Pubblicato il 08/11/2015, 15:04 | Scritto da Gabriele Gambini

Giulia Salemi, #lepersiane: “Devo tutto a mia madre Fariba. A ‘Pechino Express’ ho scoperto il mio numero vincente: è il 3”

Giulia Salemi, #lepersiane: “Devo tutto a mia madre Fariba. A ‘Pechino Express’ ho scoperto il mio numero vincente: è il 3”
Terminata l'esperienza nell'adventure game di Rai2, è tempo di confessioni per la ragazza di origini iraniane: il rapporto con la madre Fariba, le tappe salienti del viaggio in Sudamerica, i progetti per il futuro.

Secoli fa, i pitagorici praticavano la divinazione numerologica. Se Giulia Salemi non fosse appartenuta al team #lepersiane, nell’adventure game di Magnolia Pechino Express, avrebbe potuto scegliere, in coppia con la mamma Fariba, proprio il nick #lepitagoriche. Questo perché lei crede molto alle virtù profetiche dei numeri. «A Miss Italia ero arrivata terza. Al casting per fare la velina aveva il numero 3. Guarda caso, 3 è anche il numero del nostro piazzamento a Pechino Express».

3 è anche il numero che certifica le sue ambizioni nel mondo dello spettacolo.

Ambizioni che ora hanno un obiettivo. Dopo quest’intervista mi attende la quotidiana lezione in un corso di recitazione. Ho deciso di provare a fare l’attrice. Questa scelta è merito anche dell’esperienza di Pechino. Mi ha aperto gli occhi. Ho capito chi sono e che direzione dare alla mia vita.

Prima di Pechino Express stava vivendo una crisi esistenziale?

Ho imparato che cosa vuol dire “sofferenza”. L’ho sperimentata dopo aver partecipato a Miss Italia. Non sapevo che cosa fare della mia esistenza. Ero da sola a Milano. Restavo in casa a piangere, chiamavo mia mamma in cerca di aiuto. Per fortuna, ho tenuto duro. Ho capito come convogliare le mie energie in progetti costruttivi. Mi sono staccata dalla negatività di alcune persone che mi circondavano, ho imparato dai miei sbagli. Oggi mi sento cresciuta e maturata.

Prima di Pechino c’è stata la parentesi su Agon Channel.

Poco fortunata sul piano economico, per le note vicende che hanno coinvolto il fondatore della tv. Molto formativa su quello professionale, perché ho affiancato Simona Ventura, dalla quale c’è tutto da imparare.

La proposta di Pechino Express come è giunta?

Avevo partecipato all’edizione di Miss Italia prodotta da Magnolia. La casa di produzione dunque conosceva sia me, sia mia madre. Soprattutto mia madre, che, prima del concorso, si era messa in luce con la sua carica di energia: faceva volantinaggio per promuovere la mia immagine, era un vulcano di idee, anche stravaganti. Per questa ragione, durante l’allestimento del cast per Rai2, ci hanno contattate entrambe.

Ed è iniziata l’avventura in Sudamerica.

Pechino Express è stata una delle più grosse fortune che potessero capitarmi. Mi sono spogliata dei vestiti firmati, sono entrata nel profondo di ciò che sono. Una famiglia brasiliana conosciuta durante una puntata del programma, composta da dieci persone poverissime ma felici di essere al mondo, è il paradigma perfetto di ciò che intendo dire. La famiglia, i valori, l’essenza delle cose. La vita vera passa da pochi fattori, determinanti.

Che rapporto ha avuto in passato con la sua, di famiglia?

C’è stata una fase adolescenziale in cui odiavo i miei genitori. Come tutti gli adolescenti, penso. Loro mi imponevano delle regole alle quali io ero insofferente. Ora li ringrazio, perché ho capito. Mia madre è stata fondamentale, ma lo è stato anche mio padre. Un tempo mi vergognavo delle mie origini iraniane, ora ne vado fiera.

Non ha mai temuto di essere offuscata dalla carismatica figura materna di Fariba, durante il viaggio?

Ero consapevole del rischio che avrei corso gareggiando assieme a mia mamma. Ma se siamo andate in finale, lo dobbiamo soprattutto a lei. È una macchina da guerra. Riesce a contemplare la natura e poi, un secondo dopo, è già in moto verso la tappa successiva. Dice sempre quello che pensa. Per questo, a volte, viene fraintesa.

All’inizio, in effetti, non siete risultate particolarmente simpatiche agli occhi degli altri concorrenti.

Ricordo quando ci siamo ritrovate in un paesino con la coppia #frartelloesorella e con #glistellati. Per fortuna, abbiamo incontrato una ragazza, Maria, che ci ha aiutate nell’ottenere un passaggio decisivo per vincere la tappa e arrivare prima degli altri. Altrimenti, Paola Barale, che avrebbe dovuto decidere chi tenere in gioco, ci avrebbe di sicuro eliminate.

Paola non vi amava?

In realtà, tra tutti, abbiamo legato poco soprattutto con #leprofessoresse. Ci respingevano, ci approcciavano in malo modo. Per fortuna mi sono presa una bella rinvincita nella prova immunità, con la battaglia dei cuscini (ride, nda). Anche Pinna e Roberto, però…

Pinna e Roberto?

In apparenza sembravano carini con noi. Poi, quando ho rivisto le puntate in tv, ho scoperto che avevano fatto appunti poco gradevoli nei nostri riguardi. Ma non sono arrabbiata con loro. Hanno vinto con merito. Ci poteva stare che la nostra personalità sulle prime venisse fraintesa. Mi hanno fatto piacere invece le parole incoraggianti di Andrea Fachinetti e degli chef.

La coppia con cui avete legato di più?

Gli #illuminati. Pico Rama è genuino, coerente, meraviglioso. Dotato di grande energia e comunione con la natura. Un po’ come mia mamma.

Che riscontri avete avuto come coppia, in mezzo alla gente, a programma concluso?

Il pubblico ci adora. Siamo state a Expo e c’era una folla di bambini in coda per fare dei selfie assieme a noi. Mi hanno riempita di gioia.

Ora deve scappare al suo corso di recitazione, presumo.

Mi hanno proposto di fare altri programmi, ma per ora preferisco sacrificarmi, essere selettiva e studiare tanto. A Pechino Express ho imparato a vivere con poco. Il mio sogno è recitare in film per il cinema. Voglio provarci, finalmente so che cosa significa mettersi in gioco. Mia madre è d’accordo. Lei queste cose le sa più di chiunque altro.

 

Gabriele Gambini

 

(Nella foto Giulia Salemi con sua madre Fariba)

 

 

Leggi anche

Exit mobile version