Pubblicato il 27/05/2016, 15:34 | Scritto da Gabriele Gambini

Video – Carlo Lucarelli: Com’è cambiata l’Italia attraverso la cronaca nera

Video – Carlo Lucarelli: Com’è cambiata l’Italia attraverso la cronaca nera
Lo scrittore riparte con la serie “Profondo nero” su Crime+Investigation”, da martedì 14 giugno alle 22.55. Ai microfoni di TvZoom ha raccontato le novità di questa seconda stagione.

Carlo Lucarelli: “La cronaca nera piace al pubblico perché fa parte della nostra vita purtroppo”

Come un Caronte della divulgazione noir, Carlo Lucarelli cammina nei corridoi della centrale Termoelettrica di Porto Tolle: un luogo che sembra sbuffare vapori cyberpunk coi suoi polmoni d’acciaio. «Appena l’ho vista, mi è sembrato di essere nella scena finale di Terminator. Tubi dappertutto, un’atmosfera a metà tra inferno tecnologico e fiaba moderna», dice lo scrittore. Queste suggestioni, l’hanno convinto a sceglierla come sfondo per il ritorno di Profondo Nero (prodotto da Betamedia, in onda da martedì 14 giugno alle 22.55 su Crime+Investigation, canale 118 Sky e su Sky On Demand). «In quest’edizione – prosegue- abbiamo scelto di raccontare casi di cronaca che sono anche pezzi di storia italiana, perché vanno a braccetto col cambiamento della società». 

«Paura, eh?», direbbe lui. A buon diritto. Si parla del Mostro di Firenze, primo serial killer italiano con strascichi investigativi tuttora irrisolti, e poi di Wilma Montesi, primo caso mediatico di nera, di Ermanno Lavorini, della “belva” Rina Fort, che nel 1946 ha ucciso a sangue freddo una madre coi suoi bambini, di Franca Viola, prima donna italiana a opporsi al matrimonio riparatore che l’avrebbe dovuta unire al suo violentatore. «Tante ‘prime volte’ per l’Italia, raccontate in modo circostanziato ma rapido, grazie alla collaborazione dei ragazzi di Bottega Finzioni». Perché per Lucarelli, la chiave per imbastire un prodotto efficace, ma estraneo a sensazionalismi pacchiani, è la semplicità unita al rigore formale. «La cronaca nera affascina sempre, è lo specchio in cui riconosciamo i nostri vizi e le nostre virtù, un termometro di ciò che ci circonda. Quando un caso può essere dipanato con chiarezza, tenendone in mano tutti i fili, senza spettacolarizzarne la componente morbosa e sanguinolenta, allora si crea una narrazione di qualità». Numeri alla mano, non si può dargli torto: l’edizione scorsa di Profondo Nero è stata seguita da 211mila spettatori medi per episodio e 1,2milioni spettatori unici.

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Gabriele Gambini

(Nella foto Carlo Lucarelli)