Pubblicato il 21/06/2016, 19:30 | Scritto da Gabriele Gambini

Video – Ernst Knam: Per vincere Bake Off ci vuole tanta grinta e poco buonismo

Video – Ernst Knam: Per vincere Bake Off ci vuole tanta grinta e poco buonismo
Il pasticciere, ai microfoni di TvZoom, spiega come sarà la nuova edizione del cooking show di Real Time e cosa bisogna fare per vincere.

Ernst Knam: “Saremo tre giudici, questo vuol dire che per fortuna mangerò meno”

Rock’n’roll, sport, disciplina e tanti dolci. Questa è l’essenza del successo di Ernst Knam, il re del cioccolato. Uno che, nei suoi laboratori, quando prepara le sue creazioni, ascolta Iron Maiden e Led Zeppelin, mica pizza e fichi, mica il pop canzonettistico dei triangoli “sole, cuore, amore” che, diciamolo, hanno anche rotto un po’ le scatole. Lo storico giudice di Bake Off Italia non è uomo da dubbi o incertezze evidenti. Da ex calciatore professionista nella serie B tedesca, sa che per arrivare sulla cima bisogna sacrificarsi, e lo pretende anche dai concorrenti del talent show dolciario condotto da Benedetta Parodi, giunto alla quarta edizione, da settembre su Real Time. «Se una competizione è sana e leale, non deve esserci spazio per eccessive indulgenze. Bisogna essere preparati, concentrati, dare il massimo e puntare al primo posto. Il secondo posto è il primo dei perdenti. Mi aspetto quest’attitudine dai partecipanti. Non scordiamolo, si tratta di amatori catapultati in un contesto difficile come quello dell’alta pasticceria».

Ma l’attitudine da duro, ingrediente indispensabile per recitare il ruolo del giudice integerrimo, è mitigata da una simpatia che cresce alla distanza. Specie quando rievoca le edizioni passate del programma: «Mi è rimasto impresso il percorso di gara di Federico Prodon, nella seconda edizione. Aveva tutto per vincere. Era cinque spanne sopra gli altri per tecnica e capacità. Nonostante questo, è scivolato sulla buccia di banana della disattenzione durante una prova, e non ce l’ha fatta». Questo perché, continua Knam: «In cucina, con un primo o un secondo piatto, una valutazione imprecisa degli ingredienti non rovina necessariamente una ricetta. In pasticceria, no. La precisione nei quantitativi è fondamentale». E lo dice con aria sorniona, come se fosse appena uscito da un racconto di Eta Hoffmann, anche lui tedesco doc, dove i dolci a volte diventano moneta di scambio per affabulare i più piccini e i più golosi. Ma anche per spaventarli un po’.

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Gabriele Gambini

(Nella foto Ernst Knam)