Pubblicato il 13/07/2016, 11:48 | Scritto da La Redazione
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Cairo: “Con il 40% Rcs mando a casa il cda e governo l’azienda”

L’ offerta perdente sarà revocata

 

 

Rassegna Stampa: La Repubblica, pagina 28, di Giovanni Pons

 

Cairo: “Con il 40% Rcs mando a casa il cda e governo l’azienda”

All’Opas dell’editore di La7 è arrivato finora il 9,5% a Bonomi il 2,3%. L’ offerta perdente sarà revocata

 

Un altro 6% del capitale di Rcs Mediagroup è passato di mano ieri in Borsa a tre giorni dalla conclusione delle due offerte pubbliche lanciate da Urbano Cairo e Andrea Bonomi (quest’ ultimo insieme a Mediobanca, Della Valle, UnipolSai e Pirelli). La quotazione del titolo Rcs ha chiuso al massimo di seduta a 0,987 euro (più 0,82%), non lontano da 1 euro che rappresenta il cash per azione offerto da Bonomi.

Dal canto suo il titolo Cairo communication è salito a 4,542 euro, in progresso del 2% che porta a una valorizzazione implicita di Rcs pari a 1,067 euro. In serata sono state poi comunicate le adesioni giunte finora alle due offerte: quella di Cairo ha raggiunto il 9,5% del capitale Rcs e quella di Bonomi il 2,3%. A quest’ ultima bisogna poi aggiungere il 22,6% già posseduto dai soci di Bonomi che così raggiunge il 24,25%. Il 9,5% all’ Opas, invece, è arrivato in parte dallo stesso Cairo, che aveva acquistato il 4,72% attraverso le sue holding personali, e un altro 4,176% da Intesa Sanpaolo che ha sempre sostenuto la bontà del progetto industriale dell’ editore alessandrino e lo ha anche sostenuto con Banca Imi e mettendo a disposizione della società una linea di credito da 140 milioni. Inoltre, fanno sapere fonti vicine a Cairo, i fondi Antares, Ersel e Nextam avrebbero dato mandato irrevocabile a consegnare le proprie azioni Rcs all’ Opas per un totale di circa l’ 11%.

Parlando in una conferenza stampa sui nuovi palinsesti de La7 Cairo ha poi risposto agli attacchi che gli erano arrivati da Bonomi. Riguardo il valore della sua offerta, confutata dal patron di Investindustrial, ha detto: «La componente cash dell’ offerta non influisce sul valore delle azioni del mio gruppo. Questa tesi è sbagliata e contraria al principio della partita doppia. A fronte dell’ uscita di cassa – ha sottolineato Cairo – la società acquisisce tra le proprie attività un pari valore di azioni Rcs». Uno scivolone, quello in cui sono incorsi Bonomi e i suoi soci, che, per Cairo, rischia di mettere in dubbio la loro credibilità finanziaria. «È incredibile che una persona che fa tutti quegli investimenti debba dire una roba del genere. Se lo pensa sul serio sono preoccupato per i suoi investitori…», ha chiosato Cairo. È stato inoltre chiarito, attraverso quesiti informali dei legali alla Consob, che solo un’ offerta può risultare vincente. Se entrambe le offerte, come probabile, prenderanno meno del livello minimo di adesione indicato inizialmente (50%+1 per Cairo e 66,7% per Bonomi) allora chi prenderà la quota maggiore dovrà decidere se con quella partecipazione riuscirà a controllare la società. In caso di risposta positiva accetterà le azioni e l’ offerta perdente, a quel punto, decadrà, e gli azionisti che hanno apportato azioni all’ offerta perdente avranno cinque giorni di tempo per migrare su quella vincente oppure possono tenersi le proprie azioni Rcs e venderle successivamente sul mercato. Infine, Cairo ha dichiarato che in caso di sua vittoria con il 40% «potrei revocare questo cda di Rcs, cosa che farei subito, per nominarne uno nuovo e governare ». Mentre «il direttore del Corriere della Sera è bravo, per me Fontana rimarrebbe». Se poi Cairo si diluisse sotto il 51% nella sua casa editrice sarebbe pronto a riacquistare azioni (un 5%) per tornare alla soglia di controllo, anche con un altro investitore.

(Nella foto, Urbano Cairo)