Pubblicato il 18/05/2016, 11:31 | Scritto da Pietro Berna

Da Fiorello a Bonolis, tutte le occasioni perse da Antonio Campo Dall’Orto

Fiorello, Bonolis e Cattelan hanno rifiutato le offerte Rai.

Doveva essere la rivoluzione della Rai dopo decenni di immobilismo totale. Si era scelto un direttore generale “moderno”, affidandogli i poteri di un amministratore delegato. Doveva essere la Seconda Repubblica della tv di Stato, invece finora è stato un ufficio di collocamento per dirigenti salottieri, che almeno ha avuto il merito di “deromanizzare” e “depoliticizzare” i vertici di Viale Mazzini, puntando su figure editoriali e di puro prodotto. Ma a pochi settimane dalla presentazione dei palinsesti autunnali, prevista per il 28 giugno, la Rai di Antonio Campo Dall’Orto sembra essere quella delle occasioni perse. Per non parlare delle prossime nomine dei direttori dei telegiornali, previste dopo le elezioni amministrative.

Da mesi si parla del ritorno di Paolo Bonolis nella tv di Stato, uomo dal registro nazionalpopolare e dagli ascolti record, e proprio per questo Mediaset non può permettersi di lasciarselo scappare. Lucio Presta, spietato agente del conduttore, ha sventolato per mesi la proposta Rai davanti agli occhi dei vertici di Cologno Monzese, minacciando una fuga verso Viale Mazzini per strappare un sostanzioso ritocco al contratto, che dopo i dati Auditel di Ciao Darwin dovrebbe arrivare senza troppi problemi. Anche perché Bonolis tornerebbe in Rai per uno show di prima serata e per rifare il Festival di Sanremo, appaltato per altri due anni a Carlo Conti. Improbabile una coabitazione dei due in riviera.

La seconda grande occasione persa è quella di riportare Fiorello in pianta stabile su Rai 1 con la sua Edicola, opportunità che ha colto al volo Sky, come lo stesso showman siciliano ha praticamente annunciato ieri (leggi qui). Quella di Fiorello è davvero una brutta botta, perché in Viale Mazzini lo aspettavano da cinque anni e la sua ospitata al Rischiatutto di Fabio Fazio aveva fatto ben sperare il direttore dell’ammiraglia, Andrea Fabiano. Ma la pay tv satellitare ha evidentemente avuto argomenti migliori. Antonio Campo Dall’Orto, poi, sperava anche di riappropriarsi di Alessandro Cattelan, suo pupillo ai tempi di Mtv e oggi considerato il conduttore under 40 più bravo che ci sia, ma ai microfoni di TvZoom lo stesso Cattelan ha annunciato di avere ancora un anno di contratto con Sky e che comunque allo scadere il primissimo interlocutore rimarrebbe comunque la pay tv di Murdoch (guarda qui).

Il grave problema della Rai sul fronte talent pare proprio essere l’incapacità di fare vivaio, di crescere nuovi volti, nuovi conduttori, di lanciare giovani dal talento cristallino e dal futuro brillante, come per esempio ha fatto Sky recentemente con Lodovica Comello, appena venticinquenne, portata alla conduzione di Italia’s Got Talent, anche in chiaro su Tv8, per sostituire la navigata e amatissima dal pubblico Vanessa Incontrada. Scommessa vinta alla grande con una padronanza del palco e della diretta che ha stupito i più critici, e riconferma per la prossima edizione del programma. La tv di Stato dovrebbe avere proprio un ruolo di scouting, potendosi permettere di prendere molti più rischi degli editori privati, ma questo non avviene, tant’è che sui canali di servizio pubblico ci sono sempre gli stessi volti da anni. Insomma, allo stato dell’arte nel mazzo di Campo Dall’Orto la carta più forte da giocare alla presentazione dei palinsesti potrebbe essere Michele Santoro, appena diventato azionista de Il Fatto Quotidiano, che però con il tramonto del ventennio politico di Berlusconi sembra aver perso la ragione di esistere in tv.

Twitter@pietroberna

(Nella foto Antonio Campo Dall’Orto)