Pubblicato il 19/02/2016, 13:34 | Scritto da La Redazione

Grasso: “Le quattro leggende su Vespa, signore del plastico” – Dipollina: “È ora che Rai 1 riponga ‘Porta a Porta’ tra i cimeli”

Grasso: “Le quattro leggende su Vespa, signore del plastico” – Dipollina: “È ora che Rai 1 riponga ‘Porta a Porta’ tra i cimeli”
I critici televisivi del “Corriere della sera” e de “La Repubblica” commentano i 20 anni del talk show di seconda serata dell’ammiraglia di Viale Mazzini.

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 59, di Aldo Grasso.

Le quattro leggende su Bruno Vespa, signore del plastico

Per descrivere un personaggio irrottamabile, che pure ci sembra di incontrare ogni giorno, vorrei citare un racconto di Jorge Luis Borges, di attribuzione erronea. Forse è di Adolfo Bioy Casares o di Silvina Ocampo o di J. Rodolfo Wilcock. O di un grande scrittore non argentino. De Bruno Vespa nos hablan cuatro leyendas… Di Bruno Vespa e di Porta a porta (che mercoledì, su Rai 1, ha festeggiato i suoi primi vent’anni) si narrano quattro leggende. Secondo la prima egli fu inchiodato al Plastico, perché aveva tradito i cittadini a vantaggio degli abitanti del Palazzo, e gli dei dell’etere gli mandavano critici a divorargli il fegato, che continuamente ricresceva. La seconda vuole che Vespa, per il dolore procuratogli dalle stilettate dei critici, si sia addossato ai suoi plastici fino a diventare con essi una sola cosa (nonostante le amorevoli cure di Roberta Bruzzone e Simonetta Matone). La terza asserisce che nei millenni (in televisione gli anni sono millenni) il suo tradimento fu dimenticato; tutti dimenticarono: gli dei dell’etere, i critici, egli stesso. Fu tutta una commistione di generi, di ospiti, di fatti, di Prodi, di Berlusconi, di D’Alema, di Renzi, di Grillo, di Cogne, di Avetrana, di Perugia.

In un anfratto si sentiva il povero Bruno ripetere: «E io mi chiedo sempre: ma è la tivù a essere volgare o è il pubblico a essersi involgarito? E il pubblico si è involgarito perché la tivù è volgare, o la tivù si è volgarizzata per compiacere il pubblico? Non ho la risposta». Secondo la quarta, ci si stancò di lui che non aveva più ragione di essere. Gli dei dell’etere si stancarono, si stancarono i critici; la ferita stanca si chiuse. Rimase l’inspiegabile montagna di plastici. La leggenda tenta di spiegare l’inspiegabile. Siccome proviene da un fondo di verità, deve terminare nell’inspiegabile. Direbbe Renzi: «Como surgida de una verdad, tiene que remontarse a lo indescifrable».

 

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 50, di Antonio Dipollina.

È ora che Rai 1 riponga “Porta a Porta” tra i cimeli

Si chiude con Al Bano che canta Felicità e gli spettatori a casa che possono canticchiarci sopra la versione apocrifa preferita. Siamo sul far della mezzanotte e Bruno Vespa chiude la festa dei 20 anni di Porta a Porta, ma solo perché è imminente la Messa del Papa live dal Messico e Vespa un minimo senso della precedenza lo ha sempre avuto. Per dire che nell’insieme, con Il Volo, Carlo Conti e un Frassica talmente spaesato da non sprecare una gag, le criminologhe, il dietologo di Stato, Valeria Marini che esce dalla torta e così via, si è avuto il quadro esatto del salto in avanti indispensabile alla nuova Rai vedi anche gli ascolti bassi della serata in questione. Rai 1 deve relegare al ruolo di cimelio tutto questo prima che può: perfino in certe pulsioni sanremesi si è visto di meglio e proiettato in avanti. C’è stato perfino il faccia a faccia con Berlusconi: Vespa stavolta gli dava sulla voce, l’effetto era ancora più devastante. °

 

(Nella foto Bruno Vespa)