Pubblicato il 11/11/2015, 13:34 | Scritto da La Redazione
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Mediaset “vede” l’utile a fine anno – Canone in bolletta pagheranno due milioni di famiglie in più

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 25, di Simone Filippetti.

Mediaset “vede” l’utile a fine anno

Nei primi nove mesi ricavi in risalita (2,41 miliardi), ma bilancio ancora in perdita (-36 milioni). Aumentano i costi operativi. Dopo anni di recessione, la raccolta segna un rimbalzo (+0,5%) e sale da sei mesi.

Se l’industria dei media è la cartina tornasole dei consumi e dell’economia del Paese, allora s’intravede una mini-ripresa per l’Italia. Dopo anni di recessione, le aziende tornano a fare pubblicità. Da gennaio a settembre Mediaset, la più grande tv commerciale del Paese (di proprietà della famiglia Berlusconi), ha registrato un +0,2% che diventa un +0,5% contando anche ottobre. È un rimbalzo da zero virgola, ma dopo anni di segno meno è un’inversione di tendenza che fa notizia (specie se arriva a dieci mesi su dodici). E soprattutto è in linea con le stime sul Pil che danno una crescita dell’1% per l’economia italiana nel 2015. Non è detto che una rondine faccia primavera (o autunno in questo caso) perché il resto dei media ancora soffre: il mercato italiano accusa un calo dell’1,6% nel 2015 e Mediaset è una mosca bianca per ora. Ma le cui dimensioni sono in grado di influire sull’andamento di tutto il mercato.

Al giro di boa dei nove mesi, dunque, i ricavi del gruppo televisivo guidato da PierSilvio Berlusconi salgono a 2,41 miliardi (effetto della risalita della raccolta, a 1,36 miliardi). Tuttavia il miglioramento non si è trasmesso parte bassa del bilancio. Di pari passo coi ricavi, sono aumentati anche i costi operativi e cosi la redditività è scesa: dai quasi 900 milioni dell’anno scorso agli 871 del 2015. Gli ammortamenti (dei diritti tv) e le svalutazioni sono rimasti stabili (788 milioni) e la gestione industriale segna un arretramento da 107 a 83 milioni. Colpa del terzo trimestre finito in perdita per 54 milioni (nel 2014 era stato quasi in pareggio) che ha «mangiato» l’utile che il gruppo sfoggiava a metà anno (20 milioni). A compensare l’erosione di marginalità, il contemporaneo calo dell’indebitamento, migliorato di circa 60 milioni (da 861 a 802 milioni). Minori oneri finanziari hanno consentito anche di recuperare qualcosa sulla parte bassa del bilancio: alla fine c’è una perdita, ma minore del 2014 (35 milioni contro 48). Storicamente gli ultimi tre mesi dell’anno per un editore tv sono quelli più importanti dove si fa il budget dell’anno, con le aziende che programmano le campagne del Natale. Quindi sono le stime su fine anno alle quali il mercato guarda con attenzione: considerato che il mese di ottobre ha confermato il trend con una crescita superiore al 2% che porta il risultato cumulato dell’anno a +0,5%, sono ormai sei mesi consecutivi che i ricavi pubblicitari hanno ricominciato a crescere. E per la fine dell’anno si attende un saldo migliore dell’ido rispetto al mercato.

E questo dovrebbe provare a riassorbire la tegola del terzo trimestre, per chiudere l’anno in utile. Altra sorvegliata speciale è Premium, la pay tv del Biscione che da tempo è in predicato di essere data in sposa (un anno fa è stato ceduto un 10% a Telefonica ed è stata creata una newco per favorire il matrimonio) e che soprattutto da quest’anno trasmette in esclusiva la Champions League, avendola strappata a Sky. Il costo è stato proibitivo (circa 700 milioni 3 anni, con oltre 200 milioni all’anno contro i 100 in media pagati da Sky negli anni precedenti) ma da Cologno cantano vittoria: il cfo Marco Giordani ha definito l’affondo un «game changer», perché in un mercato pay tv che nei principali Paesi europei quali Gran Bretagna, Germania e Francia è sostanzialmente fermo o mostra crescite bassissime, Premium ha chiuso il terzo trimestre il primo che commercializzava la nuova offerta a 1,81 milioni dì abbonati, con un incremento di u2milaunità rispetto a fine giugno. Anche a ottobre il trend è proseguito e affine ottobre, ha anticipato l’azienda, gli abbonati hanno toccato quota1,9 milioni «con una crescita costante anche della spesa media dei nuovi clienti».

