Pubblicato il 13/01/2016, 13:32 | Scritto da La Redazione

Selvaggia Lucarelli: “Le vere riforme: sul palco dell’Ariston ci sono più icone gay che garofani” – A Mediaset gli spot delle radio Finelco

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 21, di Selvaggia Lucarelli.

Le vere riforme: sul palco dell’Ariston ci sono più icone gay che garofani

Tra simboli omosessuali e finti etero, noi donne possiamo mai consolarci con Morgan?

Caro Carlo Conti, bisogna che io e te facciamo due chiacchiere perché Sanremo arriva una volta l’anno come un cambio di tono della Boschi e ci si lavora nove mesi come per un lifting della Izzo, per cui di fronte al programma annunciato non posso tacere. Non posso non esprimere il mio disappunto che poi è quello di tutte le donne deluse e amareggiate per questa veste spudoratamente gay friendly che hai dato al Festival di Sanremo. Perché va bene una strizzatina d’occhio, va bene accontentare i gusti omo, va bene invitare qualche ospite che sa stendere l’ombretto meglio di me, va bene puntare su gruppi d’ascolto da casa in cui all’apparizione del primo cantante hipster delle nuove proposte tutti vanno a vedere se il tizio è su Grinder, ma qui si esagera. Ci saremmo anche noi donne da accontentare e invece ci dovremo adeguare al gioco di quest’anno che non sarà, come sempre, dare il voto alle canzoni, ma capire tra ospiti e cantanti chi sia gay, chi cripto-gay, chi icona gay, chi gay che si finge etero e così via. Dimmi se sbaglio.

Dunque, tra i cantanti in gara e i super ospiti mi hai piazzato Laura Pausini e Patty Pravo che nel mondo “icone gay” sono seconde solo a Madonna. I gay alla Pausini perdonano i jeans elasticizzati su coscia importante e alla Pravo la Pazza idea di tirarsi come la pasta per la pizza, se non è amore questo. Come se non bastasse hai aggiunto Arisa (amatissima dal mondo omosessuale) e Cristina D’Avena, altra icona gay, una che quando canta Memole al Gay village vestita da fatina fa sciogliere il mascara pure al bear col piercing sul capezzolo. Quindi hai deciso di passare a scelte più testosteroniche e hai invitato Renato Zero come super ospite, uno che da qualche decennio racconta di amare le donne e per carità, io gli credo pure come credo che pancione a punta voglia dire figlio maschio e che Formigoni si pagasse le vacanze, ma diciamo che tra lui e Ryan Gosling continua a farmi più sangue Ryan Gosling. Sarà esterofilia, che ti devo dire. Poi, siccome Renato Zero non ti sembrava abbastanza, hai deciso di innaffiarci l’ormone con un altro concentrato di mascolinità: Valerio Scanu. Uno a cui Chiambretti ha domandato: «Ti piacciono gli uomini o le donne?» e ha risposto «Mi piacciono i cani» che voglio dire, non sarà gay, ma per sua ammissione è uno che porterebbe al cinema più volentieri un pastore tedesco che una donna.

Io te lo dico. Qui è roba da rimpiangere l’ormone doc extravergine con spremitura a freddo di Al Bano Carrisi che siamo onesti, sarà un po’ ruspante, sarà ruvido come il tronco di un ulivo di Cellino, ma ha sempre avuto l’aria del maschio che la sera, prima di addormentarsi, la sora Romina la faceva cantare molto meglio che nel Ballo del quaqua. Mi dirai che c’è Morgan, uno della cui eterosessualità per amor del cielo, non si può dubitare, peccato che se si fuma qualcosa sia probabile che non distingua una donna da una stufa a gas. Lo so cosa stai pensando. Lo so che ritieni di avere l’asso nella manica. Lo so che stai per dire: «Sul palco ci sarà il sex symbol dei sex symbol Gabriel Garko e voi donne vi lamentate?», ma suvvia Carlo, uno che diventa famoso grazie a una fiction che si intitola Il bello delle donne, mica degli uomini, qualche dubbio me l’ha messo addosso fin da subito.

