Pubblicato il 15/02/2016, 11:34 | Scritto da La Redazione

Scade il contratto con Mediaset, la Rai avanza: la corsa di Virginia – La Carrà a “The Voice” attacca: programma, discografici e Suor Cristina

Scade il contratto con Mediaset, la Rai avanza: la corsa di Virginia – La Carrà a “The Voice” attacca: programma, discografici e Suor Cristina
La Raffaele ragiona sul suo futuro dopo il grande successo al Festival. E poi la presentatrice prende di mira il talent di Rai 2 perché è arrivato alla quarta edizione senza avere lanciato un cantante di successo.

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 20, di M.Mol.

A giugno scade il contratto con Mediaset, la Rai avanza: la lunga corsa di Virginia

Non ha tempo di rifiatare, Virginia Raffaele. La vincitrice del Festival, ieri mattina è partita in macchina di gran corsa. Il calendario è strettissimo. E già stasera sarà di nuovo in scena al Teatro Alighieri di Ravenna con il suo spettacolo Performance, che girerà nei teatri di Italia almeno fino ad aprile (stando a quanto è successo a Sanremo è prevedibile che le richieste di repliche possano aumentare). Da giovedì, poi, è attesa all’Ambra Jovinelli a Roma, dove resterà fino al 28 febbraio. Lo show è una parata del suo repertorio classico, la sfilata di maschere ormai rese popolari che vanno da Ornella Vanoni, a Belèn, alla criminologa Bruzzone, al ministro delle riforme Boschi, coi vari personaggi che si incrociano e dialogano fra loro anche grazie all’ uso di proiezioni. Non ci saranno, invece, le imitazioni sanremesi (a parte Belèn), cioè Sabrina Ferilli, Carla Fracci e Donatella Versace, visto che lo spettacolo è già montato ma anche visto che il trucco e il parrucco per realizzarle richiedeva tre ore e mezzo, secondo quanto ha raccontato lei stessa. Per Virginia, a parte la montagna di impegni che già si trova di fronte, si tratta ora di gestire il gran successo festivaliero. Non c’è dubbio che il suo credito sia cresciuto moltissimo.

GLI IMPEGNI E le sirene sicuramente si faranno sentire da più parti. Da un lato il mondo teatrale, dall’altro quello televisivo. Con una situazione curiosa. A Sanremo è arrivata come un prestito, grazie a una liberatoria che le ha concesso Mediaset. Ma il suo successo fuori misura all’Ariston è indubbiamente targato Rai. Che succederà ora? Il direttore di Rai 1 Giancarlo Leone ieri ha raccontato che da tempo prova a tentarla con una proposta di contratto: «Sono due anni che stiamo parlando con Virginia e con il suo agente Beppe Caschetto, ma è legata a un contratto con Mediaset. La sto corteggiando professionalmente e mi auguro che tutto questo possa produrre qualcosa, al di là di eventi come Sanremo». La questione ora si fa più calda non solo per il trionfo sanremese, ma anche perché l’esclusiva dell’attrice con Mediaset è vicina a conclusione. Nel senso che la data di scadenza è a giugno prossimo. Che succederà? Canale 5 prevede che la Raffaele sia ospite a partire da marzo dell’edizione serale di Amici (a cui ha partecipato già l’anno scorso) e vorrebbe anche utilizzarla in un altro programma. La stessa Virginia, qualche giorno fa al Festival, però è stata abbastanza evasiva, dicendo che sul suo futuro ha intenzione di prendersi un tempo per riflettere, compresa la sua partecipazione al programma di Maria De Filippi.

IL FUTURO Difficile immaginare che possa sottrarsi a quest’impegno. Comunque dovrà gestirlo già con la rete di date che prevede il suo tour teatrale. Non solo, nel frattempo dovrà decidere assieme al suo impresario Caschetto cosa fare. La Rai ha tutto l’interesse di cooptarla, visto anche che ha contribuito sostanzialmente al suo boom. E un personaggio così, in grado di rivaleggiare per freschezza, idee e talento con Maurizio Crozza, potrebbe trovare un bello spazio all’interno della rete ammiraglia di stato (sempre che non vengano pruderie a proposito delle scorribande politiche). Resta sicuramente il problema economico. Il suo personale credito si è moltiplicato esponenzialmente durante questa settimana festivaliera. Si tratta di trovare la giusta misura.

 

Rassegna stampa: DiPiù Tv, pagina 18, di Riccardo Russino.

La Carrà torna a “The Voice” e attacca tutti: il programma, i discografici e Suor Cristina

La conduttrice prende di mira il talent di Rai 2 perché è arrivato alla quarta edizione senza avere lanciato un cantante di successo. “È un un talent che non fa conoscere i concorrenti al pubblico. La casa discografica non pianifica la carriera del vincitore. Suor Cristina deve tutto alla tonaca”.

