Pubblicato il 22/05/2016, 12:01 | Scritto da La Redazione
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I talk diventano più leggeri e fanno ascolti con gli esperti di cibo

I talk diventano più leggeri e fanno ascolti con gli esperti di cibo
Causa crisi d' attenzione nei confronti della «politica-politica», si cerca rifugio nell' alimentazione e nei «rischi» dei vaccini. Così su Il Corriere della Sera.

Il primo a distaccarsi dai suoi temi più consoni è stato Giovanni Floris

 

Rassegna Stampa: Corriere della Sera, pagina 55, di a.g. in collaborazione con Massimo Scaglioni

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I talk diventano più leggeri e fanno ascolti con gli esperti di cibo

Che fine hanno fatto i talk politici? Costretti ad abbandonare i temi forti, tipo lo scontro parlamentare fra i partiti o l’ approvazione delle leggi, per far spazio a temi decisamente più «leggeri», di costume, tradizionalmente adatti ai contenitori del pomeriggio. Causa crisi d’ attenzione nei confronti della «politica-politica», si cerca rifugio nell’ alimentazione e nei «rischi» dei vaccini. Ma è una strategia che paga? Dipende. Il primo a distaccarsi dai suoi temi più consoni, almeno nella seconda parte della trasmissione, è stato Giovanni Floris nel suo «Di Martedì». Le nuove star del salotto dell’ ex giornalista Rai sono nutrizionisti, esperti di cibo e opinionisti vari: nell’ eterna (fin che dura) battaglia col rivale Massimo Giannini (in onda alla stessa ora su Rai3), Floris ha in effetti guadagnato progressivamente terreno. Se la media annuale del programma raggiunge 1.082.000 spettatori (5,5% di share), dal mese di aprile «Di martedì» ha raccolto 1.238.000 spettatori medi, per una media del 6,4%, dunque un punto in più di share.

A premiare «la svolta» è soprattutto il pubblico femminile, che è tradizionalmente meno interessato al talk politico puro: sul target femminile, Floris cresce di quasi un punto e mezzo di share.

Cresce lievemente – ma meno di La7 – il «Ballarò» di Giannini, che sfiora ad aprile e maggio il 6% di share (contro una media del 5,6%). Il caso più imprevisto è però quello di Nicola Porro. Non appena la «nuova Rai» ha annunciato la soppressione del programma per carenza di ascolti (media 4,4%), ecco che Porro «azzecca» due puntate, superando di gran lunga il milione di spettatori e, rispettivamente, il 5,6% e il 6,4% di share. Dalla politica il programma si è spostato sull’ allarmismo ingiustificato per gli «effetti collaterali» dei vaccini.

Questa resta, purtroppo, una legge della tv: a spararle grosse si ottiene attenzione e ascolti.

(Nella foto, un momento di Di Martedì su La7)