Aggiungi che non ha una fidanzata dal Cretaceo ma continua a sostenere di avere fidanzate che evidentemente conserva in botti di rovere come il passito e io direi che il suo unico comin gout che potrebbe sorprenderci è «E va bene, lo ammetto: non sono un attore». Naturalmente, come se averci mortificato l’ormone non bastasse, hai mortificato anche la nostra autostima piazzando sul palco pure Madalina Ghenea, la classica ragazza della porta accanto se sul tuo pianerottolo di casa c’è la sede della Elite Model. Una ragazza semplice, Madalina, l’unica romena che perfino Salvini ospiterebbe a casa sua. Una che insieme a Virginia Raffaele va ad accontentare l’altra fetta di pubblico maschile, quello eterosessuale. Noi donne, nel frattempo, dovremo fare sogni erotici con Rocco Hunt, vedi tu. Comunque, caro Carlo, un merito te lo devo riconoscere. Mentre in Parlamento sono ancora lì a capire cosa fare di unioni civili e matrimoni gay, tu hai già attuato le tue riforme. A Sanremo, quest’anno, ci sono più gay che garofani, per cui è evidente che a questo paese resta solo una soluzione: nel 2017, toglierti da Sanremo e metterti al posto di Alfano.

 

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 23, di Andrea Biondi.

A Mediaset gli spot delle radio Finelco

La concessionaria Mediamond firma un’intesa per la raccolta di Virgin Radio, 105 e Rmc.

Inizia a prendere forma la strategia del Gruppo Mediaset nel mercato radiofonico. Ora è ufficiale: la concessionaria Mediamond (50% Mediaset e 50% Mondadori), nata per gestire la vendita degli spazi pubblicitari su periodici, radio e web, ha sottoscritto un accordo con il gruppo Finelco per la raccolta di 105, Virgin Radio e Radiomontecarlo. A renderlo noto è stato un comunicato della stessa Mediaset, il cui titolo ieri a Piazza Affari è risalito dell’1,53% a 3,326 euro per azione. Nel comunicato il gruppo di Cologno precisa che il contratto ha effetto a partire dall’inizio di quest’anno. Tassello dopo tassello sta dunque prendendo corpo il disegno di Mediaset su un versante, quello radiofonico, che sta dando soddisfazione in termini di investimenti pubblicitari. Il futuro potrebbe non essere così avvincente (-2,5% per il mercato in Italia nel 2016 secondo i primi forecast di GroupM), ma quest’anno la cara vecchia radio è andata forte: +2,4% la raccolta a novembre e +9,1% nei primi 11 mesi del 2015 (Osservatorio Fcp-Assoradio). «Sono dodici mesi che i fatturati pubblicitari della radio continuano a crescere ininterrottamente»,ha dichiarato nei giorni scorsi il presidente Fcp-Assoradio, Paolo Salvaderi, che è anche alla guida di Monradio, la divisione del gruppo Mediaset che si occuperà di questo business.

In questo quadro Mediaset ha reso evidente di voler puntare con decisione sul mezzo radiofonico visto come complementare e per nulla di ostacolo alla raccolta “core” sul mezzo televisivo. Qui, sul piccolo schermo, il gruppo guidato dal vicepresidente e ad PierSilvio Berlusconi è leader di mercato con il 58% della raccolta (dato di gennaio-ottobre su elaborazioni da stime Nielsen). Ora, sul versante radiofonico, andrà ad aggiungersi la raccolta per R101 (passata a Mediaset a cavallo della scorsa estate grazie a un accordo per acquistare l’80% di Monradio, e quindi R101, da Mondadori), per 105, Virgin Radio e Radiomontecarlo (in precedenza gestita dalla concessionaria interna di Finelco NoveNove e quantificata sugli 80 milioni di euro) e per Radio Italia, Kiss Kiss, Subasio e Radio Norba (in precedenza nel portafoglio). Mediamond nei primi nove mesi del 2015 ha raccolto 125,9 milioni di euro (185 in tutto il 2014). Il tutto, stando a fonti di mercato, garantirebbe a Mediaset un terzo della raccolta complessiva sul mezzo radio (con ascolti attorno al 33%).

Attenzione però, perché Mediaset non sembra fermarsi al coté pubblicitario. R101 è passata da Mondadori a Mediaset. E nel settembre scorso il gruppo di Cologno ha stretto una partnership con la famiglia Hazan, fondatori del gruppo Finelco, dopo che questi hanno esercitato la prelazione sul 44,5% detenuto da Rcs. Mediaset ha così il 19% delle azioni con diritti di voto e il 50% dei titoli senza diritto di voto della società Rb1, newco nata a settembre con il 92,8% di Finelco e di cui la famiglia Hazan manterrà la maggioranza. L’accordo prevede che il Biscione possa incrementare la partecipazione nella newco, ferme restando le necessarie autorizzazioni regolamentari. Qui entra in gioco l’Antitrust, che sta lavorando sul dossier. E a quel che si apprende la famiglia Hazan potrebbe anche voler mantenere per sé la gestione di Radionmontecarlo.

 

(Nella foto Gabriel Garko)