Pubblicato il 12/04/2016, 11:32 | Scritto da La Redazione

L’accordo con Vivendi fa volare Mediaset in Borsa

Il mercato accoglie bene il merger tra Berlusconi e Bollorè. Ecco alcuni dettagli dell’accordo.

 

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 37.

L’alleanza Mediaset, l’intesa con Vivendi spinge i titoli in Borsa: “No grossi tagli”

L’accordo con Vivendi spinge in Borsa i titoli Mediaset, ieri in rialzo del 2,5%. Illustrando agli analisti l’intesa, il gruppo di Cologno ha spiegato che continuerà a supportare Premium, ceduta ai francesi, per i prossimi 5 anni, in particolare in tre aree: noleggio della capacità di trasmissione sul digitale terrestre, canali non sportivi e raccolta pubblicitaria. Tutto ciò, insomma, che non ha a che vedere con il calcio. Sono stati inoltre esclusi «grandi tagli dei costi di ristrutturazione». Il closing dell’operazione è attesa entro il 30 settembre.

 

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 26, di S.B.

Cedere Premium costa. Da Mediaset 120 milioni

Cologno continuerà a fornire servizi alla pay tv che gli frutteranno 50-60 milioni all’anno.

Mediaset festeggia in Borsa l’accordo con Vivendi in base al quale il gruppo di Cologno cederà ai francesi le attività Premium che bruciano cassa, anche se parteciperà in parte al rilancio delle stesse diventando il terzo socio del colosso francese grazie a uno scambio azionario del 3,5%. Ma ieri i titoli della società che fa capo alla famiglia Berlusconi sono saliti solo del 2,5%, perché in attesa di maggiori dettagli sulle sinergie che Mediaset realizzerà con Vivendi, il mercato ha messo in conto 200 milioni di uscite in più, che inizialmente non aveva considerato. Se è vero che l’accordo tra Mediaset e Vivendi prevede solo uno scambio di azioni – che peraltro i due gruppi hanno già in portafoglio -, è anche vero che Mediaset dovrà ricomprare da Telefonica il suo 11% di Mediaset Premium (con un esborso di 83,6 milioni) e poi cedere la tv a pagamento che nel frattempo è stata dotata di circa 120 milioni di cassa, ai francesi. Vivendi ha infatti valutato Mediaset Premium 756 milioni in azioni pari al 2,96% del gruppo francese, ma tolta la liquidità immessa in questa divisione, né deriva un prezzo di circa 636 milioni, che equivale al 30% in meno di quanto pagato da Telefonica nel 2015 (quando il 100% del canale a pagamento fu valutato 900 milioni).

Detto questo, gli esperti restano convinti che cedere un asset che da anni perde soldi prima di dover rinegoziare i diritti per il calcio, sia comunque una buona notizia per il gruppo italiano. Mediaset ha infatti precisato che l’attività che è stata appena ceduta a Vivendi nel 2015 ha generato circa 450 milioni di ricavi, 560 milioni di costi con un risultato operativo negativo per 115 milioni. Dunque ha stimato che senza Mediaset Premium le attività italiane del gruppo di Cologno avrebbero chiuso il 2015 con un fatturato di 3.074 milioni sostenendo 2329 milioni di costi, generando utili pari a 66,8 milioni( contro i 47 milioni di perdita realizzati nel 2015). «La vendita di Premium è solo una parte di un più vasto accordo con Vivendi – ha dichiarato ieri Marco Giordani, direttore finanziario di Mediaset – dove prima di tutto rimaniamo coinvolti ed esposti nel mercato delle pay tv. Le sinergie tra i due gruppi arriveranno dai costi tecnologici oltre a quelle che riguardano il know how». L’operazione si perfezionerà a settembre e andrà a regime nel 2017 quando gli analisti stimano che Mediaset tra pubblicità, contenuti e servizi che continuerà a fornire a Premium, dovrebbe generare 50-60 milioni di ricavi in più che verranno fatturati direttamente a Vivendi. Inoltre, senza il fardello di Premium, il Biscione potrà investire maggiormente sulle proprie reti, ma anche pagare cedole più ricche ai suoi azionisti. E questo senza contare il rilancio della pay tv che Vivendi cercherà di realizzare mettendo a fattor comune le attività italiane con quelle di Canal+, a cui possono aggiungersi alleanze nei contenuti con Telecom Italia, controllata dai francesi.

 

(Nella foto Piersilvio Berlusconi)