Pubblicato il 02/06/2016, 15:03 | Scritto da Andrea Amato

Emergenza comunicazione in Rai: Ilaria Dallatana chiede aiuto fuori

Emergenza comunicazione in Rai: Ilaria Dallatana chiede aiuto fuori
La direttrice di Rai 2 si è resa conto che i fornitori esterni di ufficio stampa non sono attrezzati per combattere ad armi pari con Sky, Mediaset, Discovery e Netflix.

Oggi la partita televisiva si gioca molto sulla comunicazione di prodotto.

La rivoluzione e modernizzazione della Rai dovrà passare inevitabilmente dal ripensamento strategico e strutturale della comunicazione di prodotto. Il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, dalla prima ora del suo insediamento, ha parlato di trasformare Viale Mazzini in una media company e lui stesso sa che questo processo passa inevitabilmente, nel percepito dello spettatore e dell’investitore pubblicitario, anche dalla comunicazione dei contenuti. Lo scenario competitivo negli ultimi 24 mesi ha avuto un trasformazione incredibile, sia per l’arrivo di Netflix, ma anche per il consolidamento di Sky e Discovery e per il risveglio di Mediaset, che ha adottato politiche e strategie più moderne rispetto al passato. La Rai, da questo punto di vista, è ancora molto indietro e noi giornalisti di settore ce ne rendiamo conto ogni giorno.

A oggi, le gare d’appalto per un’agenzia di comunicazione esterna prevedono paletti molto restrittivi: 500 euro a puntata (immaginate uno show da 8-10 puntate) con l’obbligo di avere la presenza fissa di una persona. Questo, inevitabilmente, porta a escludere le grandi agenzie, dando spazio a piccole realtà poco strutturate, che per contenere i costi garantiscono al massimo la presenza di uno stagista, con il conseguente risultato di non essere incisivi dal punto di vista comunicativo e di non segnare le differenze del prodotto.

La prima nuova arrivata a lanciare l’allarme pare sia stata Ilaria Dallatana, direttrice di Rai 2, una vita in Mediaset e poi in Magnolia, donna di prodotto e grande conoscitrice dei media. Dallatana in pochi mesi ha capito la falla di sistema, chiedendo formalmente la possibilità di mettere in gara grandi agenzie di comunicazione, però ovviamente con budget diversi, sapendo bene che gran parte della partita se la gioco su quel terreno. Che cosa le abbiano risposto i vertici di Viale Mazzini ancora non ci è dato saperlo.

Con tutti gli sprechi perpetrati in Rai, secondo noi, quello della comunicazione dei contenuti deve invece diventare un asset, per poter competere ad armi pari con gli altri player, che ogni volta alzano l’asticella per marcare il territorio. Se la nostra tv di Stato internamente non ha le competenze e le figure per giocare questa partita, inevitabilmente dovrà esternalizzare il servizio e di volta in volta scegliere il partner migliore. I risparmi, poi, si potranno fare da molte altre parti. Ve lo garantisco.

twitter@andreaamato

(Nella foto Ilaria Dallatana)