Pubblicato il 15/06/2016, 14:31 | Scritto da La Redazione

Mediaset tenta la sfida a Youtube

La sfida si presenta impari e difficilmente sostenibile

Rassegna Stampa: MF, pagina 15, di Andrea Montanari

Mediaset tenta la sfida a Youtube

II Biscione sale al 40% della start-up italiana Blasteem

LA TV DEI BERLUSCONI HA IN MANO IL 40% DELLA START-UP VIDEO ITALIANA BLASTEEM

 

Di recente oltre 60 webstar hanno lasciato la piattaforma online controllata da Google per approdare al nuovo progetto sostenuto dal Biscione. Che nel 2015 aveva trovato l’accordo con Mountain View

La sfida si presenta impari e difficilmente sostenibile. Ma in Italia c’è qualcuno che prova a scalfire il primato assoluto di Youtube, la piattaforma di video online controllata da Google. Partito da Torino, il progetto Blasteem in pochi mesi ha già trovato il sostegno del groppo Mediaset, che dapprima ha rilevato il 14,3%, per poi salire al 28% e oggi al 40%. Un investimento minimo, di poco più di 1 milione, ma significativo se si considera che, come emerso a inizio mese, Blasteem ha strappato a Youtube più di 60 cosiddette webstars che assieme capitalizzano un pubblico di più di 20 milioni di fan. Si è ancora distanti anni luce dai numeri della piattaforma made in Usa, ma è già un primo passo verso la diversificazione. E magari con il sostegno, anche pubblicitario, della tv guidata da Pier Silvio Berlusconi, per la start-up torinese gestita da Corrado Camilla (di cui la Showlab controlla il 60%), l’espansione entro i confini nazionali (e non solo) può essere più rapida. Ma in questo investimento del Biscione – la partecipazione del 40% è detenuta da Rti, la stessa società del groppo che controllava Mediaset Premium – c’è un altro aspetto da non sottovalutare. Perché il broadcaster di Cologno Monzese, lo scorso ottobre, dopo che nel 2008 aveva avviato una importante azione legale nei confronti di Google, aveva sottoscritto con il colosso di Mountain View, un «significativo accordo di collaborazione che apre nuove prospettive nei rapporti tra i due player e pone fine a quasi otto anni di contenziosi». L’intesa riguardava proprio la possibilità per Mediaset di mandare in onda i propri contenuti digitali su Youtube e Google Play, dopo che queste piattaforme distributive, secondo le interpretazioni del management del Biscione, avevano caricato e messo in onda 65mila video prodotti dal network presieduto da Fedele Confalonieri, pari a 315.672 giornate di visione da parte dei telespettatori e a un bel gruzzoletto pubblicitario. E per questa ragione, con la causa legale, la tv commerciale italiana aveva chiesto complessivamente un risarcimento danni di 800 milioni, cifra ovviamente poi non ottenuta con l’accordo tombale siglato meno di un anno fa con Google, e del quale tuttavia non si conoscono i dettagli economici: nei documenti contabili del Biscione, infatti, si fa solo riferimento all’ intesa siglata e a i suoi contenuti commerciali e distributivi. E che comunque Mediaset, per presidiare il territorio e soprattutto il bacino di investimenti in advertising, volesse in qualche modo tenere a freno le velleità di Google (oramai secondo player del mercato pubblicitario, proprio alle spalle di Publitalia, con una raccolta di 1,26-13 miliardi annui), lo dimostra l’accordo siglato lo scorso febbraio con Yahoo per «la vendita di pubblicità display, native, video e content marketing su Yahoo.it. Partnership che consentirà alla concessionaria specializzata Mediamond (la joint venture Mediaset- Mondadori) di raggiungere un target di 21,2 milioni di utenti unici su base mensile, posizionandosi proprio alle spalle del polo Google-Youtube. Seconda piazza oggi detenuta dalla casa editrice di Segrate dopo l’acquisto di Banzai Media.

(nella foto, un’immagine di archivio)