Pubblicato il 12/07/2016, 14:31 | Scritto da La Redazione

Da Lucia a Portopalo, così la fiction Rai rivisita la cronaca

Cristiana Capotondi nei panni della Annibali e Beppe Fiorello protagonista della tragedia avvenuta a pochi chilometri dalla Sicilia

 

 

Rassegna Stampa: Il Tempo, pagina 22, di Marida Caterini

 

Nella prossima stagione La storia della Annibali e il naufragio

Da Lucia a Portopalo

Così la fiction Rai rivisita la cronaca

 

La drammatica vicenda di Lucia Annibali, la gioavane avvocatessa sfregiata in viso dall’acido su commissione dell’ex fidanzato, e il tragico naufragio avvenuto nel Mediterraneo la notte di Natale del 1996: sono due delle fiction previste nella prossima stagione su Rai1. Fanno parte di un trend ispirato a fatti di cronaca sui quali Rai Fiction sta organizzando parte del racconto televisivo. Sarà Cristiana Capotondi ad interpretare Lucia Annibali nel tv movie dal titolo “Io ci sono”, sottotitolo “Una storia di non amore” le cui riprese si sono da poco concluse. Beppe Fiorello avrà il ruolo di protagonista nella miniserie I fantasmi di Portopalo ispirato ad un fatto di cronaca vera: il naufragio a pochi metri dalle coste della Sicilia di una imbarcazione con a bordo 283 migranti. Una tragedia dimenticata che ha anticipato le infinite altre avvenute negli anni seguenti nelle acque del Mediterraneo e che ancora non accennano a finire. «Raccontiamo una storia di infinita sofferenza ma anche di rinascita» ha più volte detto Cristiana Capotondi sul set di Io ci sono. Lucia Annibali, la protagonista , assisteva alle riprese e dava consigli e suggerimenti affinchè la sua storia fosse raccontata nella maniera giusta ed arrivasse al cuore delle telespettatrici evidenziando quei segnali negativi che lei, nel proprio uomo, aveva sottovalutato. Vittima di un agguato ordinato dall’ex fidanzato Luca Varani nel 2013,la Annibali ha subito 17 operazioni al volto per poter riacquistare un aspetto dignitoso. Il tv movie ripercorre tutta la vicenda tratta dal libro scritto dalla stessa Lucia Annibali il cui titolo “Io ci sono” è il medesimo della fiction. Le riprese si sono svolte quasi interamente a Pesaro, dove è avvenuto il fatto di cronaca. Le scene degli interventi chirurgici sono state ambientate a Parma al Centro Grandi Ustioni dove Lucia Annibali fu trasportata dopo aver ricevuto i primi soccorsi all’Ospedale di Pesaro. La regia del tv movie è di Luciano Manuzzi. L’attore Alessandro Averone interpreta Luca Varani, avvocato ed ex fidanzato dellaAnnibali con il quale ha anche una certa somiglianza. Varani, attualmente in carcere, è stato intervistato, lo scorso 4 febbraio da Franca Leosini all’interno di una delle puntate del ciclo di Storie maledette. Il tv movie si inserisce in un contesto finalizzato a realizzare un’opera di prevenzione contro i femminicidi. E la stessa Lucia Annibali si prodiga, in prima persona, per spronare le donne a denunciare sempre e comunque le violenze di cui sono vittime. Ancora un ruolo drammatico ma intenso per Beppe Fiorello. Realizzata dalla casa di produzione Picomedia, sono in corso, in Sicilia, le riprese della miniserie in due puntate “I fantasmi di Portopalo” ispirata al libro omonimo scritto da Giovanni Maria Bellu. Nel cast, accanto a Fiorello c’è l’ attore Giuseppe Battiston, la regia è di Alessandro Angelini. Molti altri interpreti sono giovani attori mentre hanno una parte integrante nella fiction, i pescatori dei luoghi dove si svolgono le riprese. La troupe sta girando attualmente, in provincia di Siracusa in piccoli borghi marinari tra cui la frazione di Marzamemi. Le due puntate da cento minuti ciascuna raccontano, dunque, quanto accadde nella notte tra il 25 ed il 26 dicembre del 1996: nei pressi di Portopalo di Capo Passero, cittadina a58 chilometri da Siracusa, affonda una nave con 283 migranti di origine indiana, pakistana e tamil che tentavano di arrivare in Italia. Ma nessuno registra la tragedia che passa sotto silenzio. Passa del tempo prima che si scopra l’orrore. Infatti solo agli inizi del 1997 cominciano ad arrivare dalla Grecia le prime notizie alle quali le autorità italiane non prestano fede perché, tra l’altro, il mare non aveva restituito corpi a distanza di settimane. Ma i pescatori della zona, per lunghissimo tempo, nelle loro reti, accanto al pescato trovavano resti di corpi umani. Se si fosse avviata un’indagine sicuramente quella zona di mare adibita alla pesca sarebbe stata chiusa con grave danno per l’economia. Bisognò attendere il 2001 per far luce completamente su quella che è stata la più grande tragedia navale del Mediterraneo dalla fine della Seconda guerra mondiale.

(Nella foto, Cristiana Capotondi)