Pubblicato il 17/03/2016, 11:05 | Scritto da La Redazione

Radio Mediaset, Antitrust in dirittura – Il canone ci rovina le ferie: niente rate, stangata a luglio

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 20, di Andrea Biondi.

Radio Mediaset, Antitrust in dirittura

Audizione finale alla presenza di Rti e Gruppo L’Espresso. Limitazioni fino al 2020 sulla pubblicità.

Niente più raccolta della pubblicità per Radio Italia (come anticipato sul sole 24 Ore dell’1 marzo) a partire dalla data di scadenza della concessione, al 31 dicembre 2016, perlomeno fino al 2020; separazione societaria sulla raccolta pubblicitaria (per tipologia di mezzo); niente nuove radio per le quali raccogliere la pubblicità, sempre fino al 2020. Il placet dell’Antitrust all’operazione Mediaset-Finelco potrebbe arrivare grazie a questi accorgimenti. Almeno questi, a quanto risulta al Sole 24 Ore, sono i punti proposti da Rti ed esplicitati ieri, nel corso dell’audizione finale in Antitrust. Erano presenti anche gli avvocati del Gruppo L’Espresso (che è sul mercato radio con Deejay, Capital e M2o) nell’istruttoria come parte interveniente, ma che ieri non hanno preso la parola, affidandosi invece a memorie scritte.

Memorie sarebbero arrivate anche da Rtl 102.5 e Rds. Sono invece intervenuti gli uffici della direzione competente dell’Antitrust e Rti-Mediaset. Il collegio dell’Autorità deciderà ora il da farsi. Prima con provvedimento “omissato” delle conclusioni inviato ad Agcom per un parere obbligatorio, ma non vincolante, entro 30 giorni, e poi con decisione finale. Va dunque verso la conclusione la vicenda legata al dinamismo di Mediaset sul fronte radio. A fine estate il gruppo ha rilevato da Mondadori l’80% di Monradio (R101). Poi ha raggiunto l’accordo con Finelco per entrare nel capitale con il progetto di assumerne il controllo. Da qui l’istruttoria Antitrust. Che ovviamente ha tenuto conto del fatto che attraverso la concessionaria Mediamond, Mediaset gestisce la raccolta delle emittenti Radio 105, Rmc, Virgin oltre a R101 e anche Radio Italia, Radio Subasio, Kiss Kiss, Radio Norba, Media Hit e Radio Aut.

Il problema che gli uffici dell’Autorità hanno rilevato per Mediaset è l’effetto “leva”. Il gruppo di Cologno è leader di gran lunga nel mercato televisivo. E sul versante pubblicitario si è rilevata una sovrapposizione, anche fino all’82% degli inserzionisti. Se effetto leva esiste però è stata una valutazione espressa nel corso dell’audizione lo stesso problema esiste anche sulla carta stampata in cui opera il Gruppo L’Espresso. Durante l’audizione si è parlato anche di Kiss Kiss, per la quale Mediaset potrebbe rinunciare alla raccolta, ma il cui contratto è in scadenza a fine 2017.

 

Rassegna stampa: Il Giornale, pagina 7, di Antonio Signorini.

Il canone ci rovina le ferie: niente rate, stangata a luglio

Per il primo anno non sarà possibile dividere la tassa in più tranche. Elevato il rischio caos.

Una stangatina da 70 euro per inaugurare l’estate. Almeno per il primo anno il nuovo canone Rai non avrà uno dei suoi punti di forza (dal punto di vista del contribuente) cioè la rateizzazione. Nelle bozze del decreto che attua il canone in bolletta, previsto dalla Legge di Stabilità, ci sono conferme e alcuni punti da chiarire. Tra le conferme, la prima rata di luglio, che conterrà gli arretrati, quindi le rate di tutto il 2016. Cifra dovuta anche se la bolletta elettrica sarà pari a zero. Le società elettriche si sono dovute sobbarcare il ruolo di esattore e devono comunque riscuotere il canone per radio e Tv. Tra i punti di attrito che stanno facendo tardare il provvedimento, c’è quello dei costi. Da tempo le società energetiche stanno facendo pressing sul governo affinché compensi le spese sostenute. Il tema è diventato ancora più urgente quando negli ultimi incontri al ministero, è emerso che le società dovranno farsi carico anche dei rimborsi agli utenti-clienti delle eventuali somme pagate in bolletta, ma non dovute. Di casi del genere ce ne saranno tanti, soprattutto all’inizio. Un ulteriore impegno per il quale dovrebbe essere previsto un gettone per le aziende che si faranno carico della pratica.

Per un paio di giorni è circolata la voce che i costi sarebbero finiti in bolletta. In altre parole che se ne sarebbero fatti carico i clienti. Una «tassa» per permettere il rimborso di un altra tassa ingiustamente applicata. Troppo, persino in Italia, tanto che nei giorni scorsi il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli ha smentito con forza. «Solo fantasie», ha assicurato. Il rimborso passerà quindi da un fondo costituito con parte dei risparmi che il nuovo regime comporta. I dettagli da definire sono molti. Il rischio caos è elevatissimo. Nel decreto c’è anche una sorta di marcia indietro sulla rateazione in un caso particolare. Se nessuno dei membri della famiglia è titolare di un contratto di fornitura di energia elettrica (ad esempio in caso di affittuari), il pagamento sarà in un’unica soluzione entro il 31 ottobre. Altro punto chiarito, ma di difficile applicazione, è quando la bolletta sia intestata a un membro della famiglia diverso dall’intestatario del canone. In questo caso sarà l’Agenzia delle entrate a farsi carico della voltura. Resta alto il rischio di richieste doppie di pagamento. Il margine di errore all’inizio sarà alto e quindi anche il rischio di ricorsi. Fondamentale soprattutto nella prima fase sarà rendere compatibili tutte le banche dati. Tra i soggetti pubblici coinvolti nell’operazione c’è l’acquirente unico.

L’Agenzia delle entrate di Torino si farà carico dei controlli sui pagamenti del canone e deciderà eventuali multe. Le imprese elettriche comunicheranno periodicamente i dati dei pagamenti. I comuni, invece, daranno alle Entrate i dati sulle famiglie anagrafiche. Altro punto di difficile applicazione, visti precedenti, come le difficoltà di molte amministrazione locali a fornire dati all’amministrazione centrale. Il rischio è che si ripeta un po’ quello che è già successo con il censimento degli immobili pubblici, con i debiti della Pa o con il calcolo dei contributi dei pubblici dipendenti pagati prima del 2002. Nel decreto ci sono molte conferme. Ad esempio non verrà staccata la fornitura di energia elettrica in caso di mancato pagamento del canone.

 

(Nella foto la torre emissione di Mediaset)