Pubblicato il 12/05/2016, 15:32 | Scritto da Gabriele Gambini
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Federico Russo: Dall’Eurovision a Emozioni e The Voice, il mio maggio con la musica

Il conduttore: “L’Eurovision è un evento europeo e spero possa mandare un messaggio di unità per tutti i Paesi del continente, valicando ogni barriera artificiale”.

«Maggio è il mio mese rock’n’roll», ridacchia Federico Russo commentando il triplice presidio dei fronti televisivi che lo riguardano nel quinto mese dell’anno. I live di The Voice, «Il momento più interessante del programma, perché confrontarsi con la messa in onda dal vivo è sempre più stimolante di una registrazione», il ritorno di Emozioni (prodotto da Stand by Me, da lunedì 16 maggio alle 00.15 su Rai 2) «Dove cercherò di raccontare gli aspetti multiformi della vita quotidiana attraverso il fil-rouge della musica, con ospiti e notizie inedite», e l’appuntamento con la finale degli Eurovision, sabato 14 maggio in prima serata su Rai 1, che commenterà da Stoccolma a fianco di Flavio Insinna.

Procediamo con ordine: The Voice.

Nei live c’è sempre qualcosa da mettere a punto, c’è da saggiare la risposta del pubblico, c’è un’adrenalina pazzesca intorno ai coach e c’è il nostro impegno a mantenere alta la tensione dall’inizio alla fine. Rispetto alla prima fase, che è registrata, dunque rilassata, siamo molto più concentrati.

Come valuta l’interazione tra i coach?

Ciascuno è riuscito a imporre la sua personalità secondo le aspettative iniziali. Emis è molto diretto, sa farsi trovare pronto. Dolcenera ne sa a pacchi, sulla musica è davvero preparata. È folle ed estrosa, ma, se avete notato, ha saputo contenersi di più rispetto alla prima fase. Max è colto e buono, un fratello maggiore. In lui si vede tutto lo scarto che esiste tra la dicitura incombente di “giudice” e quella più completa di “coach”. Raffaella è il volto solidissimo del programma.

La componente dell’imprevisto gioca un ruolo chiave in un live.

Gli imprevisti succedono costantemente. L’essenziale è saperli gestire. Può succedere che il palco non sia pronto, e in quel caso devo riuscire a temporeggiare inventandomi contenuti senza essere fuori contesto. Dopo il tributo a Prince, è capitato che Giorgia Alò ed Edit Brinca dovessero salire assieme sul palco, ma che non fossero pronte, non azzeccando i tempi. La sporcatura fa parte della diretta e la arricchisce, rendendola naturale e non macchinosa.

Ha dei preferiti tra i finalisti?

Li ho, ma sarebbe scorretto dirlo ora. Il pubblico però ha già fatto capire con chi sta. Almeno in parte.

Le sarà dispiaciuto, però, per qualche eliminato.

Ovviamente, per tutti. Ma se devo dire un nome, mi dispiace per Edith Brinca. Ha un potenziale notevole, ha avuto la sfortuna di finire al ballottaggio con Giorgia Alò, dotata di una voce pazzesca.

Ecco. La voce, la tecnica. Questi aspetti non sono sufficienti per costruire una popstar. Ogni volta, l’incombenza per un finalista di affermarsi a talent show concluso, colpisce The Voice più di altri programmi analoghi.

Più di ogni altro talent show, The Voice riesce a mettere in luce concorrenti con una storia articolata da raccontare. Non è scontato. Per il resto, vale il discorso che ho già affrontato in passato: a programma terminato, conta la forza del brano inedito, il supporto delle radio e dei discografici. Una serie di dinamiche imprescindibili per costruire un progetto extra televisivo.

A proposito di progetti televisivi e non: ci sono voci che vorrebbero The Voice verso una destinazione extra Rai.

Rispondo come risponderebbe un calciatore in questo periodo dell’anno: non mi interessano le voci di calciomercato. Personalmente, spero di condurre il programma su Rai 2 l’anno prossimo.

Nel frattempo, è in rampa di lancio con l’Eurovision.

Stoccolma è la mia città preferita d’Europa. Lo show è imponente, una bella scommessa per Rai 1. Con l’auspicio di fare da traino per l’arrivo della manifestazione anche in Italia. Questi eventi rappresentano la forza di un’Europa viva, unita, senza barriere.

Come vede la competizione?

Francesca Michielin, vada come vada, ha un profilo internazionale spendibile. Soprattutto, ha gusto musicale. Il gusto è componente essenziale del talento. Non avrebbe senso ridurre la propria portata musicale ai soli confini nazionali.

L’Italia come è messa, musicalmente parlando, rispetto alle altre nazioni?

L’Eurovision ha una smaccata componente pop che rende l’Italia competitiva e pronta. Certo, se si deve parlare di altri generi musicali che non riguardano questa manifestazione – penso al rock – ci sono Paesi che dettano legge rispetto ai quali abbiamo molto da imparare. Un nome su tutti, l’Inghilterra.

Dividerà la conduzione con Flavio Insinna.

Flavio gestirà la conduzione col suo estro comico. Sarà la componente energica del duo. Io proverò a commentare da vicino gli spunti musicali offerti dagli artisti. Che saranno molti, tutti interessanti: l’anno scorso ero rimasto affascinato dai PKN, la band finlandese punk-metal composta da disabili. Sia per il messaggio espresso dalla loro condizione fisica, niente affatto invalidante, sia per il genere musicale proposto, che in Scandinavia è molto diffuso e non fatica a raggiungere le prime posizioni delle chart.

La musica in tv diventa racconto in grado di trasmettere messaggi. Dall’Eurovision, senza scordare il ritorno di Emozioni, che si avvale di un articolato lavoro di ricerca.

Quest’anno abbiamo pensato a un nuovo tessuto narrativo per il racconto musicale: Emozioni playlist. Una compilazione ad hoc di canzoni rappresentative dei diversi momenti di vita quotidiana. Una playlist dedicata ai viaggi, #playlistviaggio, una ai momenti di intimità, #playlistsesso, una all’estate, #playlistestate, e così via. In questo modo, la scelta di un tema prestabilito diventa la leva per scoprire aspetti inediti della canzoni chiamate a rappresentarlo. Accanto a questo, ci saranno molti ospiti, da Riccardo Cocciante a Gino Paoli, da BabyK a Federico Zampaglione, da Irene Grandi a Nino Frassica. Io cercherò di essere il trait d’union.

Facciamo un gioco. La sua canzone ideale per rappresentare un viaggio.

Il viaggio, di Daniele Silvestri. Ma anche Ziggy Stardust di David Bowie, a cui sono molto legato. Ziggy Stardust è la storia dell’uomo caduto sulla terra, di un viaggio oltre i confini pensabili.

Per il sesso.

Don’t Stop me now dei Queen. Da ascoltare o prima o dopo. Ma soprattutto, durante (ride, ndr).

Una canzone a cui è legato in particolare.

Ancora Bowie: Space Oddity. C’è una ragione. Si tratta del mio primo brano lanciato in radio, ai tempi del mio debutto sulle frequenze di Deejay. Non dimenticherò mai quel momento. Il pezzo parla ancora di viaggi, ma stavolta al contrario, di un viaggio dalla Terra verso lo spazio. Con un pizzico di romanticismo, lo associo al mio percorso personale in questo mestiere.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Federico Russo)