Pubblicato il 29/02/2016, 15:02 | Scritto da Tiziana Leone
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Stasera su Rai 1 torna il Commissario Montalbano. Il regista: “Quando proposi Zingaretti a Camilleri rimase senza parole”

Ogni conferenza stampa del Commissario Montalbano non è un semplice incontro tra giornalisti e cast, ma un vero e proprio evento, dove le guardie giurate di Viale Mazzini sono costrette a chiudere l’ingresso perché altrimenti in sala si infila mezza Rai, praticamente tutta quella femminile. Ma qualche gruppetto di accanite riesce sempre a filtrare i controlli, si infila, si siede e comincia a scattare, perché una foto su Facebook di Luca Zingaretti (guarda qui) può fruttare almeno un centinaio di “like” e altrettante invidie. Quel che le signore ignorano è che l’attore romano, siciliano per adozione ormai, trascorre l’intera conferenza facendo una sorta di training autogeno per rispondere per la millesima volta alla somma quaestio: «Non si è stufato di fare sempre Montalbano?». Un tempo di arrabbiava, nel 2008 ha persino pensato di smettere con questo Salvo che gli aveva colonizzato la vita, ma ora, sarà l’età, saranno i figli, Zingaretti semplicemente sospira e parte con la replica: «L’avrò ripetuto centinaia di volte, nella vita bisogna fare le cose che piacciono, pensavo a un certo punto che fosse arrivato il momento di smettere, però mi mancava e allora mi sono chiesto: “Ma perché non lo devo più fare?” Il giorno in cui non mi entusiasmerò più, smetterò».

O forse chissà sarà Andrea Camilleri, l’unico vero deus ex machina, a dire basta a Montalbano. «Si sa che Andrea ha scritto un ultimo romanzo che tiene in cassaforte – sottolinea il produttore Carlo Degli Esposti – Nessuno conosce il titolo». Che contenga la morte del Commissario di Vigata o altro, il regista di sempre, Alberto Sironi, nutre un sogno: «Poterlo girare per il cinema». Un film su Montalbano? Degli Esposti minimizza: «Gli americani ci insegnano che ormai sono le grandi serie televisive a vincere sul grande schermo». Zingaretti scherza: «Già pensavo a Brad Pitt nel ruolo di Montalbano. Il cinema vent’anni fa si sarebbe impadronito dei racconti di Camilleri. Certo se ora decidessero per un film al cinema saremmo tutti felici, ma per noi attori cambierebbe poco». Lunga vita al Commissario, dunque, che nel frattempo torna da questa sera con Una faccenda delicata, tratto dalle raccolte Un mese con Montalbano e Gli arancini di Montalbano. Il cast è quello di sempre: Cesare Bocci è Mimì Augello, Peppe Mazzotta è Fazio, mentre Angelo Russo è Catarella (guarda qui). Solo Livia è cambiata: stavolta ha il volto di Sonia Bergamasco. « C’era il desiderio che Livia parlasse italiano – confessa l’attrice – ma anche che rinsaldasse il rapporto con Salvo e trovasse una forma di morbidezza e sorriso». Il pubblico avrà poco tempo per affezionarsi alla nuova arrivata, appena un paio di puntate. «Abbiamo scelto di girarne solo due per avere più tempo – spiega il produttore – Quando si fa una cosa per vent’anni rischi di dare certe cose per scontate, invece abbiamo voluto rimettere in discussione tutto. In realtà non scelsi io ventidue anni fa di produrre Montalbano, ma fu Elvira Sellerio a chiamarmi per dirmi di leggere i primi due libri di Camilleri». Quando a Camilleri fu proposto come attore Luca Zingaretti, non la prese benissimo. «Mi disse: “Ma io ho scritto un’altra cosa” – ricorda Sironi – Gli risposi che aveva interpretato solo cattivi, ma che i suoi occhi avevano una luce particolare». «Peccato che ci hanno messo sei mesi per dirmi di sì», sorride Zingaretti.

 

Tiziana Leone

 

(Nela foto Luca Zingaretti)