Pubblicato il 18/05/2016, 15:31 | Scritto da La Redazione

Canal Plus ha perso 260 milioni nel 2015 e correi ai ripari con Premium

Canal Plus cerca il rilancio con Premium

Rassegna stampa: Il Giornale, pagina 19, di Maddalena Camera.

I problemi della pay tv di Vivendi. Pesano le perdite. Bollorè taglia le spese e gli aiuti al cinema francese.

Vita dura per la tv a pagamento in tempi di Internet dilagante. Se non sei Netflix, presente, grazie all’uso intensivo della rete, in oltre 70 Paesi, ma sei una pay tv di mezz’età, come Canal Plus, e radicata in un solo mercato, quello francese, i bilanci puntano al rosso. Lo sa bene il patron di Vivendi Vincent Bollorè che controlla la pay tv d’Oltralpe (in chiaro e a pagamento), che ha perso 180 milioni nel 2014, 260 nel 2015 e rischia un rosso di oltre 400 milioni nel 2016. Il primo trimestre di Vivendi, i cui conti sono stati resi noti la settimana scorsa, vede l’utile netto calare del 27% con fatturato stabile, nonostante il calo registrato dai ricavi di Canal Plus (-3,1%). La pay tv con abbonati in frenata ha dovuto stringere la cinghia sul Festival di Cannes, dove l’emittente era sovrana. Niente feste faraoniche e superlussi.

Bollorè ha imposto un drastico taglio dei costi e delle spese inutili. Una strategia che è messa in pratica anche in Italia nella controllata Telecom, dove l’ad Flavio Cattaneo sta effettuando un’attenta spending review che parte dalla bolletta dell’energia elettrica. Quanto a Canal Plus a tremare per la riduzione dei delle spese c’è anche il cinema francese, che potrebbe perdere circa 200 milioni di euro all’anno di contributi. La strategia sarebbe quella di concentrare gli investimenti su meno titoli, con maggiore garanzia commerciale, togliendo di fatto ossigeno alla produzione d’autore. Insomma anche in questo caso Netflix ha fatto scuola: basta pellicole troppo cerebrali e più serie tv, da guardare tutte di un fiato, tipo House of Cards. Con l’obiettivo di distribuire queste serie in tutto il Sud Europa, e per questo Canal Plus ha comperato Premium da Mediaset e punta su Telefonica, con cui i rapporti sono molto buoni, per la Spagna e l’America Latina. Con Mediaset ci sono anche progetti di produzione di film e serie tv da vendere tramite i telefoni cellulari.

Bollorè, in una recente intervista al quotidiano francese Les Echos, ha rilanciato la politica dei risparmi e dei nuovi servizi on demand non soltanto in Francia. Il progetto passa inoltre per una riduzione del tempo di trasmissione in chiaro, insolitamente elevato su Canal Plus, e per l’ampliamento dell’offerta sportiva, grazie all’accordo per la distribuzione in esclusiva delle reti satellitari di Beln Sport, la pay tv del Qatar che ha comperato parte dei diritti di calcio della Premier League francese ma anche la Champions, il torneo di tennis di Wimbledon e il basket Usa. L’accordo con la televisione fondata da Al Jazeera attende ora il via libera dell’Antitrust. Canal Plus, però, non si ferma. Recentemente ha acquistato anche i diritti per il campionato di rugby francese. La battaglia a Netflix, insomma, è soltanto all’inizio.

(Nella foto Vincent Bollorè)