Pubblicato il 06/06/2016, 13:32 | Scritto da La Redazione
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Viacom: la partita per il controllo si gioca in famiglia, senza regole

Viacom: la partita per il controllo si gioca in famiglia, senza regole
Più colpi di scena che in «Beautiful»: Shari Redstone è contro tutti e tiene anche Wall Street con il fiato sospeso. Un colosso da 40 miliardi. La lotta per il controllo del gruppo media (Cbs) coinvolge figli e nipoti del fondatore 93enne. Così su “CorriereEconomia”.

Viacom: la telenovela più vista è quella in famiglia

Rassegna stampa: CorriereEconomia, pagina 18, di Maria Teresa Cometto.

Più colpi di scena che in «Beautiful»: Shari Redstone è contro tutti e tiene anche Wall Street con il fiato sospeso. Un colosso da 40 miliardi. La lotta per il controllo del gruppo media (Cbs) coinvolge figli e nipoti del fondatore 93enne.

II destino di uno dei maggiori gruppi di media al mondo, Viacom, dipende da una signora sconosciuta al largo pubblico: Shari Redstone, 62 anni, madre di tre figli e nonna di due bimbi. È la figlia di Sumner Redstone, il magnate americano che con una serie di aggressive scalate ha costruito un impero del valore di 40 miliardi di dollari, con dentro la stessa Viacom e la rete tv Cbs. Ebbene, gli intrighi e i colpi di scena di Beautiful, la soap opera più seguita al mondo e prodotta da Cbs, sono niente in confronto a quelli che travagliano la famiglia Redstone e che vedono protagonista la figlia Shari contro tutti: contro ceo e presidente di Viacom, Philippe Dauman e contro quasi tutti gli altri membri del cda; contro Manuela Herzer e Sydney Holland, rispettivamente l’ex badante e l’ex fidanzata del padre Sumner; e contro la nipote Keryn, figlia del fratello Brent.

Doppia quotazione Wall Street, dove sono quotate sia Viacom sia Cbs, guarda lo spettacolo con il fiato sospeso e sembra tifare per Shari Redstone. Infatti le quotazioni di Viacom sono risalite del 16% dallo scorso 20 maggio, quando Dauman e il consigliere George Abrams sono stati estromessi dal trust (organismo fiduciario) che gestirà le azioni delle due società quando il padre Sumner sarà morto o incapace di intendere e volere. Se il magnate Redstone, che ha appena compiuto 93 anni, sia ancora in possesso delle sue facoltà mentali è proprio la questione al centro del groviglio di cause legali che stanno animando la soap-opera. Secondo i nemici della figlia Shari, lei starebbe manipolando il padre per conquistare il completo controllo dell’impero. Che ha una struttura complicata: l’80% delle azioni Viacom e Cbs con diritto di voto sono possedute da National amusements, una società non quotata, fondata dal capostipite della famiglia, il nonno di Shari.

Quelle azioni saranno ereditate dai nipoti di Sumner Redstone: i tre figli di Shari, Kimberly, Brandon e Tyler e i due di Brent, Keryn e Lauren. Per tutelare gli interessi dei cinque eredi, c’è poi il trust con sette consiglieri: Shari e suo figlio Tyler, tre avvocati e, prima della defenestrazione, Dauman e Abrams, sostituiti da due persone vicine a Shari. A decidere il cambiamento è stato ufficialmente Redstone padre, ma Dauman e Abrams hanno fatto causa sostenendo che l’ultra novantenne non è più in grado di prendere decisioni e che dietro lui a comandare c’è in realtà la figlia. Appoggiano questa tesi e l’azione legale i consiglieri di Viacom che temono di essere licenziati a breve insieme al ceo; e anche la nipote Keryn, da sempre in lotta con la zia Shari.

Anche la badante La prima ad attaccare la figlia di Redstone era stata la badante Herzer, che lo scorso ottobre era stata cacciata dalla villa del magnate a Beverly Hills, Los Angeles. Ma a metà maggio il tribunale ha sentenziato che ad allontanarla era stato davvero il vecchio. Subito dopo è arrivata la notizia del siluramento di Dauman e Abrams ed è partita la loro causa. Shari Redstone ha spiegato che non ha alcuna intenzione di prendere lei le redini di Viacom. Ma ne avrebbe la capacità e la competenza, sostengono i suoi fan. Nata e cresciuta vicino a Boston, dove tuttora vive, si è laureata in legge e ha iniziato a lavorare come avvocato, come pure aveva fatto il padre. Poi nel 1999 è entrata nel business della famiglia, chiamata dal padre stesso: si è occupata per anni della catena di sale cinematografiche di National amusements, espandendola anche fuori dagli Stati Uniti, in Sud America e in Russia, e introducendo innovazioni come i posti «premium» con l’offerta di cena e cocktail.

Dopo il divorzio dei genitori, sancito nel 2002, Shari sembrava l’erede designata a guidare l’impero. Il padre l’ha fatta nominare vice presidente di Viacom nel 2005, ma da lì in poi il loro rapporto si è guastato. Secondo i suoi detrattori, la figlia era troppo invadente e assetata di potere. Chi la difende sottolinea invece come Shari fosse l’unica nel consiglio di Viacom a capire la rivoluzione digitale che sta trasformando il business dello spettacolo e della tv: «Non e’ una minaccia, ma un’opportunità – ha detto Shari a Hollywood Reporter -. Sedersi sugli allori è come morire»,

Svolte Emarginata dal padre e da Viacom, nel 2011 Shari Redstone si è buttata sulla nuova frontiera: ha fondato Advancit capital, una società di venture capital specializzata in startup che usano le tecnologie per innovare nei media e nello show business. A conferma del suo acume, fra i suoi primi investimenti c’è Maker studios, un network di programmi online molto popolare fra i giovani, venduto poi per 500 milioni di dollari a Disney. I canali Mtv di Viacom, al contrario, nati come fenomeno giovanile adesso sono in crisi di audience, come gli altri canali del gruppo. E Dauman, ceo dal 2006, non sembra capace di risollevarne le sorti, ma ha continuato ad essere uno dei top manager più pagati in America: 54 milioni di dollari nel 2015, il quarto compenso più alto, mentre le quotazioni di Viacom sono crollate di oltre il 40%. Per questo Wall Street spera che Shari porti aria nuova nel gruppo.

(Nell’immagine il logo di Viacom)