Pubblicato il 16/02/2016, 14:35 | Scritto da La Redazione

Mediaset, Antitrust avvia istruttoria sull’ingresso nelle radio Finelco – Cairo contesta la riforma Rai: “Ci penalizza”

Mediaset, Antitrust avvia istruttoria sull’ingresso nelle radio Finelco – Cairo contesta la riforma Rai: “Ci penalizza”
Aperta un'istruttoria Antitrust da concludere in 45 giorni sulle nuove operazioni radiofoniche del Biscione. E poi l’editore de La7 se la prende con la tv di Stato.

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 25, di Andrea Biondi.

Mediaset, Antitrust avvia istruttoria sull’ingresso nelle radio Finelco

Aperta un’istruttoria Antitrust da concludere in 45 giorni.

L’Antitrust apre un’istruttoria sull’acquisizione da parte di Rti (Mediaset) di quote della Finelco, holding delle emittenti radiofoniche Radio Montecarlo, 105 e Virgin. L’operazione, secondo l’Autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella, è «suscettibile di determinare la creazione o il rafforzamento di una posizione dominante nel mercato della raccolta pubblicitaria su mezzo radiofonico, tale da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza». La notizia del “faro” Antitrust sull’operazione al termine della quale Mediaset deterrà il 69% di RB1 che attualmente ha il controllo di Finelco è stata riportata nel bollettino dell’Authority dove si precisa che il procedimento, affidato a Luigi Di Gaetano, «deve concludersi entro 45 giorni» dalla data del provvedimento emesso il 10 febbraio scorso, ma «fatti salvi i termini necessari per l’acquisizione del parere» di Agcom. L’esame dell’Antitrust era tutto sommato previsto. Il Gruppo di Cologno già leader di mercato per la pubblicità in tv, sulla quale pesa il 57% a fine estate aveva rilevato da Mondadori l’80% di Monradio (R101) e ha raggiunto nei mesi scorsi un accordo per entrare con il 10% in RB1, la holding che controlla Finelco, ottenendo anche azioni senza diritto di voto convertibili pari al 50% del capitale della stessa.

A conti fatti, dunque, attraverso la concessionaria Mediamond, da inizio anno gestisce la raccolta delle emittenti Radio105, Rmc, Virgin oltre a R101 e anche Radio Italia, Radio Subasio, Kiss Kiss, Radio Norba, Media Hit e Radio Aut. Nella raccolta pubblicitaria su mezzo radiofonico, rileva l’Antitrust, le parti coinvolte nell’operazione detengono una quota di mercato in valore congiunta del 35-40% mentre il secondo operatore, il gruppo L’Espresso, disporrà del 20-25 per cento. Intanto dalle parti di Cologno arrivano giudizi positivi sulla raccolta pubblicitaria, «Mediaset consolida nel 2015 una performance migliore del mercato, con una crescita dell’1% (apporto significativo al dato generale del mercato TV che, al netto di Mediaset, avrebbe un andamento piatto rispetto al 2014)», si legge in una nota della società. «Gennaio è andato benissimo e febbraio sta andando bene» ha affermato dal canto suo il presidente di Publitalia, Giuliano Adreani, a margine della consegna dei master della società. Il manager ha parlato di una crescita della raccolta pari a circa «il doppio rispetto all’andamento del 2015». Il che farebbe pensare a un +2 per cento. «Ho la sensazione – ha aggiunto Adreani – che il mercato stia leggermente cambiando. C’è un po’ più di fiducia».

 

Rassegna stampa: Libero, pagina 4.

Cairo contesta la riforma Rai “Ci penalizza”

«Perché il Tg1 è servizio pubblico e il Tg di Enrico Mentana non lo è? Perché Lilli Gruber no e Lucia Annunziata sì? Perché Maurizio Crozza no e Sanremo o Giorgio Panariello sì?». A porsi, e porre, le domande sul Servizio Pubblico è l’editore de La7 Urbano Cairo, sempre più polemico sulla questione del canone Rai. «Nell’unico Paese che dice di voler fare riforme innovative, come il jobs act, non ci sono consultazioni pubbliche e si fa la riforma della Rai senza riformare il servizio televisivo e dando 300 milioni in più a un unico player, dice l’imprenditore, «grazie al canone che ci costa 2 miliardi di euro».

 

(Nella foto Urbano Cairo)

 

 

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