Pubblicato il 11/12/2015, 10:54 | Scritto da La Redazione
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“Chi l’ha assunto”: il nuovo format della Rai – Campo Dall’’Orto: “I dati di ascolto della Tgr sono clamorosi”

Rassegna stampa: Panorama, pagina 13, di Antonella Piperno.

“Chi l’ha assunto”: il nuovo format della Rai

Negli ultimi sei anni i direttori generali hanno fatto a gara a ingaggiare manager dall’esterno. A costi milionari.

Chissà se per il nuovo direttore creativo la «procedura di ricerca delle professionalità interne» funzionerà. Perché la Rai è sfortunata: tra i suoi oltre 300 dirigenti e 1.900 giornalisti raramente trova i profili giusti, come dimostra l’arrivo di Carlo Verdelli come direttore editoriale. Tanto che negli ultimi sei anni, con un crescendo inarrestabile è stata costretta a «ripiegare» su 29 (costosi) manager e giornalisti esterni. Con tanto d’indagine della Corte dei conti sulle spese dell’ex direttore generale Luigi Gubitosi e un’interrogazione del senatore forzista Maurizio Gasparri sull’overdose di assunzioni esterne del neodirettore Antonio Campo Dall’Orto. Il 13 e il 20 gennaio la commissione convocherà per la prima volta il nuovo consiglio d’amministrazione e Arturo Diaconale porrà la questione del 10 per cento dei dipendenti che hanno citato in giudizio l’azienda. Campo Dall’Orto intanto ha da fare alla Leopolda, il cui direttore artistico è Simona Ercolani, candidata a una superdirezione Rai.

Mauro Masi: 5 assunti in due anni (direttore generale da aprile 2009 a maggio 2017). L’ex direttore dell’epoca berlusconiana ha firmato cinque assunzioni: l’appena destituito capo della comunicazione Fabrizio Casinelli, il direttore degli Affari legali Salvatore Lo Giudice (uscito da poco dalla Rai), l’ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini e il suo successore Mario Orfeo, che Masi mise a capo del Tg2. Pezzo da novanta, l’allora direttore della relazioni istituzionali e internazionali, Marco Simeon, molto gradito oltre Tevere, che poi si insediò pure a Rai Vaticano.

Lorenza Lei: due “mezzi” assunti in un anno (direttore generale da maggio 2011 al luglio 2012). Sarà perché ha governato per poco tempo o perché ha avuto la poltronissima dopo un’intensa carriera tutta in Rai, ma la Lei è stata molto morigerata: prelevò la sua portavoce da La vita in diretta, garantendole un contratto a tempo indeterminato, mentre per il responsabile della sicurezza, l’ex 007 Luciano Campoli, scelse un contratto a tempo determinato da circa 200mila euro.

Luigi Gubitosi: 16 assunti e mezzo in tre anni (direttore generale da luglio 2012 ad agosto 2015). È il primatista nelle assunzioni dall’esterno: 16 e mezzo, causa di una raffica d’interrogazioni parlamentari e di una denuncia del Codacons per danno erariale alla Corte dei conti (l’inchiesta è ancora aperta). Il «mezzo assunto» è Alfonso D’Alfonso, capo dei servizi di sicurezza a termine; l’unico giornalista è Orfeo, dal Messaggero al Tg1. Tutti gli altri sono dirigenti pescati dal mondo Wind e Fiat di Gubitosi (come il direttore finanziario Camillo Rossotto), ma pure da Mc Kinsey, Alitalia e Palmolive.

Antonio Campo Dall’Orto: 7 assunti e mezzo in quattro mesi (direttore generale dall’agosto 2015). Di questo passo il neo dg, che a fine anno diventerà un superamministratore delegato, surclasserà Gubitosi. La «mezza assunta» è Lucia Nicolai, supervisor a Rai4 con un contratto da sei mesi, ma pronta a dirigerla. Viene dal mondo di Mtv, l’ex tv campodallortiana come altre due new entry: il capostaff Guido Rossì e Gian Paolo Tagliavia, responsabile delle strategie digitali. Del resto il dg renziano punta a una media company che parli ai giovani. E vuole tenere la Rai lontana dai partiti. Anche se come capo della comunicazione ha assunto Luigi Coldagelli, ex portavoce del ministro della Giustizia Andrea Orlando.

 

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 28.

“I dati di ascolto della Tgr sono clamorosi”

Il dg Rai Campo Dall’Orto.

«Rimanere al passo con i tempi riguarda sia gli strumenti che i linguaggi che utilizziamo», ha detto ieri il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto, soffermandosi sui dati positivi riguardanti gli ascolti dei Tg Rai. «Come si è visto per la strage di Parigi, partiamo da un punto di forza per mezzi, professionalità e capacità di reazione. Il servizio pubblico viene però prima dei dati di ascolto, ma questo dà l’idea di quanto le persone cerchino la Rai». Campo Dall’Orto ha quindi parlato della centralità delle sedi regionali. «La cultura di questo paese è molto più ramificata che in altri ed è chiaro che le testate regionali hanno grande potenzialità. I dati di ascolto che fa la Tgr sono clamorosi», ha detto il dg della Rai riferendosi all’audience della testata regionale diretta da Vincenzo Morgante.

 

(Nella foto Antonio Campo Dall’Orto)