 

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 6, di A. Bas e L. Ci.

Canone in bolletta pagheranno due milioni di famiglie in più

Dal governo solo mini ritocchi alla manovra. Tasi, dubbi sugli sconti a figli e separati. Oggi il tavolo con i sindacati Pa.

Il primo pacchetto di emendamenti del governo alla legge di Stabilità è stato depositato ieri sera. Cinque modifiche marginali. Quelle più sostanziose saranno lasciate per il passaggio alla Camera. Sul tappeto, tra le altre cose, c’è anche la caccia a nuove risorse da utilizzare per il rinnovo del contratto degli statali e per l’ammorbidimento del blocco del turn over. Il governo starebbe valutando di aumentare la dote di 300 milioni, anche se i nuovi fondi potrebbero essere stanziati a partire solo dal 2017. Oggi, intanto, ci sarà l’incontro in Aran sul taglio dei comparti. Il governo punta a ridurli a tre, mentre i sindacati non vogliono scendere sotto i quattro (scuola, sanità, Stato centrale ed enti locali). Intanto alcune delle proposte parlamentari emerse in queste ore stanno perdendo quota.

L’allargamento dell’esenzione della Tasi sulle prime case a quelle date in comodato ai figli e a quelle per i separati, avrebbe problemi di copertura. Per ora, di certo, rimane solo la volontà del governo di rafforzare il pacchetto per il Sud aumentando gli sgravi. Ma ieri a tenere banco sono state soprattutto le risposte del ministero del Tesoro ai dubbi sollevati sulla stabilità dai tecnici di Camera e Senato. Nel documento vengono precisati i contorni dell’operazione che porterà il canone Rai nelle bollette elettriche. Con il meccanismo attuale lo hanno pagato nel 2014 poco meno di 16 milioni di italiani, cioè circa 400mila in meno rispetto al 2012. Obiettivo dell’esecutivo è incrementare il numero dei contribuenti che versano il tributo. Lo spazio sulla carta non mancherebbe: il testo fa riferimento alla platea di 23 milioni di famiglie individuata dall’Istat. Ma quanti saranno i teorici evasori che emergeranno? Il Mef non lo dice esplicitamente ma ritiene «più che prudenziale» l’ipotesi che il «gettito ritraibile dalla nuova forma di versamento possa essere almeno pari a quello che viene attualmente introitato». Il che vuol dire, visto che l’importo del canone scende da 113,5 a 100 euro, un incremento minimo di circa due milioni di contribuenti.

L’INCONTRO Ieri c’è stato anche il vertice politico tra Scelta Civica e Matteo Renzi sulla questione dell’Agenzia delle Entrate. Il sottosegretario all’Economia e segretario di Scelta Civica, Enrico Zanetti, ha espresso «soddisfazione» per l’esito dell’incontro. Sulla questione dei dirigenti dichiarati illegittimi dalla Consulta, Scelta Civica avrebbe ottenuto rassicurazioni che le norme decise nel decreto sugli enti locali non saranno modificate. Ci sarà il concorso entro il 2016 e le posizioni transitorie saranno assegnate con metodi trasparenti. Zanetti ha sottolineato anche la rinascita politica di Scelta Civica sotto la sua segreteria, dopo l’esodo dei senatori verso il Pd. «Abbiamo riconquistato stima e credibilità presso i nostri interlocutori», ha sottolineato il segretario.

 

(Nella foto la torre di emissione di Mediaset a Cologno Monzese)