Pubblicato il 24/11/2015, 16:30 | Scritto da Tiziana Leone
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Lo Zingarelli ha appena sdoganato la “supercazzola” e Campo Dall’Orto l’ha applicata in un nano secondo

Non è che perché lo Zingarelli ha sdoganato il termine supercazzola, devono usarlo proprio tutti, ma tutti. Per esempio, Antonio Campo Dall’Orto, direttore generale della Rai con il pregio del quasi triplo cognome, sentiva davvero il bisogno di esternare sulla pagine del Corriere della Sera (leggi qui) l’inno del come se fosse antani? Dice lo Zingarelli: «Supercazzola: parola o frase senza senso, pronunciata con serietà per sbalordire e confondere l’interlocutore». Ecco, l’illustre direttore generale con il senso del fare, di cui ancora non si conoscono i termini, ha preso alla lettera l’idea lanciata dal grande Ugo Tognazzi in Amici miei, solo che ha cominciato a metterla in pratica da mesi, da quando cioè ha deciso di parlare alla stampa per dire la sua.

Ma la sua che? La sua idea di tv? La sua idea di Rai? La sua idea sui talk show? La sua idea sulle fiction? La prego, CDO come la chiamano tutti perché se no facciamo notte, ci illumini, ci dica se almeno vuol segare Vespa invece di dire che Fazio fa la stessa cosa su Rai 3. O almeno se intende rispedire Andrea Vianello ai lavori forzati di Mi manda Raitre, invece di rispondere che la Rai è un brand poco attrattivo per i giovani. Non ho capito che c’entra con la quaestio sul destino del direttore di Rai 3. E comunque a prescindere, scusi CDO, ma Gazebo e Report sono da vecchi? Per compensare ora mi toccherà guardarmi una settimana di Ink Master, il talent con quelli che fanno i tatuaggi estremi sulle chiappe di mezza America, tutti tempestati di piercing, orecchini e con i capelli viola, sarà abbastanza da gggiovani? Noi lettori (leggi qui) eravamo tutti lì ad aspettare la domanda sugli agenti e il loro potere, insomma giusto per capire se il supremo finalmente metterà alla porta i potentati dei vari Lucio Presta e lui che ti risponde? «Più l’editore ha chiara la propria missione, maggiore è la sua forza contrattuale». La regina delle supercazzole.

Di una cosa siamo però certi, a CDO non piacciono le fiction tipo Grand Hotel, per cui cara Cinzia TH Torrini, a questo punto ti conviene spiegare all’universo mondo perché ti chiami TH tanto in Rai nessuno ti farà mettere piede per un po’. E poi ancora con la storia del Qualitel? Sarebbe l’indice di qualità, la versione sofisticata dell’Auditel, di cui non frega niente a nessuno, perché da quando in qua in Rai si fanno programmi pensando alla qualità prima che all’ascolto? E comunque tutti i predecessori di CDO appena varcato il cancellone di Viale Mazzini hanno detto di voler ridare valore al Qualitel, l’indice che in Rai ha un solo nome: Alberto Angela. Bravo, per carità, ma non proprio il tipico esemplare di gggiovane che un pischello guarda dopo aver smanettato per ore su Internet. Quindi CDO, decida: o punta ai gggiovani o utilizza il Qualitel per affidare Sanremo ad Alberto l’esploratore. Meno male che almeno una notizia ce l’ha data: «Dal primo maggio Rai Yo Yo non avrà più pubblicità». Non vorrei rovinargli la festa, ma questa cosa l’ho sentita ripetere da Gubitosi almeno dieci volte da tipo un anno. Ma a quei tempi CDO era ancora impegnato a far visita all’amico Renzi, che poi, a questo punto mi viene un dubbio: gliel’avrà mica raccontata lui questa storia della supercazzola?

 

Tiziana Leone

 

(Nella foto Antonio Campo Dall’Orto)