La quarta edizione di The Voice of Italy deve ancora iniziare, la prima puntata è mercoledì 24 febbraio, ma la polemica è già scoppiata. E a farla scoppiare è la più celebre dei quattro giudici del talent show di Rai 2: Raffaella Carrà. La Carrà, infatti, prende di mira la formula del programma, i concorrenti che cantano in inglese, la casa discografica che ingaggia i cantanti di The Voice of Italy e, infine, suor Cristina, la celebre vincitrice della seconda edizione. La Carrà è stata giudice della prima e della seconda edizione di The Voice of Italy, poi non ha partecipato alla terza edizione e ora torna per la quarta insieme con tre nuovi giudici: i cantanti Dolcenera, Max Penali ed Emis Killa. Quindi, dal punto di vista dei giudici, il programma è completamente rinnovato: non ci sono più J-Ax, Piero Pelù, Noemi e Roby e Francesco Facchinetti. È confermato il conduttore Federico Russo, così come è confermata la formula del programma, che durerà quattordici puntate: prima sono previste le audizioni al buio, durante le quali i giudici sono di spalle e non vedono chi sta cantando, e la formazione delle squadre, ognuna guidata da un giudice; poi le sfide che porteranno, puntata dopo puntata, ai quattro finalisti e al vincitore. La Carrà torna nel programma, si dice contenta ma in realtà è polemica: «Finora The Voice of Italy non ha lanciato neanche un cantante di successo, come invece hanno fatto altri talent show».

E allora, perché è tornata?

«Perché sono testarda, perché voglio tirare fuori un numero uno da questo programma, e non mi interessa che esca dalla mia squadra o da quelle degli altri giudici. L’importante è che The Voice of Italy abbia un numero uno. La sfida è questa».

Siamo alla quarta edizione di questo talent show: forse è la formula del programma che non funziona…

«Forse. Diciamo che in questo talent non c’è modo di fare conoscere i ragazzi fino in fondo, come capita in altri talent Noi giudici ne scegliamo ventuno a testa: sono tanti. E, comunque, ne ho anche per i ragazzi in gara…».

Perché?

«Molti cantano in inglese e questo non va bene perché cantare in inglese non ti fa vendere album in Italia, in Europa o in America Latina, a meno che non sia un cantante inglese. Quindi, voglio sentire i concorrenti cantare in italiano, perché solo così potranno avere successo. Poi noi giudici faremo il massimo per aiutarli ad affermarsi, ma se nessuno ci riuscirà non sarà colpa nostra».

Lei incolpa la formula del programma: ma ha chiesto di cambiarla?

«Sì, fin dal 2013, quando partecipai alla prima edizione. Ma non ho ancora avuto modo di incontrare il responsabile del programma per parlarne… Non posso obbligare nessuno a parlarmi. Comunque, perché i concorrenti abbiano poi una carriera, serve che entrino in gioco anche la Rai e la casa discografica che ha l’esclusiva sui cantanti del programma: la Universal. E qui nascono altri problemi».

Quali?

«Il primo è che manca la programmazione del futuro del vincitore. Perché, per esempio, nessun cantante di The Voice of Italy è tra i Campioni a Sanremo?».

Per Sanremo 2016 si era proposto Fabio Curto, il vincitore dell’ultimo The Voice of Italy, ma non è stato preso…

«Si vede che non aveva la canzone giusta. E qui siamo al secondo problema. è importante e spero che quest’anno sarà risolto. Sto parlando delle canzoni inedite che i cantanti interpretano verso la fine del programma. The Voice of Italy, come ho detto, è legato alla casa discografica Universal: ecco, la Universal deve aiutare i cantanti ad avere una canzone che funzioni, anzi ad avere “la” canzone. Avere una bella voce è importante, ma senza le canzoni giuste non si va da nessuna parte».

Quindi sta dicendo che la voce non basta, proprio lei che fa parte di un programma che si chiama La voce d’Italia

«È così. La voce è importante, ma senza le canzoni giuste è impossibile affermarsi. Pensate a suor Cristina…».

Non vorrà attaccare anche suor Cristina: finora è stata l’unica cantante di The Voice of Italy che abbia avuto un po’ di seguito. Fino al 31 gennaio è stata anche in scena al teatro Brancaccio di Roma nel musical Sister Act

«Ha una bella voce, ma come ce ne sono tante, e infatti all’epoca del suo provino mi colpì in quanto suora. L’abito faceva tutto. Ha funzionato solo a The Voice of Italy e ha fatto bene a rimanere una suora. Per dirla alla francese, non ha il “physique du ròle”, o, per dirla all’italiana, i numeri giusti per fare la cantante: se le togliete l’abito da suora, resta solo una bella voce senza niente di più. Insisto: ormai una bella voce non basta per affermarsi».

Perché?

«Nella musica odierna sono fondamentali i videoclip, per questo bisogna creare artisti completi, che sappiano cantare, ballare, esibirsi, essere veri showmen, come Ricky Martin o Shakira. L’obiettivo del mio programma Forte, forte, forte era questo: lanciare artisti completi. Purtroppo il programma non è stato realizzato come volevo io: è andato male e per me è stata una delusione. Ora, però, sono già pronta a ripartire e ho un’altra sfida: lanciare finalmente un cantante di successo da The Voice of Italy».

 

(Nella foto Raffaella Carrà)