Pubblicato il 28/06/2016, 18:34 | Scritto da Andrea Amato

Rai Revolution: e se questa fosse davvero la volta buona?

Il direttore generale Rai alla sua prima presentazione dei palinsesti autunnali.

Dopo mesi di silenzio, a parte un paio di interviste, oggi il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto ha presentato i palinsesti autunnali delle reti Rai (leggi qui le novità). Quasi un anno di mandato, in cui la tv di Stato ha racimolato il 38% di share media in prime time: «I dati Auditel non sono la mia ossessione, noi abbiamo un’altra missione», dice il dg, tant’è che però subito dopo sottolinea il fatto che 36,8 milioni di italiani guardano una rete Rai almeno una volta al giorno. Si tratta del 63% della popolazione italiana. Ma da subito il pallino di Campo Dall’Orto è stata la «media company», l’innovazione, vuole passare alla storia come il direttore che ha traghettato viale Mazzini nel terzo millennio. E così, con altrettanta soddisfazione, evidenzia come 1,1 milioni di browser unici abbiano guardato la partita Italia-Svezia, che 500mila applicazioni siano state scaricate negli ultimi sei mesi e che con 8 milioni di tweet generati la Rai sia il primo editore su Twitter.

«Gli altri concorrenti si stanno spostando, per ragioni industriali, sui contenuti premium, lasciando libero campo alla Rai di raccontare l’Italia. Ed è quello che faremo». Quando è arrivato il dg ha trovato una situazione digital davvero imbarazzante: «E così abbiamo fatto in 10 mesi quello che andava fatto negli ultimi 10 anni», per questo a settembre lanceranno la nuova piattaforma Rai Play, che porterà la polverosa tv di Stato alla stregua dei competitor più high tech. «Rai Movie e Rai Premium diventeranno le piattaforme per i film e le fiction on demand», dice. Finalmente anche la Rai ha capito che la battaglia è sui contenuti e sulla tecnologia per fruirla in ogni momento, e così da settembre avremo il 33% della programmazione delle reti Rai completamente rinnovata, con in autunno 37 programmi nuovi di intrattenimento e 5 fiction inedite.

Campo Dall’Orto è un uomo di prodotto, uno che conosce perfettamente il medium tv e così anche i suoi direttori di rete (Ilaria Dallatana in testa) e oggi, per la prima volta, si è respirata davvero aria fresca. Per la prima volta ci è sembrato di vedere un direttore generale interessato a presentare un piano editoriale coerente, ma innovativo, senza doversi preoccupare troppo di ragioni politiche o di altre inutili sabbie mobili che hanno tenuto immobilizzata la tv di Stato per decenni. Oggi, finalmente, si ha una visione proiettata verso il futuro e non solo verso le prossime elezioni. Non c’è che dire, sulla carta la rivoluzione sembra essere già a buon punto. Che sia la volta buona?

Twitter@andreaaamato

(Nella foto Antonio Campo Dall’Orto)