Pubblicato il 26/02/2016, 13:34 | Scritto da La Redazione

Monica Maggioni: “In Rai addio dualismo presidente-Dg, via a nuovi programmi” – Via Ballarò e 3 donne per i nuovi tg

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 17, di Giovanni Minoli.

Monica Maggioni: “In Rai addio dualismo presidente-Dg, via a nuovi programmi”

Monica Maggioni, milanese, giornalista professionista. Laurea in lingue e letteratura francese all’università Cattolica di Milano. Lnizia a fare la televisione a Lione in Francia a Euronews. Assunta in Rai nel ’96 per concorso collabora con Tv7 poi al Tg1, conduce Uno mattina, poi tanto tanto estero. Nel 2003 è in lraq per la seconda guerra del Golfo. Scrive libri, l’ultimo Il terrore mediatico. Nel 2007conduce il Tg1 delle 20 poi segue l’elezione di Obama del 2008. Componente della Fondazione Italia-Usa, è membro della Trilateral. Nel 2013 è alla guida di Rainews e Televideo, con lei il canale all news della Rai si trasforma, ma ieri (mercoledì, ndr) è stato criticato dal direttore editoriale Verdelli per gli ascolti bassi e l’eccesso di personale.

Di lei dicono che sgomita, ma lavora bene, che si arrampica, ma usa la professionalità. E vero? le hanno chiesto. Ha risposto: mi ci riconosco. Sincera?

Di solito sì. Anzi, sì, sempre.

Beh proviamo, le critiche di Verdelli ieri a Rainews sono state pesanti, è amareggiata?

Assolutamente no. Ero a Bruxelles, non l’ho sentito. Il tema cos’è rispetto a RaiNews che c’è stata una rifondazione, una rinascita di RaiNews quando sono arrivata, c’è stato un gruppo di giornalisti che ha lavorato contro…

Ma c’è troppa gente?

Assolutamente no, noi abbiamo lavorato contro tutta la burocrazia dell’azienda, ci sono cento persone che fanno 24 ore di televisione, il resto lo fanno gli altri. Esperimento straordinario, da lì si può costruire per andare avanti.

Senta presidente Maggioni, voi siete in carica da quasi dieci mesi. Adesso avete fatto le nomine nelle reti, con che criterio avete scelto le persone?

Competenza, storia, capacità di portare dentro a un racconto diverso e un mix, un insieme di cose per cui diverse persone, diverse storie, diverse provenienze insieme possono portare un valore che è più della somma dei singoli.

È soddisfatta?

Sì.

Perché?

Per questo valore: per il valore dell’insieme, per la diversità che insieme queste persone riescono a esprimere.

Però di idee vere, cioè di programmi, di palinsesti, ancora non ne avete parlato o almeno non se ne sa niente. Non sarebbe stato meglio, prima delle nomine, raccontare cosa deve essere il servizio pubblico e poi nominare chi deve realizzare il progetto?

Verissimo in un mondo ideale: purtroppo bisogna tenere insieme la volontà di spiegare e poi fare con la necessità di fare alcune cose in fretta.

Sente o no il problema di rilegittimare la Rai, oggi?

Assolutamente sì. Per essere chiarissimi e sintetici, che cos’è il servizio pubblico nell’era multimediale, multipiattaforma, di oggi? È quello che aiuta tutti gli italiani ad andare verso un mondo che è difficile da capire, un mondo che ha strumenti diversi, per cui è una Rai che porta gli italiani verso il digitale, che contemporaneamente riesce a preservare la visione del mondo, anche italiana, e che ha dietro di sé un sistema, non è un buon programma, è un sistema.

Però appunto, la televisione è quello che va in onda e i programmi sono sempre quelli da vent’anni, dovranno cambiare tutti?

Tutti? Io non sono mai per il buttare via tutto, però insomma molti, moltissimi.

Presidente Maggioni, cerchiamo di essere chiari, gli italiani odiano il canone.

Beh, smettiamo di ripeterglielo, perché se no ogni volta se ne convincono di più, quindi iniziamo a sfumare i termini.

Vabe’. Sfumiamoli, quindi insomma non lo amano. Va bene? E adesso che sarà nella bolletta non sarà più eludibile, prima almeno il 35% lo eludeva.

Beh, prima almeno il 35% lo eludeva non possiamo….

Era una tassa e non la pagava.

E non vabene, perché le tasse si pagano.

Vanno pagate. Però possono anche non esserci oppure bisogna dare qualcosa in cambio.

Oppure bisogna dare qualcosa in cambio, su questo son d’accordo.

Quando potremo dire: questa scatola è la Rai di Maggioni e Campo Dall’Orto? Quand’è che voi firmerete il vostro palinsesto?

