Pubblicato il 30/01/2016, 19:03 | Scritto da Gabriele Gambini
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Tante novità per le serie Mediaset: “Mr. Robot”, il “Fight Club” dell’era social

Tante novità per le serie Mediaset: “Mr. Robot”, il “Fight Club” dell’era social
La serie che ha fatto incetta di premi ai Golden Globes è tra i titoli di punta della stagione, che annovera anche il poliziesco "Bosch", la comedy "Significant Mother", "Supergirl" e "Chicago Med".

Parte con il botto, la stagione della lunga serialità targata Mediaset. Tra i titoli in arrivo, Significant Mother (dal 19 febbraio ogni venerdì in prima serata su Joi), Bosch (dal 24 febbraio ogni mercoledì in prima serata su Premium Crime), Mr.Robot (dal 3 marzo, ogni giovedì in prima serata su Premium Stories), Supergirl (dal 2 aprile ogni sabato in prima serata su Premium Action), Chicago Med (dal 22 aprile, ogni venerdì in prima serata su Premium Stories). Ed è Mr. Robot, la serie rivelazione fresca di 2 Golden Globes e 3 Critic Choice Awards, quella destinata a far discutere più delle altre per la forte valenza profetica sui fatti d’attualità. Ideata dall’outsider Sam Esmail e girata a New York, cavalca i temi dell’uso improprio della tecnologia, dello spionaggio digitale, strizzando l’occhio a fenomeni come Anonymous e Occupy Wall Street. Al centro della vicenda, la storia del sociopatico bipolare smanettone consumatore di droghe psichedeliche Elliot Alderson (Rami Malek), ingegnere informatico di giorno, hacker/eroe con un senso tutto particolare (e molto liberticida) della giustizia, di notte. Sulle prime, lo scopo delle sue incursioni informatiche è dare un senso etico all’esistenza umana mostrando gli scheletri nascosti nell’armadio di qualunque buon cittadino. Se un marito apparentemente amorevole ha un’amante, ecco che Elliot gli hackera il profilo sui social, gli sottrae i dati della sua doppia vita e lo mette di fronte a una crisi di coscienza. Stessa cosa per chi conserva un database con materiale pedopornografico. Nessuno sfugge al suo controllo di giustiziere. Fino a quando non si arriva a un secondo livello di azione: un misterioso anarchico insurrezionalista denominato Mr. Robot (Christian Slater) avvicina Elliot e lo introduce in un gruppo di hacktivisti – la F-Society – che si propone di destabilizzare le multinazionali e le banche demolendole finanziariamente per ridistribuirne la ricchezza agli strati meno abbienti della società.

Il primo passo che Elliott dovrà effettuare per essere accettato dal gruppo è fare ciò che ha da sempre covato nel suo intimo: un attacco informatico alla multinazionale nella quale è impiegato di giorno, la tentacolare E-Corp. Ma gli sviluppi dell’azione potrebbero nascondere colpi di scena imprevisti. Oltre a far nascere dubbi sulla natura reale del misterioso Mr.Robot, che somiglia in tutto e per tutto a un alter ego immaginario di Elliott su modello del famigerato Tyler Durden di Fight Club. E qui sta la forza della serie: riesce a compiere la stessa operazione riuscita al film tratto dal romanzo di Palhaniuk negli anni ’90. Tra dialoghi perfetti, montaggi serrati e nessun tecnicismo complicato da nerd, prende spunto da attacchi informatici realmente avvenuti nel passato recente e li usa per illuminare i coni d’ombra, le solitudini e le incongruenze della società 2.0. Senza cadere in tentazioni complottiste inverosimili e dando una dimensione alle pulsioni ribelli insite in ciascun spettatore. Ma lasciando un interrogativo di fondo: se la ricchezza del cittadino occidentale sta nelle sue libertà individuali, hackerare quelle libertà per proteggerle non significa in fondo minarne le prerogative?

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto una scena di Mr. Robot)