma, per come è davvero. Senza costruzioni autoriali.

Non ci sono costruzioni autoriali. Vi è capitato però, in fase di montaggio, di dover tagliare o rimescolare alcuni aspetti del girato?

Per motivi evidenti, abbiamo eliminato alcune scene, quando il linguaggio era troppo spinto. Oppure, ci è capitato di essere fermati dalle forze dell’ordine nei pressi di località come la Stazione Termini o i monumenti di grande rilevanza, a causa della tensione sulla sicurezza, scaturita dai recenti fatti di cronaca.

È stato complicato arruolare guest star come Rudy Zerbi?

Tutt’altro. Conosco bene Rudy e ha accettato di buon grado. Tutte le guest sono intervenute senza difficoltà.

Chi vorrebbe avere, nel futuro?

Gemma Galgani. Sarebbe molto divertente.

Da fruitore e commentatore della tv, invece, chi vorrebbe vedere invece in un futuro cast di Pechino?

Dico ancora Gemma Galgani. Secondo me farebbe il botto. Pechino ha il grande merito di sdoganare personaggi mostrandone sfaccettature inedite.

A proposito: il lunedì sera che cosa guarda? Pechino o il GF Vip?

Domanda cattiva. Intendo seguire Pechino, soprattutto perché penso che Tina Cipollari offra spunti straordinari. Ma facendo zapping per valutare, di volta in volta, la forza del GF. La sua formula è ormai consolidata e arcinota, ma personaggi come Valeria Marini possono fornire occasioni non da poco.

Il suo profilo Twitter si chiama Trashitaliano e l’accezione “trash”, nella vulgata radical, è associata a contenuti pecorecci o diseducativi.

Il significato positivo del termine trash si annida in tutto ciò che fa spettacolo o intrattenimento pop, senza puntare a un valore didattico della tv, che non reputo come il luogo ideale per coltivare ambizioni di spiegazione dei massimi sistemi. Ma non lesinando su contenuti articolati, divertenti, capaci di far staccare il cervello allo spettatore con un racconto ironico.

Il significato negativo, allora, dove sta?

Quando si smarrisce la portata intelligentemente ludica del racconto e ci si focalizza con toni estremi, per esempio, su fatti di cronaca o sulla spettacolarizzazione della politica. Quelli sono argomenti importanti per la nostra società e dovrebbero essere trattati con la giusta misura.

Altra osservazione: i protagonisti di Maria Express sono youtuber, categoria al centro di qualche polemica nel passato recente, perché accusata di aver preso in appalto il racconto della realtà, sottraendolo in parte alla cronaca giornalistica, senza possederne adeguate credenziali.

Credo che la polemica sia pretestuosa. Gli youtuber o, come si dice, gli influencer, non pretendono di sostituirsi ai professionisti del giornalismo. Si tratta di ruoli molto diversi. Può capitare che una web star con un seguito nutrito racconti alcuni aspetti di un evento o di una vicenda, ma senza la completezza d’approfondimento, che è appannaggio di chi possiede le competenze per farlo.

Da fruitore di tv. Il primo programma che ha acceso le sue passioni.

C’è posta per te, perché amo le saghe familiari, declinate con un linguaggio immediato, magari colorito. E il Grande Fratello, perché ha creato un genere.

Che cosa si aspetta dalla stagione appena iniziata?

Attendo novità ad Amici, e confido nel nuovo programma di Simona Ventura. Mi interessano molto anche i programmi di Real Time come Il Boss delle Cerimonie, perché raccontano uno spicchio di realtà con le prerogative prima elencate.

La stuzzica l’idea di apparire davanti a una telecamera?

No. Mi trovo bene dove sto. Coltivo ciò che faccio con passione, ma vorrei rimanesse un hobby. Capace, beninteso, di garantirmi soddisfazioni.

Gabriele Gambini