Pubblicato il 27/03/2016, 14:01 | Scritto da La Redazione

Rassegna Stampa: Chi è il riccone Bolloré che si vuol comprare Telecom e Mediaset?

Rassegna Stampa: La Gazzetta dello Sport, pagina 33, di Giorgio Dell’Arti

 

Chi è il riccone Bolloré che si vuol comprare Telecom e Mediaset?

Francese, un patrimonio personale di quasi 7 miliardi, possiede il colosso Vivendi. È già salito al 24,9% della compagnia telefonica e punta alle tv di Berlusconi per costruire un mega polo dei media

 

La guerra in Siria e i fatti di Bruxelles ci hanno impedito di raccontare un evento primario, e cioè la conquista di Telecom da parte del francese brettone Vincent Bolloré e il possibile, anzi probabile, accordo con Silvio Berlusconi per l’ acquisto, in tutto o in parte, di Mediaset, mossa che libererebbe tra l’ altro l’ ex Cav del conflitto di interessi e del pericolo che i figli non sappiano gestire a dovere l’ impero del padre. Parlano abbastanza chiaro, in questo senso, le vicende del Milan in momentanea difficoltà dopo i fasti del passato, le vicende di Mediaset Premium, in crisi per il prezzo a cui è stata comprata la Champions League, e in definitiva anche la vicenda Mondadori, i cui giornali non hanno fatto che declinare, anche se la crisi dell’ editoria va al di là, è globale ed epocale.

1 E questo Bolloré comprerebbe tutto? Non si sa. Lo si immagina, lo si intuisce, qualche bene informato lo racconta e addirittura lo scrive. Berlusconi, naturalmente, ridimensiona o casca dalle nuvole o nega. E Bolloré non parla in genere con i giornalisti.

2 Ma chi è? Un riccone, naturalmente.Vincent Bolloré, sessantacinque anni tra una settimana, e sei virgola nove miliardi di patrimonio personale. Presidente di Vivendi, «società francese attiva nel campo dei media e delle comunicazioni, precisamente nell’ industria della musica, della televisione e del cinema» (wikipedia) di cui possiede il 15,6% e che ha in cassa 8 miliardi da investire nel Sud Europa. Stiamo parlando, tra l’ altro, di Canal+ e di Universal, i due marchi più importanti. Poi il nostro uomo ha forti interessi in Africa, gestisce i porti di Congo, Nigeria, Mozambico, specialmente dove ci sono i terminal del petrolio, gode di concessioni stradali e ferroviarie in Costa d’ Avorio e Burkina Faso, possiede piantagioni di palme per la produzione di olio e di alberi della gomma in Liberia, Camerun, Nigeria. Sta costruendo un porto in India, ha altre piantagioni in Indonesia. L’ insieme dei suoi interessi vale 11 miliardi di fatturato e 600 milioni di utili. Energia, agroalimentare, trasporti, logistica, a cui da poco si sono aggiunti intrattenimento, media, telecomunicazioni. Siccome sono sulla breccia anche i figli, possiamo dire che i Bolloré fanno soldi da sette generazioni. Cominciò un René-Guillaume nel 1822 con una cartiera ad acqua a Quimpier in Bretagna. Il padre e gli zii di Vincent erano ancora produttori di carta sottile per sigarette. Vincent li scalò facendosi prestare i soldi da un Rothschild (Edmond). Credo che sia un caso unico nella storia, il figlio che scala il padre. Aveva 23 anni.

3 E come è arrivato a Telecom? Nell’ estate del 2014 Vivendi ha venduto agli spagnoli di Telefónica una sua società, la brasiliana Gvt. Telefónica pagò con azioni Telecom.

Così Bolloré si ritrovò con un 8% della nostra società telefonica. Ha poi passato gli ultimi due anni a comprare, fino ad arrivare al 24,9%. Con il 25%, a causa di una riforma varata da Renzi, si è obbligati a lanciare un’ Opa, cioè un’ offerta di pubblico acquisto, in pratica, schematizzando, si è costretti a comprare tutta la società. Su questo punto, come può immaginare, le polemiche sono infinite, perché i piccoli azionisti non hanno minimamente goduto degli aumenti di prezzo provocati da questa scalata, a meno che non abbiano avuto l’ accortezza di vendere mentre Bolloré comprava. Ma in ogni caso: il nostro uomo adesso, con un quarto del capitale, è padrone dell’ azienda. E ha anche un 8% in Mediobanca, nel cui cda ha fatto sedere la figlia Marie, 28 anni.

C’ è una foto in cui si vedono padre e figlia, lui ha la giacca spiegazzata e dal taschino sinistro gli escono delle carte. Come un ragioniere qualsiasi.

4 Quindi, per un pezzetto, è anche uno dei nostri padroni, perché Mediobanca ha una partecipazione in Rcs (che edita la Gazzetta). In ogni caso, è evidente che Bolloré punta in questo momento a conquistare i media e le telecomunicazioni. È soprattutto Berlusconi ad avere bisogno di Bolloré. Oltre ai conti dubbi di Mediaset Premium, Berlusconi ha bisogno di allargare la sua rete di torri, quelle che diffondono il segnale sul territorio. La fusione , con le torri di Telecom sarebbe ideale. Ricorderà l’ offerta irricevibile (e incomprensibile) che Mediaset mise sul tavolo a suo tempo per le torri Rai…

5 E Bolloré verrebbe incontro a Berlusconi? C’ è da mettere insieme una massa di contenuti che Mediaset possiede e che unita ai contenuti di Vivendi potrebbero far muro contro gli attacchi di Sky e Netflix. Per il momento Bolloré ha fatto dimettere l’ ex amministratore delegato di Telecom, Marco Patuano. Dovrebbe tutto diventare più chiaro con la nomina del successore. Il nome che gira con maggiore insistenza è quello di Flavio Cattaneo, famoso per essere il marito dell’ attrice Sabrina Ferilli, e che fu già ottimo direttore generale della Rai. Adesso sta in Ntv, cioè Italo, i treni di Della Valle e Montezemolo.

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