Pubblicato il 01/03/2016, 11:35 | Scritto da La Redazione
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Mediaset-Finelco, i paletti dell’Antitrust – “D’Urso può fare informazione in tv”

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 27, di Andrea Biondi.

Mediaset-Finelco, i paletti dell’Antitrust

In arrivo le prime richieste dell’Authority: rinunciare alla raccolta di Radio Italia e Kiss Kiss.

Il «faro» dell’Antitrust sull’operazione Mediaset-Finelco va verso una prima conclusione: operazione fattibile, ma a una serie di condizioni. E a quanto risulta al Sole 24 Ore i sacrificati, almeno in una prima fase, dovrebbero essere due: Radio Italia e, questa è più incerta, Kiss Kiss. La prima fase dell’istruttoria dell’Autorità sull’acquisizione da parte di Rti (Mediaset) di quote della Finelco (holding delle emittenti Radio Montecarlo, 105 e Virgin) starebbe dunque per partorire questi input nelle cosiddette «comunicazioni di risultanze istruttorie». Da lì il cammino passerà attraverso l’audizione finale con il contraddittorio fra le parti, prima della decisione finale. Mediaset da fine estate ha rilevato da Mondadori l’80% di Monradio (R101). Poi ha raggiunto l’accordo con Finelco per entrare nel capitale con il progetto di assumerne il controllo. Da qui l’istruttoria Antitrust. Che ovviamente ha tenuto conto del fatto che attraverso la concessionaria Mediamond, Mediaset da inizio anno gestisce la raccolta delle emittenti Radio 105, Rmc, Virgin oltre a R101 e anche Radio Italia, Radio Subasio, Kiss Kiss, Radio Norba, Media Hit e Radio Aut.

Come per l’affare Mondazzoli (Mondadori-Rcs Libri) potrebbero anche essere richieste ulteriori misure comportamentali e altre future cessioni. Ma partendo da queste due prime rinunce: Radio Italia e, probabilmente, Kiss Kiss. La prima è accreditata di 21 milioni di raccolta pubblicitaria, con una quota di mercato attorno al 6,5%. Per la seconda, si parla di 6 milioni (2%). Radio Italia sarebbe considerata in conflitto evidente con R101. Kiss Kiss invece è più piccola, ma ha un pubblico giovane. A chi potrebbe far gola? Proprio il gruppo maggiore dopo Finelco L’Espresso con 23% di quota di mercato adv, di cui 5% da radio terze – ha una presenza importante nel segmento giovani con Deejay. Quel 2% farebbe comodo. Certo è che dopo il 30% circa del “nuovo” gruppo Mediaset (che però calerebbe), la radio avrebbe in quel caso un altro soggetto forte, il secondo, in ulteriore rafforzamento.

 

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 21, di Stefano Landi.

D’Urso può fare informazione in tv”. La conduttrice: “Sono felice, basta insulti”

Monza, il giudice le dà ragione dopo le accuse del presidente dell’Ordine dei giornalisti.

Una rivincita. «Una sentenza storica: finalmente io come tanti altri non iscritti all’Ordine possiamo esprimere punti di vista facendo televisione». Barbara D’Urso è raggiante. Dopo un anno e mezzo di accuse, il Tribunale di Monza archivia le pesanti accuse del presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Enzo Iacopino. Le dicevano che «esercitava in modo abusivo la professione giornalistica nel suo salotto televisivo». «Invece io ho sempre fatto questo lavoro con onestà e passione. Ho aspettato in silenzio questo giorno, ho preferito parlare solo in Procura senza reagire agli insulti. Avendo una trasmissione al giorno avrei potuto replicare prima, ma ho deciso di aspettare che si facesse giustizia» racconta. È infotainment, bellezza. Barbara D’Urso ha vinto la sua battaglia giuridica, difesa in giudizio dall’avvocato Salvatore Pino. Cadono le accuse di chi non voleva più vederla fare Informazione in tivù. Un attacco lanciato nel novembre del 2014 con un esposto in Procura di lacopino. I suoi programmi sono un mix di spettacolo, intrattenimento e informazione, quindi non per forza etichettabili come giornalismo vero e proprio. E proprio per questo senza certi vincoli regolamentari.

«Prendo atto della decisione del magistrato e sono contento di pensarla diversamente. Lei spettacolarizza la vita e la morte» il commento lapidario di Iacopino, che in questi mesi non ha risparmiato sul carico delle accuse. In una serie di round tra interviste e post sui social network. «Le piace sguazzare nei bidoni dell’immondizia», «tocca punti che nessun essere civile può accettare». Tanti modi per spiegare un concetto: non c’è bisogno di «barbaradursizzare» l’informazione, riferendosi alle modalità con cui la conduttrice gestisce le interviste e si occupa di argomenti di cronaca. «Sono attacchi personali, figli anche di certi pregiudizi: tanti colleghi fanno il mio genere di televisione senza essere attaccati così» si sfoga la conduttrice di Pomeriggio Cinque e Domenica Live. Così ha deciso il Gip di Monza archiviando (per infondatezza) le accuse e accogliendo le richiesta del Pm Walter Mapelli, «in ragione della tutela di un diritto fondamentale, la libertà di manifestazione del pensiero». Su questa linea la nota con cui Mediaset esprime soddisfazione: per la «vittoria di una nostra conduttrice capace, in quello che è un precedente giuridico rilevante per chiunque». Lei aggiunge: «In questi mesi ho sentito la vicinanza di tutti i colleghi: giornalisti professionisti di destra e di sinistra, compatti dalla mia parte».

 

(Nella foto Barbara D’Urso)