Pubblicato il 30/03/2016, 11:31 | Scritto da La Redazione

Milena Gabanelli: “L’informazione è intimorita, siamo un Paese di gomma” – Canone Rai, si cambia costerà di meno, ma carcere a chi evade

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 8, di Silvia Truzzi.

Milena Gabanelli: “L’informazione è intimorita, siamo un Paese di gomma”

L’autrice e conduttrice di “Report”: “Quel che manca non sono i giornali, ma gli editori puri e anche un po’ illuminati”.

L’abbiamo intercettata al volo, mentre è alle prese con la nuova serie di Report, da domenica sera su Rai 3. Milena Gabanelli è impegnata a preparare la prima puntata che si occuperà di Confindustria: quanto è moderna, flessibile, indipendente e trasparente l’associazione di imprenditori che dovrebbe essere il motore economico del Paese? Lo scopriremo tra qualche giorno. Intanto ci occupiamo di informazione e conformismo.

Cosa pensa dell’operazione Stampa-Repubblica? Di questa fusione tra due dei più importanti quotidiani italiani non si è praticamente parlato. Eppure pone problemi, anche di concorrenza.

Immagino che ci siano delle ragioni economiche, e come avviene in ogni fusione, salteranno un po’ di teste; mentre se è vero che le testate manterranno l’autonomia editoriale, per i lettori nulla cambia. Per quel che riguarda la concorrenza direi che quel che manca non sono i giornali, ma gli editori puri e anche un po’ illuminati.

Giulio Anselmi ha detto: raramente i giornalisti sanno di cosa parlano (e dunque non fanno domande). Da cosa dipende questo, secondo lei?

Per sapere di cosa parli serve tempo, che mal si concilia con la necessità di riempire pagine alla velocità della luce, su qualunque argomento.

Il tipo di giornalismo che fa lei è difficile, presuppone ricerche, approfondimenti, studio. C’è anche una pigrizia diffusa, di cui ha parlato Ferruccio de Bortoli, o è più l’accontentarsi delle favolette che raccontano?

Credo sia più complicato di così. Certo ci sono i pigri e quelli a cui semplicemente piace compiacere, ma quello che spesso frena è la “fatica” di sostenere il meccanismo che si innesca quando non ti accontenti della “favoletta” , fatto di odiose telefonate al tuo direttore e diffide preventive. Se devi passare metà del tuo tempo a giustificarti o a rispondere ai legali o ai portavoce, capisco che possa anche passare la voglia. In altre parole, non mi piace buttare la croce addosso ai colleghi, la linea la dà il direttore: se sprona e difende i suoi giornalisti, faranno bene il loro mestiere, altrimenti si limiteranno al “compitino”. Nelle scuole di giornalismo io vedo ragazzi molto motivati, che scelgono questo mestiere perché pensano che possa aiutare a migliorare il mondo, e hanno voglia dimettersi in gioco… Poi la realtà li spompa.

Nel suo libro ha scritto: «In questo Paese ministri e imprenditori parlano solo con i giornalisti amici. Eppure usano spesso la parola “libertà”. Ma se ti prendi la libertà di critica, ti trascinano in tribunale». Quanto pesano psicologicamente e quindi di riflesso sul lavoro le minacce di cause come quelle di Ferrovie o Eni?

Pesano. Non saprei dire quanto perché l’uomo è un animale che si abitua alle avversità, anche a dormire sempre di meno. Nel nostro caso gioca un ruolo importante “l’effetto squadra”: se non siamo mai arretrati di un millimetro vuol dire che oltre all’inclinazione naturale, soffriamo anche di patologie compatibili. Per onestà devo anche dire che nel corso degli anni, nonostante ci siano state vicende dentro la Rai molto travagliate e antipatie manifeste, c’è sempre stato il sostegno del direttore di rete di turno. Non c’è dubbio che l’abitudine di portarti in tribunale a prescindere, ha un effetto intimidatorio sul nostro lavoro e quindi sulla libertà d’informazione. Per limitare le liti temerarie basterebbe applicare con maggiore vigore le sanzioni, peraltro già previste dal nostro Codice di procedura civile.

In questa serie ci stiamo occupando del conformismo dell’informazione. Esempio: all’epoca di Monti era di gran moda l’austerità e tutti erano proausterità, al grido di “ce lo chiede l’Europa”. Oggi va di moda la flessibilità, perché Renzi la sostiene. Due posizioni inconciliabili, eppure giornali e giornalisti che furono montiani ora sono renziani.

