Pubblicato il 04/01/2016, 17:32 | Scritto da Tiziana Leone
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Dopo una bestemmia e un “vaffanculo”, ci auguriamo che il 2016 sia un anno diversamente televisivo. Ecco le nostre speranze

Dopo una bestemmia e un “vaffanculo”, ci auguriamo che il 2016 sia un anno diversamente televisivo. Ecco le nostre speranze
Quando inizia un nuovo anno, oltre ai buoni propositi, si accendono anche tante speranze. Sogniamo un mondo televisivo migliore, che segni finalmente il tramonto di tutti quelli che hanno reso quelli passati un incubo.

Cari Gesù, Dio, Allah, Maometto, Buddha o Geova, sempre che Geova sia il Dio dei suoi testimoni, volevo chiedere a chiunque di voi esista la realizzazione di qualche desiderio per l’anno che è appena arrivato, anche se con una bestemmia. Fate finta di non averla letta, quanto meno per solidarietà a Dio, l’unico tirato in ballo poco prima che Marco Masini dedicasse a tutti noi il suo personalissimo Vaffanculo. Come vedete siamo tutti sulla stessa barca. Vorrei tanto che alla signora Cristina Parodi capiti di fronte sempre una Giuliano De Sio che le dà della sciura milanese noiosa, perché non potendo chiedervi di sopprimere La vita in diretta, sarebbe l’unica ragione per continuare a guardarla. Vorrei che nessuna vip rimanesse incinta, che non ci siano più casi di cronaca nera, che nessuno voglia più andare al Grande Fratello e che le Tine Cipollari che popolano il nostro Paese si trasformino all’improvviso tutte in Rita Levi Montalcini, perché non potendo chiedervi di sopprimere Barbara D’Urso, vorrei che sopprimeste almeno la sua ragione d’esistere.

Vorrei che al prossimo festival di Sanremo i Pooh arrivassero vestiti da Duran Duran, Eros Ramazzotti da Laura Pausini, perché non potendo chiedervi di sopprimere il Festival, questo sarebbe l’unico buon motivo per far credere a chi ancora lo guarda che quelli che ha di fronte sono solo sue allucinazioni, e smetta per sempre di guardarlo. Vorrei che non esistesse più la domenica, perché pur di non vedere più Domenica in con Salvo Sottile vestito da Costantino rinuncerei anche al giorno di festa. Vorrei che tutti all’unisono in Italia smettessero di cantare o di voler imparare a cantare, perché così Skin smetterebbe di fare il giudice con la voce da travestito con la tracheite e tornerebbe a fare la Skunk Anansie, Raffaella Carrà si darebbe solo al Burraco in ciabatte a casa sua e tutti gli altri che hanno fatto i giudici e non lo sono più, troverebbero finalmente un’altra ragione per vivere.

Vorrei che l’Italia non fosse più un Paese fondato sulla cucina, perché mi piacerebbe tanto vedere Carlo Cracco appeso a una corda a 4000 metri di altezza per tentare di scalare il Monte Bianco, mentre impreca perché una volta puntava alle stelle da chef e ora guarda le stelle con il culo sulla neve. Vorrei che tutti gli amici di Maria De Filippi diventassero all’improvviso suoi nemici, così ci eviteremmo lo stuolo di adoranti che a ogni conferenza stampa ringraziano Maria De Filippi per averli lanciati nel mondo dello spettacolo. E averceli lasciati. Vorrei che affondassero tutte le isole deserte dell’America Latina, perché così nessuno potrebbe andarci a fare l’Isola dei famosi. Vorrei che licenziassero tutte le dipendenti del radio-taxi, quelle che “arriva Lucca 4 in tre minutiii” perché così Caterina Balivo troverebbe finalmente il suo posto di lavoro perfetto e lascerebbe a qualcun’ altra il mestiere di conduttrice.

Vorrei che non esistesse più nessun motivo di tristezza, perché in questo modo Eleonora Daniele sarebbe costretta e perdere quella sua finta espressione corrucciata e a impararne una lievemente simpatica, cosa che essendo impossibile, ci libererebbe di lei. Infine vi chiedo se potete per cortesia sostituire il cavallo di Viale Mazzini con l’orologio di Ritorno al futuro, così magari il 2017 lo festeggiamo a mezzanotte precisa. Ma se non ce le fate, non vi preoccupate, basterebbe riportare al futuro quelli che a Viale Mazzini ci lavorano. Grazie per quello che potrete fare.

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto, da sinistra, Giuliana De Sio e Cristina Parodi)