Pubblicato il 12/03/2016, 14:01 | Scritto da La Redazione

Rassegna Stampa – Fabio Volo: «Libri, film, tv non bastano a placarmi»

Rassegna Stampa: Il Mattino, pagina 20, di Oscar Cosulich

 

Fabio Volo: «Libri, film, tv non bastano a placarmi»

 

 

Fabio Volo torna a donare la voce a Po, goffo ma indomabile Panda che si scopre maestro di arti marziali nella saga animata targata DreamWorks: «Kung Fu Panda 3», nelle sale da giovedì, ma in anteprima nelle sale Uci oggi e domani, è diretto da Alessandro Carloni, primo regista italiano a dirigere un blockbuster animato statunitense. Volo apparirà poi in «Un paese quasi perfetto» di Massimo Gaudioso, accanto a Silvio Orlando, Carlo Buccirosso, Nando Paone e Miriam Leone: nelle sale il 24 marzo è il remake del canadese «La grande seduzione» (2003). Intanto, festeggia le 500.000 copie vendute in Italia da«E’ tutta vita»(Mondadori) il suo libro dedicato all’essere diventato padre (già venduto in una decina di paesi), appare il sabato sera su Raitre, ospite fisso di Fabio Fazio a «Che fuori tempo che fa» e la domenica a «Le Iene» su Italia1. Non sazio, sta girando una serie tv: «Non mi placo mai», ammette lui, «ho iniziato con un forte desiderio di rivalsa sociale. Non sapevo bene cosa volessi fare, ma volevo vivere

la vita come un’avventura. Ero certo di quello che non volevo fare». «KungFuPanda», assicura, «è il film più autobiografico cui abbia mai partecipato: adoro il suo messaggio intrinseco, che incita a lottare per diventare quel che vuoi, perché con la passione puoi farcela. Po ha un destino sociale preconfezionato: figlio di ristoratori così come io sono figlio di un fornaio, era destinato, come me, a proseguire la professione di famiglia, «quando decide di inseguire il sogno di diventare Guerriero Dragone tutti cercano di fermarlo: non ha il fisico, non ha il talento, non ha possibilità, proprio come non li avevo io. E invece ce la fa». Il film, sottolinea, affronta il tema della famiglia di fatto con il panda che si ritrova ad avere due padri: l’anatra che lo aveva adottato da piccolo e il padre naturale, che riemerge a sorpresa dal passato: «Negli Usa sono molto più avanti di noi su questi argomenti. Nel cartoon non si tratta di due padri che affittano l’utero, ma comunque nessuno si turba per un bambino con due padri, o due madri. A un bambino serve un nucleo che lo ascolti e lo faccia sentire amato. L’idea tradizionale della famiglia non è un modello che funzioni più di altri: come dice Jodorowsky la famiglia ha fatto più danni dell’atomica”. La maggior parte dei nostri problemi nasce lì».