La ragione è sempre la stessa: conformarsi è più facile, e non ti fai dei nemici. Però austerità o flessibilità non sono due concetti liquidabili come “mode” di passaggio, dipendono dalla stima delle variazioni del reddito, e i suoi effetti cambiano a seconda delle condizioni in cui si trova il Paese. Quando si insedia un nuovo governo penso sia giusto fidarsi della sua politica economica, e credere che ci porterà fuori dalla palude. Dopodiché, strada facendo, il giornalista deve monitorare i fatti in modo pragmatico. Troppo spesso invece lo fa in modo ideologico o si limita a riportare gli slogan, e anche questo contribuisce a confondere e farci sprofondare sempre di più. Occorre però dire che nel nostro Paese chi si danna per un’informazione indipendente, accurata e approfondita, non è premiato, nemmeno dai cittadini. Troppe persone mi dicono: “Fate un lavoro straordinario, ma tanto non cambierà niente!”. Quando rispondo “E lei per cambiare cosa fa?”, di solito mi dicono: “Ha ragione, non facciamo niente”. A volte è scoraggiante… Sembra di essere dentro a un Paese di gomma.

A proposito di Renzi: ha fatto la classifica dei titoli peggiori e se la prende spesso con i giornalisti gufi. Cosa ne pensa?

Che i gufi esistono, ma spesso li confonde con i cani da guardia.

Lei è sempre stata considerata “scomoda”. Cosa vuol dire?

Una buona informazione fa bene al sistema, eppure i primi a non rendersene conto sembrano essere i giornalisti. Abbiamo sempre bisogno di etichettare… Altrimenti non si riesce a fare il titolo. Non sono posseduta dal sacro fuoco, non credo di fare nulla di eroico, e non ho mai pensato di salvare il mondo. Cerco solo di fare al meglio il mestiere per cui sono pagata. È un principio semplice che vale per tutte le categorie, se applicato (e fatto applicare) basterebbe a risanare il sistema.

Il mancato rinnovo della collaborazione con il Corriere della Sera è stato letto come ritorsione per il suo lavoro puntuale. Se così fosse sarebbe un pessimo segnale.

Non ho mai smesso di scrivere per il Corriere! Per quel che riguarda l’accordo di collaborazione con una nostra pagina web, era arrivato a scadenza. Anche le migliori relazioni hanno momenti di pausa; in futuro vedremo.

È l’informazione che si è appiattita sul modo di procedere e ragionare della politica (sempre più semplificato e superficiale) o il contrario?

Politici e giornalisti dedicano troppo tempo a occuparsi gli uni degli altri: questo è il problema!

 

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 21, di Aldo Fontanarosa.

Canone Rai, si cambia costerà di meno, ma carcere a chi evade

Incertezza sulla voltura che assegnerà alla stessa persona imposta tv e bolletta elettrica. Il decreto: sarà automatica. Viale Mazzini: no, va richiesta. Stessa sanzione di chi dichiara una falsa residenza. Ecco le regole. Mancano le norme per gli anziani.

La giostra del nuovo Canone Rai è ormai partita e le sue scadenze sono in arrivo. Chi non ha il televisore, ad esempio, e vuole “scansare” la gabella televisiva da luglio inserita nella bolletta della luce avrà poco più di un mese per spedire un modulo all’Agenzia delle Entrate. Il limite è al 30 aprile se vuole usare la raccomandata ricevuta di ritorno. Attenzione a fare i furbi. Se avete il televisore e dichiarate di non averlo, rischiate una condanna dagli 8 mesi ai 4 anni di carcere. Ecco tutte le regole certe, le scadenze, i tranelli. Quanto pagherò a luglio? La bolletta della luce di luglio conterrà una prima maxi-rata di 60 euro per il Canone. A seguire, le due ultime bollette dell’anno conterranno ognuna una rata da 20 euro. Si arriverà così ai 100 euro complessivi dell’abbonamento tv. L’anno scorso il Canone Rai era di 113,5 euro. Chi deve pagare? Il Canone sarà una voce della bolletta elettrica. Dunque lo pagherà il componente della famiglia (supponiamo il padre) che ha intestata l’utenza della luce e risiede dove gli arriva la bolletta elettrica. L’imposta tv si paga una sola volta e non sarà versata per le seconde case sfitte dove la corrente è allacciata. Se pago solo il consumo elettrico e non verso il Canone, rischio il distacco della luce? Assolutamente no.

