Pubblicato il 08/04/2016, 11:30 | Scritto da La Redazione

Le preoccupazioni di Telecom per Enel – Tra Mediaset e Vivendi c’è l’accordo su Premium

Rassegna stampa: QN, pagina 30, di Elena Comelli.

 

Vivendi guarda alla tv, Mediaset vota l’alleanza

Telecom sindacati preoccupati per l’esclusione dal progetto. Oggi cda del Biscione.

Il Governo procede velocemente con Enel sulla banda larga e Telecom Italia resta a guardare. Alla presentazione del progetto, infatti, il grande assente è l’ex monopolista, che ha oltre 50mila dipendenti in Italia anche se ormai è dominato dagli azionisti francesi, con in testa Vincent Bolloré. Vivendi, azionista al 24,9% della società e grande elettore del nuovo ad Flavio Cattaneo, ha precisato che il gruppo «è in Italia per sviluppare e investire nel lungo periodo e non per ridurre gli organici». Ma i sindacati temono che la concorrenza di Enel nella rete possa provocare una grave perdita di posti di lavoro. Il principale concorrente dell’alleanza è infatti proprio Telecom Italia, che ha un piano per coprire l’84% della popolazione con la fibra entro il 2018 nelle zone più remunerative del Paese, dall’attuale 45%. Di quella quota, il 20% dovrebbe essere fatto con fibra fino alle case e il resto fino agli armadi stradali, quindi con modalità analoghe al piano Enel. Ma, grazie al nuovo accordo, Vodafone e Wind si sono impegnate a utilizzare la rete di Enel, garantendole un ritorno economico che non andrà a Telecom. Non è escluso che la stessa Telecom possa associarsi all’accordo con Enel, che si è detta aperta a questa possibilità.

L’intesa dei concorrenti, però, preoccupa già i sindacati, che secondo quando dice Vito Vitale, segretario della Fistel Cisl, prevedono «15-20mila esuberi nella rete». «Mentre tutto intorno a Telecom si muove alla velocità della luce ed Enel Open Fiber chiude un accordo commerciale dopo l’altro, Telecom rimane ferma con un vuoto di poteri senza precedenti». Secondo il sindacalista la concorrenza comporterà «un sostanziale calo di ricavi per Telecom Italia», che già nell’ultimo anno ne ha persi per 2 miliardi. «Le notizie che girano nel mondo delle telecomunicazioni gettano ombre preoccupanti sul futuro di Telecom concorda Salvo Ugliarolo, segretario generale di Uilcom Uil -. La creazione di una struttura di rete parallela, targata Enel, potrebbe generare gravi rischi occupazionali». E considerando che Flavio Cattaneo è noto come tagliatore di teste, la previsione potrebbe essere esatta. Intanto Vivendi è impegnata anche su un altro fronte: l’accordo con Mediaset per la cessione di Premium e il conseguente scambio azionario che lo sigillerà. Per stasera è fissato il cda del gruppo televisivo, che secondo quanto si apprende dovrebbe dare il via libera all’operazione. Secondo indiscrezioni nel board potrebbe entrare lo stesso Arnaud De Puyfontaine, ceo del gruppo francese.

 

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 20, di R.Dim.

 

Tra Mediaset e Vivendi c’è l’accordo su Premium

Oggi il cda del Biscione approva l’alleanza: scambio azionario del 3,5% e cessione pay tv.

È il giorno dell’alleanza Mediaset-Vivendi. Alle 17 di oggi si riunisce il cda presieduto da Fedele Confalonieri per approvare l’accordo tra la holding del Biscione e la media company francese resa possibili dalle relazioni solide e di vecchia data tra Silvio Berlusconi e Vincent Bollorè. L’intesa messa a punto dagli studi legali Chiomenti e Carnelutti prevede lo scambio azionario di circa il 3,5% e la cessione del 79% di Premium a Parigi. L’alleanza punta a creare una piattaforma nel movies, calcio, cartoon, produzione: fondendo Premium con Canal+ si dà vita a un soggetto che a tendere, si contrapporrà a Netflix. La produzione da porre al servizio del network dei due gruppi, potrebbe essere fatta attraverso una newco. A sigillare l’alleanza ci sarà anche uno scambio di consiglieri: Pier Silvio Berlusconi, ad di Mediaset entrerà nel bord di Vivendi. Mediaset Premium verrebbe valutata circa 810 milioni, comprendendo la quota dell’11% di Telefonica (circa 95 milioni): la media company francese liquiderà gli spagnoli rimanendo azionista al 100%.

Premium dovrebbe aver chiuso i conti 2015 con 83,5 milioni di perdite e ricavi netti pari a 560 milioni. L’intesa di fondo, su cifre e numeri, è ormai acquisita la formalizzazione dell’accordo è slittata di alcuni giorni per le verifiche legali fatte ai francesi. Il prolungarsi del negoziato non è piaciuto però ai mercati, che per il secondo giorno consecutivo hanno penalizzato il titolo Mediaset, tra i ribassi più marcati della piazza di Milano con un -3,77%. Le tensioni su Piazza Affari delle ultime settimane ricche di indiscrezioni, non hanno preoccupato la Consob: «Tutti i titoli vanno su e giù – ha commentato in materia il presidente Giuseppe Vegas – è un tema che seguiamo, come quello del sistema trasmissione dati, ossia telefonia». Intanto, al MipTv di Cannes Vivendi ha dato una chiara dimostrazione della sua nuova strategia basata sulle sinergie tra le sue diverse filiali. Il nuovo servizio di offerta di serie televisive per smartphone e tablet Studio+, lanciato martedì, è infatti frutto del lavoro coordinato di numerose società controllate dal gruppo. In esclusiva per l’Italia i cellulari Tim trasmetteranno le mini serial prodotte da Vivendi. Le società di produzione SAM in Danimarca, Tandem Production in Germania e Red Productions in Gran Bretagna, tutte filiali di Studio Canal, forniranno buona parte dei contenuti, mentre a elaborare la piattaforma tecnologica saranno gli specialisti di Canal+ insieme alla filiale tedesca di video on demand Watchever. I promo delle serie, e alcune clip, saranno diffusi online dal portale di video Dailymotion, controllato all’80% da Vivendi. Universal Music, infine, opererà sul fronte delle colonne sonore. Un metodo di collaborazione che permette anche di limitare i rischi, e massimizzare i futuri profitti.

 

(Nella foto Vincent Bolloré)