Servono un po’ di mesi. Io penso che si vedranno già delle cose molto diverse per esempio su come tratteremo lo sport questa estate, come tratteremo gli Europei e le Olimpiadi. E poi ci sarà l’autunno e soprattutto, torno lì, ci sarà il nostro modo di andare a cercare i ragazzi, chi non accende la televisione; sa a noi piace troppo quella cosa lì, gli altri non ci van più e bisogna trovarli là e raccontargli delle cose belle.

A maggio scade la concessione che consente alla Rai di raccogliere in esclusiva il canone. È sicura che verrà rinnovata automaticamente?

Lo auspico, sarebbe una sconfitta per questo Paese e per il tasso di democrazia di questo Paese.

Con la nuova legge che dà tutto il potere a Campo Dall’Orto non ci saranno più conflitti tra presidente e amministratore delegato. È un vantaggio?

Per fortuna non ci sono mai stati.

Ma non fra voi. Il dualismo presidente amministratore delegato, questa legge aiuta?

Io saluto con grande favore il fatto che ci sia una legge che permette di evitare questo dualismo che è stato nefasto per l’azienda.

 

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 15, di Marco Castoro.

Rai, via Ballarò e 3 donne per i nuovi tg

Un talk show per ogni rete generalista. Questa la strada indicata da Campo Dall’Orto e Verdelli per la nuova informazione Rai, e anticipata l’altro giorno dal Messaggero. A viale Mazzini si sta già ragionando in dettaglio di chi resterà e invece chi salterà in vista dei prossimi palinsesti. Per la rete ammiraglia non ci sono dubbi: resta Porta a Porta, rigorosamente in seconda serata. Anche per Rai 2 si va verso la conferma di Virus, l’appuntamento del giovedì condotto da Nicola Porro. Tirando le somme la sua stagione è positiva, è cresciuto negli ascolti, ha vinto la sfida diretta con Formigli su La7, e schiera gli ospiti due alla volta, particolare da non trascurare, in quanto piace molto ai vertici dell’azienda. Diverso il discorso per Rai 3. Perché qui i talk di fascia serale sono due (Chi l’ha visto? è un programma di cronaca e Agorà va in onda la mattina). Si tratta di Che tempo che fa con Fabio Fazio e di Ballarò con Massimo Giannini. Il primo sta vivendo una stagione più che positiva. Ascolti super, ospiti doc, il conduttore in grande spolvero, pronto a sfidare anche la leggenda Mike Bongiorno con il ritorno del Rischiatutto. Soprattutto: assai appezzato si sussurra dall’ad in persona. Morale della favola: intoccabile. Poi se vogliamo aggiungere un particolare, non indifferente, che rafforza la tesi, bisogna dire che sia Fazio sia il neo direttore di Rai 3 Daria Bignardi appartengono alla stessa scuderia di Caschetto, il super agente dei divi tv. Quindi non si vede il motivo perché la Bignardi debba fare la guerra proprio al compagno Fazio. Sarebbe dunque Ballarò, la vittima sacrificale pronta a essere immolata sull’altare della regola di «un solo talk a rete».

INDIZI Tanti gli indizi. Risultati al di sotto delle attese. Giannini spesso nel mirino per la sua conduzione e per la ormai lunga polemica con Renzi. Un format un po’ logoro. Tutte componenti che non depongono certo a favore di una conferma del programma. Non è da escludere una fermata ai box per poi rispolverarlo dopo il restyling. Chi invece è destinato a congedarsi da Viale Mazzini è Giannini, voluto dall’ex direttore Vianello, che potrebbe tornare alla carta stampata. Poi c’è il sogno che Campo Dall’Orto e Verdelli coltivano per le prossime nomine a capo dei tg, subito dopo le elezioni di giugno. Ovvero quello di avere tre direttori donne nelle testate principali. I tempi non sono imminenti, appunto. E certo non sarà facile scalzare Orfeo dal Tg1. Comunque, chi ha recentemente parlato con l’ad, assicura che il suo desiderio è proprio questo. E di donne pronte alla scalata ce ne sono. I nomi che circolano a Saxa Rubra? Sarah Varetto, Lilli Gruber, Maria Teresa Meli. Sui futuri programmi ieri è intervenuta anche la presidente Rai. «Io non sono mai per il buttare via tutto, però insomma molti, moltissimi dovranno cambiare», ha detto Monica Maggioni, intervistata a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24. E rispondendo alle critiche di Carlo Verdelli a Rainwes, diretto fino all’anno scorso dalla stessa Maggioni, «abbiamo lavorato contro tutta la burocrazia dell’azienda», ha detto la presidente. «Ci sono cento persone che fanno 24 ore di televisione, il resto lo fan gli altri. Esperimento straordinario, da lì si può costruire per andare avanti».

 

(Nella foto Monica Maggioni)