Pubblicato il 28/07/2016, 19:32 | Scritto da Alfio Rossi

Usa: come gli americani vedono Gomorra? Meglio di noi

Usa: come gli americani vedono Gomorra? Meglio di noi
Jack Hadley, critico televisivo, sul sito EqView.com affronta il problema del “rischio emulazione” della serie tratta dal romanzo di Roberto Saviano in maniera razionale. Cosa che in Italia non riusciamo a fare.

Jack Hadley: “Ciò che distingue Gomorra è la sua rappresentazione della violenza”

 

Mentre in Italia, culla delle mafie più antiche e pericolose del mondo, ancora si discute sul valore pedagogico che può avere Gomorra sulle nuove generazioni e sul pericolo di emulazione (secondo alcuni cervelloni, dopo aver visto una puntata della serie di Sky Atlantic, qualche adolescente potrebbe sentire il desiderio di affiliarsi alla Camorra), negli Usa, invece, il dibattito è di tutt’altro genere. Il critico televisivo Jack Hedley, sul sito EqView.com, affronta il tema dal lato opposto. Se negli Stati Uniti serie come i Soprano trattano il crimine come un business, con regole e codici ben precisi, dove Tony Soprano come tutti i manager stressati va dallo psicologo, è un integerrimo padre di famiglia e cerca di tenere gli innocenti fuori dal suo “lavoro”, in Gomorra, invece, tutto questo non esiste. Nella serie, tratta dal romanzo di Roberto Saviano, non compaiono personaggi positivi, l’ambientazione è sempre dark, i protagonisti sono tutti spietati e assetati di sangue e vendetta. Secondo il blogger americano è impossibile fare il tifo per loro, facendo un divertente paragone: «Immaginate Breaking Bad, popolato esclusivamente dal Walter White della terza stagione in avanti».

E ancora: «Ciò che distingue la serie è la sua rappresentazione della violenza. Gomorra rappresenta questa violenza per quello che è nella vita reale: terribile. Mai è raffigurata come necessaria, eroica, o anche visivamente soddisfacente. La violenza compare a sangue freddo, mettendo le azioni dei personaggi nella loro giusta luce. Ciro e Genny agiscono impunemente e li vediamo per quello che sono: egoisti e patetici, mai come duri e puri». Le uniche figure innocenti che raramente compaiono nelle puntate della serie sono quasi sempre vittime di violenza gratuita, che inevitabilmente mette a disagio lo spettatore.

L’articolo, poi, evidenzia anche le scelte stilistiche della regia: dalla fotografia, con la scelta di una luce sulfurea emblematica dei cieli inquinati sopra le periferie napoletane, le immagine statiche sulle zone industriali degradate, le case popolari di Scampia e le spiagge sporche. «È una festa per gli occhi, ma che ti lascia felice per la distanza che c’è tra te e il brutto e sporco mondo che Ciro e Genny si contendono», scrive Hedley. Insomma, c’è davvero ben poco da emulare.

 

Alfio Rossi

 

(Nella foto una scena di Gomorra)