Pubblicato il 15/09/2016, 11:33 | Scritto da La Redazione
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Il flop di Politics mette in crisi Daria Bignardi

Rai, Politics fa flop. Bignardi e Semprini sono già sulla graticola

Rassegna stampa: Il Giornale, pagina 7, di Laura Rio.

Solo il 3,4% per il nuovo talk show. Il Senato dà il via libera: tetto stipendi a 240mila euro.

Adesso la strada per Gianluca Semprini e per la sua direttrice Daria Bignardi si fa in salita. La seconda puntata di Politics, il programma che avrebbe dovuto cambiare il modo di fare approfondimento su Rai 3, martedì sera si è fermato al 3,45 per cento di share con soli 835.000 spettatori. La settimana scorsa, al suo debutto, Semprini aveva avuto come scusante per gli ascolti non altissimi (5,5%) il forfait dato all’ultimo momento del pentastellato Luigi Di Maio. L’altra sera il deputato si è presentato in studio come promesso e la sua presenza avrebbe dovuto dare una forte spinta agli ascolti del programma. Invece, alla fine, complice anche una seconda parte noiosa dedicata ai sindaci, i numeri sono risultati troppo bassi per una rete come Rai3 e per un progetto su cui si puntava così tanto. E anche il confronto con l’avversario diretto diMartedì su La7 è impietoso: il talk di Floris al suo debutto stagionale ha realizzato il 6,05 per cento con 1.048.000 spettatori. E anche se si tiene conto del fatto che il talk dura molto di più di Politics, quest’ultimo ha la peggio anche nel confronto in sovrapposizione.

In più neppure Mi manda Raitre che seguiva Politics è andato bene. Ora la Bignardi ha il fianco scoperto soprattutto perché sono in molti a ricordarle di aver scelto di assumere un giornalista di Sky e di averlo motivato dicendo che all’interno dell’azienda pubblica non aveva trovato un profilo adeguato per quel ruolo. Infatti già ieri l’Usigrai (sindacato giornalisti Rai) ha commentato acido: «A domande precise, risposte precise: chi pagherà per il flop di Politics?». Il solito Anzaldi, deputato Pd, ha commentato che questo risultato «rappresenta il coronamento di una strategia tafazziana e suicida della Rai, più volte denunciata e che, purtroppo, viene da lontano. Prima è stato permesso l’addio di Floris, provocando la fuga di metà del pubblico sulla rete rivale, poi è stata decisa la chiusura definitiva di Ballarò e la sperimentazione di un nuovo formato proprio al martedì sera, mentre sarebbe stato meglio sperimentare in un’altra serata».

Il Codacons, nella persona del presidente Carlo Rienzi, chiede la chiusura del programma perché i «dati di ascolto dimostrano il mancato gradimento da parte del pubblico». A parte la follia di deputati e rappresentanti di associazioni private che si permettono di suggerire ai vertici Rai cambi di programmazione e pure sostituzioni di conduttori facendo nomi precisi, la situazione per Semprini si fa difficile. Intanto il Senato ha messo un tetto alle retribuzioni Rai: 240mila euro per tutto il personale e i consulenti. Vedremo. In ogni caso, siamo solo all’inizio di stagione, tutti i nuovi programmi di informazione sono partiti con bassi ascolti e, di solito, si dà il tempo di crescere. Bisognerà vedere se Politics riuscirà a recuperare, anche se qualcuno già prospetta uno spostamento di messa in onda oppure una chiusura definitiva del programma.

 

(Nella foto Daria Bignardi)