Non ho il televisore. Come faccio a non pagare? Se volete l’esenzione dal canone per tutto il 2016, dovrete compilare il modulo dell’Agenzia delle Entrate e spedirlo con raccomandata entro il 30 aprile. Se volete trasmetterlo via computer, la scadenza è il 10 maggio. Se spedirete il modulo tra il primo maggio e il 30 giugno (per posta) o dall’Il maggio al 30 giugno (via computer), l’esenzione varrà solo per il secondo semestre 2016. A chi indirizzare il modulo? Va inviato, in plico senza busta, con allegata fotocopia del documento di riconoscimento, a: Agenzia delle Entrate-Ufficio di Torino 1 S.A.T Sportello Abbonamenti tv Casella Postale 22 Cap 10121 Torino. Per la trasmissione via computer, ci registreremo nel sito dell’Agenzia delle Entrate per avere le credenziali Fisconline o Entratel. Potremo chiedere aiuto a Caf, commercialisti, ragionieri. Attiverò una nuova utenza elettrica entro l’anno. Quanto dovrò pagare di Canone per il 2016? Tutti e 100 gli euro del 2016, sia pure a febbraio del 2017. Attiverò una nuova utenza, ma non ho il televisore. Il modulo per l’esenzione dovrà essere inviato all’Agenzia delle Entrate entro la fine del mese successivo a quello di attivazione dell’utenza. In via transitoria, per le utenze attivate a gennaio, febbraio o marzo 2016 il termine per l’invio scadrà al 30 aprile (per posta) o al 10 maggio (via computer).

Che cosa rischio se dichiaro il falso e cerco di evadere? Una condanna al carcere da 8 mesi a 4 armi. La Legge di Stabilità cita un Dpr del 2000 (il numero 445 ). E il Dpr, il Codice Penale, articolo 482, sulla “Falsità materiale commessa dal privato”. Ogni anno dovrò presentare il modulo di esenzione? Sì. Perché abbia effetto per l’intero canone 2017, il modulo andrà spedito dal primo luglio 2016 al 31 gennaio 2017. Il modulo presentato dal primo febbraio al 30 giugno 2017 ha effetto per il semestre luglio-dicembre 2017. Posso chiedere che il televisore mi venga sigillato, come da vecchia normativa? Non è più possibile. L’utenza elettrica è intestata a me, il Canone Rai a mia moglie? Che cosa succede? Il decreto attuativo sul canone dice che l’Agenzia delle Entrate provvede alla “voltura d’ufficio”. Il Canone finirebbe in capo a chi ha intestata anche la bolletta della luce. La Rai sostiene invece che dobbiamo essere noi a chiedere all’Agenzia delle Entrate la voltura indicando i dati della persona che avrà in capo le due cose (Canone e bolletta). Il modulo dell’Agenzia delle Entrate, in effetti, permette di segnalate anche la necessità della voltura. Gli anziani non pagano? Le regole saranno scritte in un decreto del ministero dell’Economia. Lo Stato punta a liberare dal pagamento marito e moglie di almeno 75 anni che (insieme) non superano un reddito lordo di 8000 euro annui. «Ma questo spiega l’avvocato Emmanuela Bertucci è un obiettivo programmatico. In altre parole, lo Stato garantirà la soglia di esenzione a 8000 euro a patto che recuperi tanti soldi dall’evasione del Canone». Prima del nuovo decreto, restano in piedi le vecchie regole che esonerano i 75enni con reddito fino a 6713,98 euro.

Le società elettriche saranno compensate dallo Stato? Riceveranno 14 milioni di euro per il 2016 ed altri 14 per il 2017 dall’Agenzia delle Entrate. L’Autorità per l’Energia chiede che parte del compenso vada all’Acquirente Unico. Vivo su un’isola, cambia qualcosa per me? In 20 isole con rete elettrica autonoma da quella nazionale il Canone non arriverà in bolletta, ma sarà pagato alla vecchia maniera. Le isole sono: Ustica, le Tremiti, Levano, Favignana, Lipari, Lampedusa, Linosa, Merettimo, Ponza, Giglio, Capri, Pantelleria, Stromboli, Panarea, Vulcano, Salina, Alicudi, Filicudi, Capraia, Ventotene. Per altre informazioni? La Rai ha un numero gratuito (800938362) con un risponditore automatico in italiano e tedesco. Con questo numero o il sito prontolarai.it, è possibile prenotare un appuntamento con una persona fisica.

 

(Nella foto Milena Gabanelli)