Pubblicato il 25/05/2016, 11:31 | Scritto da La Redazione

Antonio Campo Dall’Orto: rivoluzione a Rai 2 e il caso Referendum

Rai 2 in silenzio e il calvario per il “Sì” in Viale Mazzini

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 3, di Ca.Te.

Le decisioni di Campo dall’Orto in vista del referendum. Dal giovedì “bonificato” alla tendenza “varietà”.

Il governo invoca sempre un servizio pubblico televisivo con il fatidico “sguardo rivolto al futuro”. Il solito mantra per sedurre gli abbonati ormai disillusi. Stavolta, la Rai non delude. Il futuro è ottobre, il referendum confermativo sulla riforma che porta il nome di Maria Elena Boschi. In Viale Mazzini è tempo di palinsesti, di incastri e di abnormi sbavature, e il referendum è un appuntamento che condiziona pure le scelte di Antonio Campo Dall’Orto, l’amministratore delegato di estrazione renziana. Come sostengono numerosi partiti politici e associazioni civiche in numerosi esposti al controllore Agcom, il comitato per il deborda ovunque. Una rapida sintesi: di recente, i canali del servizio pubblico hanno ospitato le interviste a Matteo Renzi, al ministro Boschi, a Giorgio Napolitano, mentre il comitato per il No lamenta uno scientifico boicottaggio.

Con queste premesse, ragionano in Viale Mazzini, sarà un calvario affrontare la campagna elettorale di ottobre e, soprattutto, gestire la par condicio che dovrebbe scattare un mese e mezzo prima dal voto, dunque agli inizi di settembre. Il rimedio è il silenzio, che ingabbia il comitato per il No. Meno talk show in onda, meno confronti fra il Sì e il No: oltre ai telegiornali che dovranno centellinare i secondi, il dibattito sarà confinato al sapore antico di una tribuna politica anni 60. Dettaglio: il genere fu creato dal governo di Amintore Fanfani, il politico democristiano, e toscano, che gli attuali ministri e lo stesso Renzi ammirano. Non s’è ancora esaurita la polemica per la rottura con Nicola Porro, che vuol dire la soppressione di Virus su Rai 2, ma il direttore Ilaria Dallatana ha già bonificato il giovedì sera, che da sempre sigilla la settimana con un programma d’informazione. La giustificazione posticcia: per non danneggiare il Rischiatutto di Fabio Fazio su Rai 3, un evento per l’azienda, almeno sino a ottobre (a referendum consumato) Rai2 proporrà un telefilm per i giovani.

Quando c’è una manovra da imporre, di mezzo ci finisce l’alibi “giovani”. Allora l’informazione scompare da Rai2? Non proprio. Diventa infotainment, informazione più intrattenimento. Il mercoledì, però. Per Rai 3 è scontato l’addio di Massimo Giannini da Ballarò. Il capo Daria Bignardi ha intenzione di conservare il nome, almeno per amore di tradizione, ma Ballarò sarà più leggero. È la tendenza al varietà, che tutto trasforma e tutto ingloba. Ancora la Bignardi: per Rai3 è prevista una striscia quotidiana, pochi minuti per una rubrica d’attualità. Questa era una soluzione individuata per Bianca Berlinguer, che sarà costretta a lasciare il Tg3. Le promesse troppo premature rischiano di evaporare nel nulla. E pare il caso di Bianca Berlinguer. Non è detto. Perché il capitolo telegiornali sarà inaugurato dopo le elezioni comunali. Qui sarà valutata l’autonomia di Viale Mazzini, che per ora asseconda Palazzo Chigi. Per il Tg1 è prevista la riconferma di Mario Orfeo, per il Tg2 si profila un giornalista non interno e renziano, per il Tg3 la contesa è aperta.

(Nella foto Antonio Campo Dall’Orto)