Pubblicato il 04/06/2016, 15:05 | Scritto da Gabriele Gambini
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Video – Francesco Arca: Finalmente recito in uno sceneggiato in costume

Francesco Arca: “Interpreto un uomo che lotta per i suoi diritti”.

«Il mio personaggio, Brando, è un cavatore di marmo, lavora nelle cave di Carrara in un periodo storico, il 1913, di grandi tensioni sociali. È un aizzatore, uno abituato a seguire il cuore e l’istinto prima del raziocinio, e si impegna a difendere la sua categoria professionale mettendosi a capo delle lotte di rivendicazione dei lavoratori», dice Francesco Arca, protagonista di Sacrificio d’Amore (prodotto da Endemol Shine, su Canale 5 nel 2017, leggi qui). La fiction certifica il ritorno del feuilleton e del melò in una grande produzione in costume per la prima serata. Lo incontriamo nei Laboratori Artistici Nicoli, a Carrara, luogo simbolo di una città operosa e inquieta, teatro, nei primi decenni del secolo scorso, di importanti spinte anarchiche e rivoluzionarie che hanno animato il dibattito intellettuale nazionale.

La vita di Brando è destinata a cambiare nel momento in cui incontra Silvia (Francesca Valtorta), infermiera di cui si innamorerà, sposata con Corrado (Giorgio Lupano), proprietario delle cave. Il triangolo sentimentale diventa la leva per raccontare un’epoca a cavallo tra la belle epoque e la Prima Guerra Mondiale. «Un’epoca – prosegue Arca – di cui si parla poco, perché risucchiata dall’imminenza del grande conflitto che devasterà l’Europa. Mi sto documentando ancora adesso, per calarmi nella parte. Leggo saggi storici, guardo documentari. Soprattutto, cerco di liberare la mia parte più istintiva: fin da piccolo, non ho mai taciuto davanti alle ingiustizie. Ho sempre usato la mia fisicità per difendere i più deboli, anche a scuola. Questi tratti mi appartengono».

E lo dice calcando la mano su una gestualità molto fisica, che ne definisce la sostanza caratteriale e psicologica. Qualità che hanno spinto il direttore artistico del progetto, Daniele Carnacina, a cucire su di lui il ruolo dell’eroe popolano e tormentato. Una sorta di Renzo Tramaglino senza la copertura politica della Provvidenza manzoniana, ma capace di sovrapporre le pulsioni d’amore alle rivendicazioni di classe. Come spiega in questo video.

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Gabriele Gambini

(Nella foto Francesco Arca)